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La via Crucis dello Skid. I dissalatori a Ponza (prima parte)

a cura del Comitato “Rinascita per Ponza”
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Siccome le Associazioni e i Comitati non vengono invitati a partecipare alle Conferenze dei Servizi è importante leggere i verbali di quelle riunioni: per capire come ragionano i vari delegati nel risolvere le questioni dei cittadini.

Premessa: A tutti i cittadini di Ponza è stato promesso dal Sindaco Vigorelli “che potranno bere l’acqua dal mare” per cui il Comune decide già nel  2013 in una Conferenza dei Servizi di far costruire il Dissalatore in zona Capo Bianco (ex cava di perlite) anche perché nelle vicinanze – Monte Pagliaro – doveva nascere la Centrale Elettrica della Sep che poteva alimentare il dissalatore.

Si perdono circa due anni e su Capo Bianco niente si muove; intanto il 3 aprile 2015 entra in funzione la centrale elettrica della Sep a Monte Pagliaro.

Ma improvvisamente Acqualatina decide di proporre al Comune la costruzione di un impianto Skid in zona Caletta area portuale; per questo si fa la Conferenza dei servizi il 12 gennaio 2015 – Skid Caletta (area portuale).

Prima domanda d’obbligo: quanto costano alla comunità questi continui studi, Conferenze dei Servizi, che almeno dal 2013 si susseguono senza arrivare a niente, per il dissalatore a Ponza? Questi sono costi che paga la Regione Lazio e quindi la collettività? E se finiscono i soldini stanziati non faremo più il dissalatore a Ponza? Su questi sprechi – prodotti da Conferenze e nuove progettazioni (inutili visto i risultati  finora prodotti) – perché la Regione Lazio non controlla?

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Perché costruire uno Skid?
Alcune domande e riflessioni sulla Conferenza del 12 gennaio 2015:

Si è deciso di fare il dissalatore a Capo Bianco almeno dal 2013 ma  il Sindaco in Conferenza lamenta il fatto che “dopo la prima Conferenza dei Servizi del 2013 sul dissalatore di Ponza in località Monte Pagliaro/ex miniera di perlite, non ci siano state più iniziative per il proseguimento dell’iter, o almeno nessuna di cui sia stata data notizia al Comune di Ponza”.

L’ing. Cima (Acqualatina) rassicura il Sindaco che per Capo Bianco si sta procedendo addirittura a fare gli espropri.
Com’è possibile che il Sindaco non sapesse niente di questi espropri?

Nell’intervento del Sindaco c’è un passaggio condivisibile quando dice: “Ma se vogliamo costruire uno Skid perché non lo facciamo dove abbiamo deciso di fare il dissalatore definitivo, a Capo Bianco? Quelle strutture che si costruiranno per lo Skid in questa zona potrebbero servire anche al dissalatore definitivo!”

Questa idea è coerente ma sembra che non venga presa in considerazione, perché?
Ci chiediamo perché fare uno Skid alla Caletta. Perché ci sono problemi a Capo Bianco ?

La proposta di fare uno Skid in zona Caletta, ci spiega  l’ing. Cima, è ovviamente stata corredata da studi su “impatto ambientale, sull’inquinamento acustico e abbattimenti dei fumi” e in base a questi studi rassicuranti questo progetto prevedeva due gruppi elettrogeni per l’auto-alimentazione dello Skid.
Questi studi fino a prova contraria dovrebbero essere attendibili, ma in questo caso il Sindaco li boccia; evidentemente non crede agli studi, per cui parla di proposta inaccettabile.
Signor Sindaco, la cosa è sospetta perché la stessa competenza tecnico-scientifica di Acqualatina lei l’ha accettata per Cala dell’Acqua senza alcuna esitazione.

Il Sindaco – in questo caso per bocciare lo Skid alla Caletta – stranamente, si preoccupa anche della reazione della gente, che anche se definisce “poco scientifica” chiama in causa dicendo: “Per non dire, poi delle inevitabili proteste della gente, poco scientifiche ma molto efficaci, sulla qualità di un’acqua prelevata all’uscita di un porto, in uno specchio trafficato da navi e natanti e a un centinaio di metri distante dall’uscita a mare dell’impianto di depurazione”.

Signor Sindaco le ricordiamo che a Cala Dell’Acqua lei sta per realizzare un porto turistico e in quella zona ci sarà traffico di navi e motoscafi e si spera anche un depuratore. Zona portuale è la Caletta e zona portuale diventerà Cala dell’Acqua; perché secondo lei i cittadini di Le Forna non dovrebbero essere preoccupati della qualità dell’acqua dissalata?

La dott.ssa Zaccagnini saggiamente ricorda che sull’isola tutte le opere nuove hanno un ulteriore costo d’impatto ambientale, quindi dice: “Non comprendo il motivo di realizzare uno Skid provvisorio se non soddisfa  il fabbisogno completo degli utenti durante tutto l’anno”.

Risponde l’ing. Vagnozzi (Acqualatina) ribadendo che lo Skid si fa per abbattere costi e inquinamento: le navi cisterne costano e inquinano per questo si propone lo Skid in zona Caletta che però non piace al Sindaco per gli stessi motivi del no alle cisterne e cioè che lo Skid  inquinerebbe e tra l’altro prenderebbe acqua poco pulita.

Osservazioni: alle giuste perplessità della dott.ssa Zaccagnini – sullo spreco di denaro e di costo ambientale per fare un’opera provvisoria Skid che non serve a risolvere il problema del rifornimento idrico per tutto l’anno, aggiungiamo che non se ne capisce il motivo anche alla luce dell’ultimatum per la costruzione dell’impianto definitivo che scade alla fine del 2018.
Mancano due soli anni a questa scadenza; perché perdere tempo, denaro  e ambiente per una cosa provvisoria?

Solo la dott.ssa Zaccagnini ha qualche perplessità sulla utilità della costruzione di uno Skid provvisorio – che viene a costare 1.871.790,00 – gli altri, compreso il Sindaco, non hanno perplessità. Il Sindaco vuole lo Skid e timidamente lo propone in zona Capo Bianco ma poi con molta più audacia lo propone in zona Cala Dell’Acqua.
La sua stella polare sembra essere sempre la centrale elettrica Sep. Infatti già dal 2013 ha proposto prima Capo Bianco perché c’era la Sep e ora propone Cala dell’Acqua perché c’è la fonte di energia elettrica.

Ma il Sindaco per convincere Acqualatina a preparare il progetto dello Skid a Cala dell’ Acqua – altra progettazione, altra conferenza dei Servizi tanto “pantalone paga” – fa un discorso interessante, sentite: “Si potrebbe ancora ragionare sulla località Cala dell’Acqua, dove il Comune ha ripreso con forza l’iter per la realizzazione di un porto turistico e poiché tutti i progetti presentati da tre società prevedono un mini impianto di dissalazione per le necessità di un porto turistico (così come prevedono l’autonomia energetica con una produzione di solare e con batterie di accumulo dell’energia solare), una struttura Skid potrebbe anticipare la soluzione che poi sarà adottata per il porto turistico”.

Interessanti questi discorsi del Sindaco: abbandona Capo Bianco, sito da lui scelto per la costruzione definitiva del dissalatore almeno dal 2013; perde, per colpa non si sa bene di chi, tre anni di tempo e stimola AcquaLatina a fare un nuovo progetto per Cala dell’Acqua dove c’è una Centrale elettrica di emergenza della Sep e dove è in costruzione un porto turistico che ha nel progetto un rifornimento idrico autonomo alimentato  con energia alternativa.
Il Sindaco dice ad Acqualatina: “Una struttura Skid potrebbe anticipare la soluzione che poi sarà adottata per il porto turistico”.
Vi sembrano logici questi ragionamenti? Il Sindaco si mette addirittura a fare concorrenza alla Società Cala Dell’Acqua – che si è aggiudicata di costruire il porto a Cala dell’Acqua anche per le sue idee innovative per quanto riguarda la dissalazione con l’utilizzo di energia rinnovabile – e così facendo ridimensiona anche la loro autonomia progettuale – per favorire  un sistema di alimentazione energetica –  quello prodotto dalla Sep –  che è assolutamente obsoleto

Ma c’è dell’altro e lo capiremo leggendo i verbali della Conferenza dei servizi per lo Skid a Cala dell’Acqua.

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[Via Crucis sullo Skid. I dissalatori a Ponza (1) – Continua]