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Che male c’è, che c’è di male?

di Luisa Guarino

 

“Non c’è niente di male nel provare nostalgia”: non lo dico io (che potrei anche farlo) ma Danny Boyle, regista di “Trainspotting 2”, parlando del secondo capitolo del film di culto appena uscito a distanza di vent’anni. In un’intervista un giornalista gli ha chiesto se non avesse il timore che nel film prevalesse troppo la nostalgia, e Boyle ha risposto: “La nostalgia c’è e riguarda tutti. Anzi, spero che il pubblico rimanga toccato proprio da questo aspetto, non solo pensando al film originale ma tentando di ripensare al proprio passato”.

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Se questo vale per “Trainspotting” vale anche per noi, ho pensato, riflettendo sul commento che il nostro Sandro Russo ha scritto al pezzo di Franco De Luca “Scalinatelle” (leggi qui [2]), già ampiamente commentato. Sandro ha notato una sorta di rigurgito di nostalgia che lo preoccupa, perché parrebbe rapppresentare ai suoi occhi una pericolosa involuzione.

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Per darci la sveglia ricorda che una situazione analoga si è verificata quattro anni fa [Elogio della Nostalgia (1) [4] ed Elogio della Nostalgia (2) [5]].
Sarà la recrudescenza di un’epidemia? mi sono chiesta: però a pensarci bene non mi sembra tanto grave. La nostalgia è una componente della nostra vita, purché naturalmente non diventi un “piacere” solipsistico che non ci sappia far guardare avanti. Ma non credo che a Ponzaracconta corriamo questo rischio, nonostante talvolta qualcuno indugi e indulga un po’ più del dovuto.
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Perciò mi sento di dire, prendendo in prestito le parole di un artista come Pino Daniele, pietra miliare della nostra musica e della nostra vita: “Che male c’è, che c’è di male?”. Nostalgia insomma, può anche essere bello.