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I fichidindia (i ffechetinie)

di Domenico Musco
Fichidindia mare.2 [1]

 

Sono circa dieci anni che ho iniziato ad occuparmi dei fichidindia e scopro sempre cose nuove.
Di fichitinie ce ne sono di diverse varietà anche se sembrano tutte uguali. Ma con un occhio attento si scopre che c’è quella giallo-arancio, la più conosciuta, poi quella a pasta bianca, c’è la sanguigna (rossa), quella pugnosa, con le spine molto lunghe, quelle senza spine, o poche in verità (i bastardoni siciliani) e infine un tipo di fichidindia che ha una maturazione tardiva, praticamente natalizia.

Fichidindia a polpa rossa [2]

fichidindia sbucciati in piatto [3]
Queste sono le piante che sono riuscito a far crescere nel mio terreno. Se qualcuno ha altre conoscenze e le vuole condividere gliene sarei molto grato perché è un soggetto che mi interessa molto.

Che dire di questa pianta grassa e solare tipica di Ponza, forse che è simile a noi ponzesi, belli succulenti e pugnuse?

Nel terreno intorno alla paletta nessuna pianta od ortaggio cresce bene perché la pianta di fichidindia ha radici superficiali ‘a ragnatela’ che assorbono tutta l’acqua e non dà spazio di crescita alle altre piante .
Ecco anche perché si trova quasi sempre in bella mostra nei confini di proprietà.

Può sembrare strano ma ha molto bisogno di concime e acqua perché si possano poi gustare delle buone fichitinie e, ancora più strano, anche lei ha bisogno di essere potata, con la regola delle tre esse, ovvero tagliare i rami secchi, storti e stretti per cercare di ‘aprirla’, di far entrare sempre il sole al centro: Nil sine sole, nulla senza il sole.

Opuntia flower [4]

Quando in primavera dai fiori legano i frutti  anche qui come per altre piante da frutta bisogna levarne un po’ se ci sono tanti frutti sulla paletta affinché poi quelli rimasti siano siano grandi e più saporiti.
Aggiungo un’altra cosa che costituisce una stranezza botanica: le ‘palette’ non sono le foglie bensì il tronco, di consistenza più carnosa in periferia, progressivamente più fibro-legnosa verso la base. Nelle palette giovani avviene la fotosintesi clorofilliana; assolvendo così alla funzione che nelle altre piante è svolta dalle foglie, Le vere foglie invece sono appena visibili, lunghe pochi millimetri, nascono alla base di varie gemme sparse sulla superficie delle pale e sono effimere. Intorno alle gemme sono disposte le spine, più o meno lunghe e rigide. Queste spine, più grandi e fisse, sono diverse dalle fastidiose spinette che proteggono il frutto.

I fichidindia, come frutto, conviene coglierli dopo una pioggia e al mattino presto, metterli in un secchio, con una scopa levare un po’ di spine, pulirli e servirli fresche.
Per conservarle più a lungo l’amico Tonino di Ventotene (leggi qui [5]) ci ha già fornito molti consigli…

frutto. PP [6]

La pianta ha diversi impieghi: quando si pota, tagliando le palette a pezzettini e passandoci sopra con la motozappa si fa concime per il terreno; con le palette novelle pulite e tagliate a fettine qualcuno ci fa pure la parmigiana che, debbo dire, non è male.
Il palettone (il tronco secco della pianta) è praticamente una scultura naturale bellissima e nei miei ricordi rimane il presepe fatto su un palettone da Franco Zecca, come una vera opera d’arte.

L’uso più interessante rimane però, a mio avviso, l’utilizzo del succo dei fichidindia per fare sia dei liquori sia la mostarda, che può essere pura oppure mischiata al mosto d’ uva che è in parole semplici una composta di frutta essiccata.

mostarde [7]

Da qualche anno ha preso piede la confettura di fichidindia che è una vera leccornia specialmente utilizzata per fare delle crostate ponzesi.

Marmellata di fichidindia [8]
Grazie Silverio – leggi qui [9] – per avermi dato lo spunto per parlare di questa pianta e spero che tanti buoni contadini e donne ponzesi si diano da fare per valorizzare di più quello che abbiamo in abbondanza davanti ai nostri occhi.
Per concludere penso che la signora che ti ha invitato alle Forna abbia ragione nel dire che quelli comprati dalla Sicilia sono più buoni; il fatto è che vengono trattati, lavorati e selezionati e non come i nostri che sono abbandonati e fungono da semplici muri verdi di confine.

Sicilia. Coltivazione [10]
Coltivazione siciliana di fichidindia in campo

Ma avremo modo di correre ai ripari e lancio anche una sfida agli amici amanti della campagna: facciamo “un tarallo” alla Sicilia, creando un marchio DOC della “fichitinia” ponzese!

Tramonto [11]

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Fichidindia_siciliani. cassette [12]

Le cassette di fichidindia dalla Sicilia, citate da Sandro Vitiello in Commenti