Attualità

In memoria di Maria Guarino

di Domenico Musco
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Vorrei aggiungere un ricordo molto personale in occasione della scomparsa dell’amica Maria Guarino.

Erano gli anni 1964/’65, e io mi trovavo come tanti ponzesi di allora in collegio a studiare
Fuori Ponza io in particolare stavo a S. Felice Circeo al “Villaggio della Mercede” gestito dai  padri/preti mercedari, uno dei tanti ordini ecclesiastici della chiesa, a 3 km da borgo Montenero.

Lo stato d’animo di un ragazzino di12/13 anni che sta lontano dalla propria madre e lontano dai propri amici e dalla propria isola (nell’ordine inverso!) ve lo lascio immaginare…
Sradicato e trapiantato in un territorio straniero in cui non condividevo nulla e infatti i miei ricordi della mia vita di allora sono tutti cancellati: non ricordo un nome uno (!) di un compagno di classe delle medie né nome o faccia di un prete né qualche episodio scolastico! Zero assoluto, tranne un raggio di luce che era Maria.

La domenica dopo la messa veniva a trovarmi Maria insieme al marito e mi portavano a pranzo a casa loro,
Mi sentivo in famiglia e non più abbandonato in una terra sconosciuta, a casa loro trovavo la pasta con il ragù e pure il formaggio (che amo molto) e poi le braciole al sugo, frutta e dolce (…i dolci mi piacciono anche più dei formaggi, ma è una bella lotta!) …E chi aveva mai mangiato così bene!?
(…)

Ti ho incontrata qualche anno fa d’estate, in una delle mie rare uscite estive verso la piazza, mentre passeggiavi dalle parti della macelleria di tua sorella.
Ti ho vista e non ho avuto il coraggio né di avvicinarmi né di salutarti; forse neanche tu mi hai riconosciuto, ora che sono anch’io io in età, con i capelli bianchi e non più il bambino di 12 anni affamato di tutto… ma il cuore mi è pulsato forte: il tuo viso era stampato nei ricordi di quel tempo passato.

Grazie Maria e perdonami se quella sera non mi sono fermato a ringraziarti.
Sei stata il raggio di luce che ha illuminato e dato forza e speranza al ragazzino che ero.

2 Comments

2 Comments

  1. Luisa Guarino

    10 Gennaio 2017 at 15:14

    Che ricordo bellissimo di nostra cugina caro Domenico, grazie: non conoscevo questo episodio. E nel tuo racconto c’è tutta la nostra Maria: accogliente, allegra, affettuosa, materna e ottima cuoca. Quanti bei pranzetti insieme, anche con i miei familiari, proprio in quella casa di Borgo Montenero dove sei stato anche tu. Grazie ancora di ricordarla insieme a tutti noi che le vogliamo bene.

  2. Rita Bosso

    10 Gennaio 2017 at 18:15

    Ho letto e riletto il testo ridendo e piangendo, sebbene non abbia conosciuto Maria, poi ho contato le righe (venti) e i caratteri (1500): sono bastati a Domenico per rendere la solitudine di un ragazzino, la generosità e l’empatia di una donna, la timidezza e la ritrosia di un adulto, la gratitudine. Splendido.

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