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Le ‘primarie’ a Ponza?

di Biagio Vitiello

 

In una riunione tra amici – i miei amici di Punta Incenso – si è arrivati a parlare del prossimo candidato sindaco di Ponza per le prossime elezioni.

Dopo una appassionata discussione, con gli animi riscaldati da una genuina passione politica e partecipativa, si è giunti alla conclusione di come trovare una candidato-sindaco adatto a governare la nostra “complessa isola”.
Uno dei punti irrinunciabili è che sia “indigeno”, con certificato di origine controllata.
Quindi sono emerse due posizioni principali:

– bisogna assolutamente evitare che il candidato sindaco venga imposto o ‘confezionato’ da una cerchia ristretta, da un gruppo di interesse o lobby; diciamo all’uso nostrano, da “amici” (ponzesi-indigeni e non). Per ottenere ciò bisogna fare delle “primarie”.

Oppure:
– fare un programma (abbastanza sintetico, di cinque punti cardine), da proporre ai candidati sindaci; chi accetta il programma deve essere lealmente supportato.

Questo programma verrebbe sviluppato sui i seguenti temi:
1) Sviluppo e lavoro
2) Edilizia
3) Qualità della vita
4) Lotta agli sprechi
5) Protezione della residenza-vera

Successivamente svilupperò nel dettaglio i suddetti punti.

Quanto all’attuale sindaco e al suo operato – “omissis”… “omissis”… – c’è chi lo vede addirittura escluso dalla prossima competizione…

 

Immagine di copertina. Vignetta di Altan

1 Comment

1 Comment

  1. vito favata

    18 Febbraio 2017 at 22:22

    Il sindaco che vorrei

    – Vorrei un sindaco che sia di Ponza, ci abbia vissuto per anni, meglio se nato e cresciuto per conoscerne a fondo gli equilibri.
    – Vorrei un sindaco che deve “amare Ponza” e condividerne il futuro.
    – Vorrei un sindaco con la caratteristica importante di avere una forte “conoscenza della macchina pubblica” per saperla modificare e motivare per farla ripartire.
    – Vorrei un sindaco che abbia una profonda “conoscenza del settore privato” perché senza sostegno all’impresa, semplificazione e detassazione, non si rialzano il commerciante, l’artigiano e l’imprenditore e non si crea occupazione.
    – Vorrei un sindaco che sia un “forte negoziatore”, rispettato dalla burocrazia.
    – Vorrei un sindaco dalla parte della gente e non delle lobby di potere.
    – Vorrei un sindaco battagliero, che non chinasse la testa davanti a niente e nessuno se in gioco c’è il bene dei cittadini tutti.
    – Vorrei un sindaco che non si facesse abbindolare dal potere, qualsiasi esso sia e da qualsiasi parte arrivino le lusinghe.
    – Vorrei un sindaco che ai tavoli istituzionali dicesse: “non mi muovo da qui se non mi date risposte concrete”.
    – Vorrei un sindaco che pensasse a creare economia per tutti.
    – Vorrei un sindaco che non mettesse in mano a privati la nostra bella isola.
    – Vorrei un sindaco di mente fresca, di idee chiare, di valori e principi sani. Un sindaco che lavorasse per il bene comune e per il bene della sua popolazione.
    – Vorrei un sindaco che attraverso l’archeologia, il turismo, la bellezza dei luoghi, la cultura, il cibo, l’agricoltura sostenibile creasse la vera ricchezza di questi luoghi e dei suoi cittadini.
    – Vorrei un sindaco che non scendesse a compromessi con nessuno, in primis con la sua coscienza, poi con i potentati economici.
    – Vorrei un sindaco libero, affiancato da una Giunta libera e sostenuto da un Consiglio ancora più libero.
    A pensarci bene, vorrei cose normalissime.

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