Carannante Martina

Santa Domitilla. Considerazioni di Christine Whittemore dopo il convegno a Ponza

a cura di Martina Carannante

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Indirizzata alla nostra redattrice più giovane, perviene in redazione una lettera da parte di Christine Whittemore, scrittrice inglese,  frequentatrice di Ponza, di cui Silverio Lamonica ha presentato per il sito – nell’articolo: Ponza, isola di storia e di mistero del marzo 2016 – il libro “Inscription”.
Complimenti alla signora Whittemore per il suo italiano: abbiamo operato solo minimi ritocchi.
L’argomento è aperto per futuri approfondimenti e discussioni.
La Redazione

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Gentile Martina Carannante,
ho letto il suo articolo, molto interessante: Un pomeriggio alla scoperta di Santa Domitillaho provato a collegarmi su Ponzaracconta per lasciare un commento, ma non ho mai ricevuto la conferma tramite e-mail, ed allora Le scrivo direttamente.
Io sono quella Christine Whittemore di cui Silverio Lamonica ha parlato su Ponzaracconta, 23 marzo 2016.
Il mio libro, Inscription, è un romanzo basato sulla storia di Santa Domitilla.
Ho molto a cuore questa Santa ponzese! Sono stata così felice di sapere che si parla ancora di lei e proprio sul posto!
Che bello che la grotta di Santa Domitilla sia stata riaperta; quando facevo le mie indagini non ci si poteva entrare.
Avrei voluto esserci anch’io là dentro, all’incontro,  ad ascoltare il prof. Usai.
Come tanti racconti dei primi santi, quella di Domitilla é una miscela di leggenda, tradizione e storia; ad oggi nessuno può sapere che cosa é veramente successo.

Ci sono diverse opinioni fra gli storici, ma almeno possiamo separare la leggenda della storia, per quanto sia possibile. L’articolo, che suppongo sia basato su quello che ha detto il prof. Usai, è un buon lavoro di sintesi e presentazione di una faccenda complicatissima, ma trovo che i fatti storici (per come li conosciamo) sono mischiati con cose ormai accettate da tutti come leggendarie, senza che la differenza sia del tutto chiara.

Il mio libro é un romanzo: è la mia versione della vita di Domitilla, ma senza contraddire le cose già conosciute e andando a colmare lì dove c’erano le lacune. Quindi, prima di creare la mia versione, ho studiato tutto ciò che al riguardo potevo scoprire. Moltissime fonti ed autori, antichi e moderni, di diverse opinioni (e di opinioni ce ne sono tante!); se mi è permesso, anche se non sono storico di professione, vorrei aggiungere qualche parola… e per favore, perdonate il mio italiano!

1. Sì, San Girolamo ha scritto delle celle e del lungo martirio di una Domitilla su Ponza, questo perché – fra altri motivi, spiegati nel libro – ho seguito l’opinione che c’erano due ‘Domitilla’ mandate in esilio, l’una a Ponza, e l’altra, la zia, a Ventotene. Sono d’accordo con il prof. Usai, ma si doveva chiarire che questa nostra opinione non é, fra gli storici, quella della maggioranza (forse il prof. l’ha chiarito quando ha parlato); un’eccezione (tra gli storici) é stata la scomparsa professoressa Marta Sordi, che era dello stesso nostro parere.
Lungi dall’asserzione “oggi possiamo fare con certezza una distinzione” fra le due Domitilla esiliate, la maggioranza degli storici crede che c’era una Domitilla sola in esilio nelle isole Pontine, quella relegata a Ventotene (come dice Dione Cassio) e che San Girolamo ha fatto un errore.
Infatti, lo storico Brian Jones (nel suo libro sull’imperatore Domiziano) ha detto, della presunta Domitilla di Ponza, che non esisteva: “she can safely be discarded.”
Io non la volevo ‘gettare via’, la volevo salvare dell’oscuritá del passato, io credevo a quanto scritto da San Girolamo e alla tradizione di Ponza e per questo ho scritto il mio libro!

2. Ad un certo punto nell’articolo, troviamo la frase “tra storia e leggenda”, che potrebbe dare l’impressione che quello che abbiamo letto fino a quel punto sia storia, in realtà non è proprio così.
Per esempio, Nereo ed Achilleo: nella leggenda medievale, sono i servitori di Domitilla, i loro destini sono coinvolti con il suo e quindi la loro festa é nello stesso giorno, il 12 maggio.
Questo collegamento con Domitilla é probabilmente avvenuto perché due martiri cristiani con questi nomi sono stati sepolti nel “cimitero di Domitilla” (cosiddetto perché il terreno apparteneva a Flavia Domitilla, la zia, secondo la teoria delle due ‘Domitilla’ esiliate).
Nel quarto secolo una basilica é stata costruita sopra la loro tomba e il Papa Damaso ha installato lì un’inscrizione. Ma durante i secoli, le catacombe sono state abbandonate e la storia di Nereo ed Achilleo dimenticata, finché non si è stabilita la tradizione di collegarli con Domitilla [c’é un’altra chiesa a Roma dedicata a loro, dove questa presunta connessione é celebrata… è tutto spiegato nel mio libro].
Quando Giuseppe De Rossi ha fatto gli scavi nelle catacombe di Domitilla in 1874, ha trovato le perdute tombe originali e la basilica originale dimenticata, di Nereo ed Achilleo, insieme con l’iscrizione di Papa Damaso. Secondo l’iscrizione, i due erano soldati romani, uccisi per aver rifiutato di portare armi quando sono diventati cristiani; probabilmente intorno all’anno 200 sotto Diocleziano. E quindi non avevano niente a che fare con Domitilla e sono vissuti due secoli dopo; così la leggenda di Nereo ed Achilleo, con tanti altri dettagli dell’agiografia di Domitilla, é solo leggendaria.

Io credo che ci sia un nocciolo di veritá sotto la memoria delle celle di Domitilla a Ponza; per questo non rigetto del tutto l’idea della Flavia Domitilla esiliata a Ponza, come fa la maggioranza degli storici. C’é un compromesso, un modo di riconciliare gli opinioni; cosa che ho provato di fare (anche con un po’ di fantasia!) in Inscription.

Spero che non Le dispiaccia se ho scritto questi appunti in aggiunta al Suo affascinante articolo. Sono molto interessata a sapere di più su questo libro di Ernesto Prudente, Flavia Domitilla; non era stato ancora pubblicato quando faci le mie ricerche, forse c’é qualche informazione nuova. Cercherò di acquistarlo.
Se vuole piú info su di me o sul mio libro sono a Sua disposizione.

Spero che un giorno qualche casa editrice italiana, vorrà pubblicare un’edizione in italiano di Inscription, ma nel frattempo si trova in inglese su amazon.it, sia in formato libro tradizionale che formato Kindle.

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Forse torneró a Ponza quest’anno… e potró finalmente vedere le celle di Domitilla.
Cordiali saluti,
Christine Whittemore.

 

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Immagine di copertina: la vista della caletta dallo spazio antistante la grotta di S. Domitilla, a Ponza (NdR)

 

 

2 Comments

2 Comments

  1. Rosanna Conte

    10 Gennaio 2017 at 13:04

    Non so quali siano stati i criteri seguiti per dire che è San Girolamo ad essersi sbagliato, ma io credo che essendoci concordanza fra la versione di Eusebio da Cesarea (265-340) e quella di San Girolamo (347-420), dovuta alla tradizione cristiana, se c’è qualcuno che si è sbagliato è il vescovo e storico Eusebio.
    A suo vantaggio, però, bisogna dire che già doveva esserci una tradizione di devozione sull’isola di Ponza per una Domitilla che aveva avuto modo di radicarsi per ben due secoli prima di lui, visto che le vicende della santa sono da collocare alla fine del I sec. d.C.
    E’ per questo che non sarei così sicura dell’errore di Eusebio.

  2. christine

    9 Settembre 2019 at 12:31

    Con piu di due anni di ritardo leggo con piacere questo commento! Ha ragione Rosanna Conte, e ne parlo anche nel mio libro, che Eusebio da Cesarea ha parlato della Domitilla di Ponza prima di Girolamo. Ha detto che era esiliata a Ponza con altri Cristiani. Quindi se ci sia errore, sarebbe stato Eusebio a farlo per primo. Ma nel piccolo articolo qui-sopra, non ho potuto andare negli dettagli ed ho parlato dal presunto errore di Gerolamo perchè è stato propio lui a parlare della tradizione delle celle di Domitilla e della sua memoria curata dei Ponzesi ancora all’epoca del viaggio di Paola.
    Io credo che questa lunge memoria di Domitilla su Ponza sia troppo forte per essere leggendaria, e credo che sia Eusebio che Girolamo avevano ragione, anche se la maggioranza degli studiosi seguono invece Dione Cassio.

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