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Epicrisi 111. Acqua… acqua… acqua… Fuocherello!

di Luisa Guarino

 

Laudato si’, mi Signore, per sor’acqua,
la quale è molto utile et hùmele et pretiosa et casta.
(San Francesco d’Assisi)

Se Gesù non mandasse l’acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero,
gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi.

(Da: Io speriamo che me la cavo)

.

Si conclude una settimana alquanto soporifera, in cui per giunta le notizie belle sono solo due e di carattere sportivo: la vittoria della Polisportiva Ponza Calcio sia domenica scorsa che nella giornata di recupero di giovedì.

Per il resto intorno a noi non vediamo che acqua, acqua a più non posso; e questo ci starebbe anche, visto che siamo su un’isola, ma è soprattutto d’acqua dolce (!?) che si parla: da qui l’ambiguo titolo di questa epicrisi. Ma prima di tuffarci nell’argomento “liquido” diamo uno sguardo anche alle altre notizie.

L’architetto Giocondi replica ad un articolo della Redazione, e quest’ultima precisa: chiamata in causa, Monia Sciarra come fa sempre non si tira indietro, ed è pronta a dire la sua.

Vogliamo poi evidenziare il primo, e unico finora, intervento riguardante le elezioni amministrative che si avvicinano a grandi passi: lo fa Biagio Vitiello con Le primarie a Ponza?” Passando a temi più soft, con una poesia di de Musset, Silverio Lamonica ci ricorda che è San Valentino. Franco De Luca lascia la “poltrona del dialetto” e si siede su quella “del diletto“, che si rivela piena di malinconia. Sarà effetto dell’inverno ponzese? Per fortuna, almeno speriamo, la primavera si avvicina.

Silveria Aroma conclude il suo affascinante excursus su “L’amore ai tempi della scrittura” parlando di figli, ma nell’ultimo tratto della settimana torna a deliziarci con “Cavoli e ricordi“, condito di appassionate citazioni letterarie.
La compagnia Nuovo Teatro Ponzese proprio ieri sera ha portato la commedia “‘O Scarfalietto” a Formia, dopo averlo rappresentato con successo sia a Ponza che a Ventotene: ad maiora, ragazzi!

Restando in tema di cose belle, Emanuela Siciliani ci propone un’altra testimonianza dallo Sri Lanka, piena di emozioni e di colori: da qui a immaginare un ideale asse tra quella terra e Ponza è tutt’uno. La protagonista del racconto infatti sollecita un intervento del nostro Sandro; e poi quelle persone sono venute davvero nella nostra isola, portando i loro saperi, i loro oggetti d’artigianato, le tradizioni.

L’acqua, protagonista, come dicevamo di questa epicrisi, entra quasi in punta di piedi nelle pagine del sito. Sollecitato da Franco De Luca a fornire qualche informazione in più sui “saperi idraulici” riguardanti Ponza e il suo passato, Arturo Gallia risponde con precisione, ma forse senza volerlo dà il via a una serie di interventi che lasciano il segno: basta la parola “dissalatore” alla fine del suo scritto, ma ancora di più il titolo: “L’acqua a Ponza, da sempre strumento politico“, lapidario ed esemplare.

Poteva restare indifferente all’argomento Rita Bosso, che di acqua, criteri e voci di spesa in bolletta aveva già trattato? Certo che no. Ed eccola infatti, dopo un interessante e circostanziato excursus di carattere storico sui coloni ischitani a Ponza del XVIII secolo, tratto dagli scritti di Giuseppe Silvestri, alla fine del suo pezzo “Di acque, di pozzi e di bestemmie“, mettere in evidenza soltanto le bestemmie, quelle di allora e quelle di oggi, seppure per motivi diversi.

A dare “il colpo di grazia” sull’acqua, sempre negli ultimi giorni della settimana, arriva Enzo Di Fazio con il suo pezzo, puntuale, esauriente e circostanziato come solo lui sa fare, in cui ci ritroviamo tutti. In esso evidenzia imprecisioni e magagne della nuova gestione, analizzando le varie voci riportate in bolletta, sottolineando le difficoltà di avere chiarimenti e informazioni, e condividendo le perplessità di tutti i ponzesi di fronte a una condotta a dir poco discutibile.

2 Comments

2 Comments

  1. arturogallia

    20 Febbraio 2017 at 11:31

    Chissà se era senza volerlo…

  2. Luisa Guarino

    20 Febbraio 2017 at 18:22

    Appunto, caro Arturo: perciò ho premesso “ma forse”. Grazie dell’assist: non aspettavamo altro. E grazie per la preziosa e qualificata collaborazione.

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