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Un sorriso, pur se amaro, ci sta tutto!
È una storia che risale a circa 15 /20 anni fa. Si svolge a Santa Maria. Erano in corso dei lavori commissionati dalla Provincia, si trattava di un allargamento e rifacimento di tutto il manto stradale della strada Ponza – Le Forna. L’impresa, dotata di un potente escavatore, allargava la curva della strada che si immetteva a Santa Maria poco avanti le prime abitazioni, per capirci prospicienti il terreno di Attilio Mazzella. La ditta, dopo aver fatto la traccia delle fondazioni, finisce l’orario lavorativo e stacca. Abitando da quelle parti, nel tornare a casa vedo un amico, impresario edile, che tutto accucciato nello scavo “sembrava cercare maruzze”, attento a non perdersi neanche un particolare. Non ci restò altro da fare che emulare l’amico impresario e, anche noi accucciati ‘a cercare maruzze’, senza grandi conoscenze di archeologia – si vedemmo, levando un po’ di terra, delle lastre di marmo grigio e delle lastre di marmo rosse 40×40 da un lato e dall’altro tanti piccoli cubetti di travertino giallino a mosaico ! …Apriti cielo! Discussione accesa tra noi su cosa fare, uno degli amici più avanti con l’età ci consigliò di lasciar perdere perché qualunque denuncia avessimo fatto l’unico risultato che avremmo ottenuto sarebbe stato che fermavano i lavori e avremmo fatto il giro della panoramica per anni (…e non si sbagliava!) Convenimmo su un primo punto condiviso ovvero che quel ritrovamento archeologico era davvero importante; così senza perdermi d’animo chiamai l’amico mio e di Ponza Leonardo Lombardi, geologo nonché esperto idraulico e archeologo che mi disse subito che il marmo rosso veniva sicuramente dall’Africa ed è certo che doveva essere una villa imperiale importante visto il pregio dei materiali impiegati. Ci consigliò di avvisare il sindaco, visto che non ci sono abitazioni ed è solo terreno agricolo per di più quasi abbandonato… uno scavo era una cosa ottima per Ponza . Il solito amico insisteva sempre di più di non far nulla e non credere ai sogni. Attilio era presente e chiese al responsabile dei lavori pubblici chi fossero quelle persone. Gli esperti della regione dissero che non c’era niente di romano e che era tutto regolare. I lavori furono fermati per più di un anno, poi, un giorno, misero un telo di tessuto non tessuto e fecero – sopra i mosaici – una bella colata di decine di metri cubi di cemento per mantenere la curva della strada… A volte è meglio sorridere, voi cosa ne pensate?
Immagine di copertina. Particolare decorativo di mosaico pavimentale appartenente alla villa romana di Casignana (Reggio Calabria)
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