Ambiente e Natura

Scalinatelle

di Francesco De Luca

.

Scalinatella di Enzo Bonagura e Giuseppe Cioffi, canta Enzo Gragnaniello

.

YouTube player

Scalinatèlla,
longa
longa
longa
longa
strettulélla
strettulélla,
addó’ sta chella
‘nnammuratèlla?

Nun spónta ancora…
zuc
zuc
zuc
zuc:
zucculillo
zucculillo,
pe’ ‘sta viarèlla
scarrupatèlla!

Addó mme ne vogl’í, t”o ddico…e crídeme…
addó se ne po’ ghí chi è stanco ‘e chiágnere?!

Scalinatèlla
saglie
‘ncielo
o scinne
a mare
cercammélla
trovammélla,
pòrtame a chella
sciaguratèlla!

Chella s’è ‘nnammurata ‘e nu pittore
ca pitta Capre e parla furastiero…
e i’ porto ‘mpiétto nu dulore ‘e core
e sento che mm’accide stu penziero!

Scalinatèlla
longa
longa

A ghiuorne a ghiuorne parte nu vapore…
A ghiuorne ‘ammore mio se vótta a mare!

Scalinata sulla via Nuova

Ho ascoltato questa canzone nel pomeriggio di ieri. Plumbeo e muto. Se non fossero gli uccelli a folleggiare intorno alle molliche di pane sembrerebbe un paese in un tunnel.

Scalinatella, la canzone, mi trasporta in un’altra isola. La nostra, negli anni in cui si tentava di coniugare l’inaspettata ricchezza con l’evidente proclamata bellezza.

Le nostre scalinatelle erano oggetto d’ammirazione di entusiasti acquarellisti, gli amori che consumavano le grariate erano freschi come la giovinezza, e spensierati.
13051504_1291418694207157_15206877860533967_n
La gente godeva del suo scoglio e ne ambiva la valorizzazione.

Dovunque andassimo lo portavamo nel cuore il nostro scoglio, ne preservavamo il profumo e la sorridente cordialità.

13912443_1371134576235568_2890848912729897621_n

Dal mare alle catene sui colli, salendo le scalinatelle, con nel cuore l’orgoglio d’ essere privilegiati, anche se costava sacrificio la diversità isolana.

Orgoglio e fierezza, coniugavamo, fra stretti percorsi, con potente tensione. Noi, generazioni di ponzesi nonostante.

L’abbiamo amato questo scoglio, e lo amiamo tuttora.

13307256_1321811344501225_8800643076042121698_n

Dal mare al cielo. Viarelle che corrono fra miserie e rancori come fra zamperevite e fichetinie. Gli occhi schietti dei bimbi e il loro svelto dialetto, il cuore che pulsa fra i ciottoli delle marine, il viso dei nostri padri ad esortarci.

Oggi non possiamo negare noi stessi.

Dal mare della nostra ignavia al cielo della nostra fierezza, questa scalinatella ci porterà all’orgoglio d’essere Ponzesi.

Portone di Pascarella di qualche anno fa ancora con le vecchie vasole

 

5 Comments

5 Comments

  1. Luisa Guarino

    29 Gennaio 2017 at 16:18

    Ricordo a me stessa e a quanti come me hanno superato gli anta, che il brano “Scalinatella” ha quasi 70 anni, essendo stato scritto nel 1948. Ricordo altresì che nel 1964 è stata portata al successo da Fausto Cigliano, cantante napoletano di stile “confidenziale”, dalla voce calda e di grande fascino. E’ stata anche uno dei tanti cavalli di battaglia di Roberto Murolo. Si era in dubbio se fosse stata ispirata da Positano o Capri, ma le parole stesse della canzone fanno pensare a quest’ultima. Passando dalle parole alle immagini di Ponza di una volta, che ci colpiscono sempre molto, riconosco in quella del Bar Tripoli l’inconfondibile silhouette di Angelina Di Monaco, madre di Luigi Di Monaco nonché nonna di Angelina Di Monaco. Per quanto riguarda poi il bel gruppone di ragazzi sorridenti, riconosco Biagino, Silvano, lo stesso Franco De Luca, Tonino, Mario, Pinuccio. Chi sono gli altri?

  2. Biagio Vitiello

    30 Gennaio 2017 at 07:20

    Nella foto davanti al bar Tripoli, riconosco all’estrema sinistra Ermenegildo Colonna, nonno dell’omonimo dentista, e Tommaso Tricoli, nonno e omonimo del direttore delle Poste di Ponza.

  3. Franco De Luca

    30 Gennaio 2017 at 09:28

    Per Luisa.
    Gli altri sono: Silverio Anello, Pasqualino Scarpati, Ciro Parisi, Raffaele Abbenante, Titino Usai, Silverio Di Fazio, Silverio De Luca (Ricciolino), Feola Angelo, Cardillo (non ricordo il nome). Manca ancora un altro che non riconosco.
    Ciao Franco

  4. vincenzo

    30 Gennaio 2017 at 11:30

    Noi siamo ancora legati alla nostra isola come un tempo? Che cosa lega l’uomo alla propria terra? I giovani amano la loro isola? La felicità o l’infelicità individuale e/o sociale in un posto è la misura per spiegare l’amore o il disamore nei confronti del territorio di origine? Ci sono posti che legano più di altri o malgrado tutto il legame con questo è un fattore patologico?

    Ho trovato questa discussione http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/4316/voi-siete-legati-alla-vostra-terra-d-origine/p1

    “La domanda era questa: Voi siete legati alla vostra “terra” d’origine?

    Come da titolo: voi siete legati in un modo speciale, quasi indissolubile, al luogo dove siete nati e cresciuti, per cui allontanarvi o trasferirvi altrove vi crea una profonda nostalgia, quasi un’angoscia e non vedete l’ora di tornare?
    Oppure lo stare lontani dal vostro luogo di origine vi fa sentire comunque fuori posto, infastiditi e non riuscite ad adattarvi altrove?
    Lo chiedo perché per me non esiste niente di tutto ciò, anzi, io detesto il luogo (la città, la provincia e anche la regione) dove sono nata, le persone che ci vivono, che da sempre mi sono state ostili e comunque lontane dalla mia indole o modo di fare, per cui fin da piccola fantasticavo sul fatto di vivere altrove, finché da grande appena ho potuto mi sono trasferita.
    In effetti io non ho nessun problema ad adattarmi a nuove situazioni, se migliorative e non avrei problemi a trasferirmi anche fuori dall’Italia.
    Viceversa ci sono persone così legate al posto dove sono nate, che altrove non pensano neanche di poter stare o, se ci provano, debbono tornare indietro perché non stavano bene.
    Mi chiedevo se questa potrebbe essere una caratteristica neurotipica (l’attaccamento al posto di origine) e se al contrario il sentirsi “cittadini del mondo” o un po’ apolidi, è invece una caratteristica ND.
    Grazie a chi risponderà”.

    Potrebbe essere interessante capire in modo chiaro e sincero le opinioni dei ponzesi residenti invernali, non residenti, espatriati ecc.

    ***

    Nota della Redazione – Il riferimento di Vincenzo è stato estrapolato da un forum sulla Sindrome di Asperger e vanno chiariti.

    La Sindrome Neurotipica (NT) è un disturbo neurobiologico caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per le relazioni sociali, un delirio di superiorità, e un’ossessione al conformismo.
    ND sta per NeuroDiverso (è assimilabile ad NA = NeuroAtipico)

    La sindrome di Asperger (abbreviata in SA) è considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo, che tuttavia non presenta problemi legati all’intelligenza, alla comprensione e all’autonomia a differenza delle altre patologie classificate in questo gruppo, imparentata con l’autismo e comunemente considerata una forma dello spettro autistico “ad alto funzionamento” [definizione (parziale) da Wikipedia].

  5. Sandro Russo

    30 Gennaio 2017 at 19:04

    Quattro anni fa circa, che ci era presa una crisi acuta di nostalgia, sul sito, condensai in due articoli: Elogio della Nostalgia (1) ed Elogio della Nostalgia (2) quanto avevano scritto in proposito diversi collaboratori, tra cui Gino Usai, lo stesso Vincenzo, Lino Catello Pagano, Franco De Luca, Pasquale Scarpati e Gabriella Nardacci (in commento), oltre a diverse citazioni da libri e da film (i rimandi sono presenti nei due articoli citati).
    Per qualche tempo ci siamo chetati, sul tema. Se ora torna fuori (riciccia), siamo sicuri di ricordare e aver interiorizzato quanto fu scritto allora?
    Così andiamo avanti… perché ripetersi non ha senso!

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top