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Dietro e intorno ai nostri collegamenti marittimi

la Redazione

tetide

 

I trasporti isolani languono.
Dell’aliscafo non si hanno notizie. I mezzi cosiddetti veloci arrancano con tempi di percorrenza ben oltre l’ora e un quarto, come prevede il contratto Laziomar, e con corse incostanti: tra cattivo tempo, ormeggi insicuri e scarsa affidabilità dei mezzi stessi.

E il Tetide, la nostra nave migliore, che fa?
Si potrebbe dire che arranca anch’essa. Eh già, nelle ultime settimane pare proprio che il nostro Tetide stia saltando un po’ più corse di quanto le avverse condizioni meteo possano giustificare.

Si è fatto vecchio il Tetide? La nave ha problemi? I ‘corpi morti’ del porto non sono affidabili?
Potrebbe anche darsi o potrebbe darsi che così ci vogliono far credere.

Per ciò che riguarda la sicurezza degli ancoraggi nel porto è da tempo che si parla della necessità di una sistemazione seria dei ‘corpi morti’, ma sembra che debba essere la Laziomar privata a dovervi provvedere.
La Laziomar a quanto pare preferisce non spendere e l’amministrazione non sembra stia facendo pressioni a tal proposito, come per molto altro del resto.

Perché? I motivi possono essere diversi; non è da escludere che l’attuale amministrazione voglia sfruttare l’idea mediatica che il porto di Ponza è insicuro. Idea mediatica, nel senso di poter poi diffondere, utilizzando i diversi mezzi di informazione, il concetto che l’insicurezza del porto di Ponza rende necessarie nuove scogliere, modifiche etc.

A parte la bellezza del porto attuale, valutazioni di questa portata non si possono giustificare utilizzando eventuali spot pubblicitari, bensì prima si ascolta la popolazione e ci si avvale di tecnici specializzati. In ogni caso non si lasciano i cittadini bloccati o sull’isola o in continente, perché gli ancoraggi a Ponza, sia della nave che del mezzo veloce, non sono affidabili e quindi non in grado di consentire la permanenza delle navi nel porto.

Osserviamo che se il Tetide sta viaggiando poco, il Don Francesco qualche corsa in più la sta facendo. Cosa significa? Che il Don Francesco improvvisamente è diventato migliore del Tetide?

don-francesco

Anche qui, qualche dubbio sorge e qualche domanda ce la poniamo se il buon Tetide resta fermo qualche volta di troppo.

Ricordiamo cosa è successo con il Quirino? Prima lasciò a terra i passeggeri in un affollato ferragosto per gravi guasti e poi è diventato buono, dotato anche dell’ascensore per i disabili, per il golfo di Napoli.

Non è che si vuole far seguire lo stesso percorso anche al Tetide? Non più buono per le isole ponziane, ma valido altrove?

Il punto resta sempre lo stesso: se il nostro arcipelago ha mezzi ormai obsoleti, va fatta la sostituzione, ma deve essere una valida sostituzione. Navi buone come il Quirino e il Tetide vanno sostituite con navi dalla stesse caratteristiche o superiori, idem per l’aliscafo. Qui sembra invece di assistere ad un gioco al ribasso.

Ricordiamoci che il Don Francesco non è una nave, ma un hight speed craft, un mezzo veloce, e che solo un anno fa ci è stato presentato come mezzo di affiancamento al più sicuro Tetide… mentre oggi cosa si sta cercando di dimostrare?

Per fortuna che la vecchia Maddalena, nonostante le mareggiate e gli ormeggi, provvede sempre a rifornire le isole.

1 Comment

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  1. Biagio Vitiello

    24 Gennaio 2017 at 09:37

    Concordo con tutto quanto riportato nell’articolo della vostra redazione, ma si dimentica che questi “escamotage” li hanno utilizzati anche le precedenti amministrazioni, pur di arrivare ai loro scopi!
    Ne ricordo uno del recente passato: un giorno un assessore disse che via Parata era in imminente pericolo di crollo, e venne fuori un’ordinanza “ad hoc” di chiusura parziale di detta via (che non prevedeva peraltro la inagibilità degli edifici circostanti), al fine di dirottare dei finanziamenti che si dovevano spendere altrove. Il tutto fu fatto con il concorso di membri della passata amministrazione e di altre istituzioni! Ma mai nessuno ha voluto indagare su quanto da me asserito e denunciato; perché?
    Tornando ai collegamenti, voglio far notare che con l’entrata in funzione dei nuovi mezzi sulla linea Ponza-Formia, si sono persi numerosi e ulteriori posti di lavoro: che destino hanno avuto i ponzesi imbarcati sui Quirino, dal momento che sul Don Francesco, non è imbarcato nessun marinaio di Ponza?

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