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Epicrisi (106). Dall’ondata di freddo, all’onda del sentimento, all’eclisse della ragione
È stata la settimana del freddo, anzi del gelo, ma la nostra Rassegna Stampa ci ha mostrato un mondo in movimento. E cosa viene fuori dal nostro sito? Quanto sentimento questa settimana nelle pagine di Ponzaracconta! C’è quello mediato dalla letteratura, come Fa freddo di Isabella Cavan o Quanno iammo a piglia’ ’u vapore, e quello immediato che nasce dall’urgenza del presente, come Quale inverno di Franco De Luca o la richiesta di Aniello De Luca di ricordare le ragazzate ’i dint’ u vico. Stupenda poi, la poesia di Tommaso Lamonica che ci fa sentire a Frontone in primavera quando siamo in pieno inverno e con temperature più rigide del solito: … e mi materio di serenità. Il dualismo contrapposto ragione/sentimento non è mai stato foriero di buoni frutti, anzi porta al rischio, da un lato, di far cadere in un insulso sentimentalismo e, dall’altro, di diventare freddi applicatori di una logica senza anima. Ambedue le conseguenze sono molto pericolose nel mondo di oggi e ce ne dànno un avvertimento gli articoli di Marino Niola, proposto da Sandro Russo e quello di Sandro Vitiello dalla rivista Internazionale. Crediamo di trovarci all’interno di una comunicazione orizzontale in cui ognuno vale quanto un altro, ognuno ha diritto alla parola che, come in un gioco di specchi, rimanda un’identità rafforzata, assertiva – e quanto ce n’è bisogno nella nostra società alienante! -. Ma non è proprio così poiché chi conosce meglio le tecniche comunicative nell’abbinamento contenuto/strumento, può trascinare gli altri fin dove vuole e, quindi, varrà di più con l’avallo degli altri. Questo gioco di sopraffazione passa molto attraverso i sentimenti che vengono sollecitati ad arte e quello che non smette di meravigliare è che accade fra persone sconosciute. In realtà affidiamo quel misto di sentimenti e idee che costituiscono la nostra essenza a dei perfetti sconosciuti che ci possono manovrare senza che ce ne accorgiamo, quando non daremmo la chiave di casa nostra nemmeno al nostro vicino di casa che conosciamo benissimo da una vita. Forse ognuno di noi pensa di essere abbastanza intelligente da non subire alcuna influenza, ma nel contesto attuale rischiamo purtroppo di mostrarci presuntuosi. Troppo ampia è la conoscenza per poterla gestire tutta, e l’affidamento ad altri per arrivare ad ottenerla richiederebbe il riconoscimento dell’autorevolezza di chi la diffonde. Invece, sempre più pensiamo che, sapendo entrare in contatto con gli altri con internet, siamo padroni dello strumento e possiamo tranquillamente comunicare senza alcuna ricaduta negativa su di noi, scegliendo conoscenze/verità senza metterle in discussione perché ci sembrano ovvie, ci sembrano giuste. Purtroppo non teniamo conto del fatto che la rete, per quanto si articoli in senso orizzontale, offre a chi ha strumenti e potere accessi dall’alto con ricadute mirate verso il basso, e non solo. Possiamo anche servirci dei social inforcando gli ottimistici occhiali rosa attraverso i quali Marisol sceglieva di vedere ciò che voleva – La realtà aumentata -, ma dobbiamo essere consapevoli che stiamo correndo dei rischi. Veramente neanche Giggino, tornato a trovarci con Sang’ ’i Retunne questa settimana, nel procedere allo svecchiamento dei nomi delle strade, ha usato le lenti rosa! Invece Silveria Aroma ha usato il cannocchiale dell’amore per riportare l’amata figura di sua nonna Silvia fino a noi, volitiva, sicura, affettuosa: Amore raccontami. Lo sguardo rivolto a un passato molto lontano ci ha riportato alla ricostruzione delle figure di Santa Filomena – Giuseppe Mazzella, in Ponza controvento (1) e (2), invece, con agile movimento va verso il passato per riportarci al presente e riflettere sui destini della nostra isola. Scritta dal 2012, Questa premessa al volume che sta per pubblicare – scritto a partire dal 2012 e aggiornato al momento presente -, pone i problemi in cui Ponza si dibatte: l’assottigliamento dei residenti invernali e il depauperamento economico fra loro inestricabilmente intrecciati; la nuova gestione dei trasporti marittimi con l’occhio all’incasso; la lotta fra i pontilisti; la forte sensazione che l’isola sia ‘in saldo’. La sua lente non è rosa e il suo cannocchiale gareggia col microscopio. Del resto il tema del futuro della nostra isola non è di poco conto e richiede analisi attente. “A oltre duecentoottanta anni dalla colonizzazione i ponzesi si apprestano ad affrontare nuove e inedite battaglie, per superare le quali il carattere formatosi in condizioni al limite della sopravvivenza potrebbe tornare utile, ma non sufficiente. Riuscirà Ponza a salvarsi, conservando la sua originalità? Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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