Ambiente e Natura

Anche a Ponza problemi di rientro a scuola

la Redazione

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Oggi, per il secondo giorno consecutivo i bambini di Santa Maria (asilo ed elementari) non fanno lezione. Dopo i lavori fatti, durante le vacanze, per montare i nuovi infissi e la cappotta termica del tetto, la scuola non è idonea ad ospitare i bambini.
Ieri tra la puzza dei prodotti utilizzati e la mancanza di riscaldamenti, gli insegnanti hanno fatto presente la problematica ai genitori che subito hanno portato a casa i bambini per la loro incolumità.
Con prontezza sono stati riparati i termosifoni; lo stesso primo cittadino si è recato sul luogo per assicurarsi che tutto fosse in regola.
Stamane tutti di nuovo a scuola per riprendere le lezioni, ma ancora l’edificio non era idoneo. Il forte odore degli agenti chimici usati per la ‘cappottatura’ e il pulviscolo ancora presente nell’aria hanno fatto sì che i genitori ritenessero non opportuno tenere i loro figli in quelle condizioni.
Tutti nuovamente a casa. Eppure le grandi pulizie straordinarie sono state fatte dalle collaboratrici scolastiche con la collaborazione di qualche mamma.

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I genitori degli alunni si domandano: come mai la ditta che ha effettuato i lavori non ha provveduto ad eseguire le pulizie della scuola in tempo utile? Perché non sono state chiamate ditte o cooperative apposite per far eseguire le pulizie delle scuole visto che ne hanno bisogno;  le mamme degli alunni hanno supportato le collaboratrici scolastiche, ma non spetta mica a loro fare le pulizie straordinarie!

Intanto si prolungano le vacanze per alcuni giovani isolani, sperando che domani tutto ritorni alla normalità.

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5 Comments

5 Comments

  1. Biagio Vitiello

    10 Gennaio 2017 at 16:48

    Mi stupisco di quanto scritto in merito alla scuola di Santa Maria. Secondo me se ci sono problemi anche di “Igiene pubblica”, bisogna far intervenire l’AUSL di Latina (distretto 5°) per verificare la salubrità degli ambienti scolastici; ma questo non si è fatto. Forse per timore di guai maggiori? …e allora si scrive qualcosa alla redazione di Ponzaracconta….

    Oggi pomeriggio sono andato a prendere mio figlio all’uscita della scuola, a causa del freddo e della pioggia (frequenta la prima superiore alla località Pantano di Le Forna), e con molto stupore ho constatato che tutti gli alunni di tale scuola devono andare alla “Chiesa” a piedi per prendere l’autobus e far ritorno a casa (pertanto devono percorrere circa mezzo chilometro anche col freddo e la pioggia).
    Possibile che mai nessuno abbia notato questo piccolo problema, che sarebbe estremamente facile da risolvere?

  2. polina ambrosino

    11 Gennaio 2017 at 21:42

    In questo gelido inizio gennaio, Ponza non è stata graziata dal tempo, come solitamente le succede e cosi anche noi isolani abbiamo avuto modo di vedere cosa succede in moltissimi altri luoghi dove il freddo è questo per molti mesi all’anno. Leggendo sui social e ascoltando i tg ho avuto modo di constatare come anche nel nostro capoluogo di provincia molte scuole sono state disertate dagli alunni perchè gelide,cosi come a Roma.
    La scuola di Santa Maria è stata oggetto di lavori che, a quanto pare non potevano essere posticipati per i soliti motivi burocratici, ed ha avuto la sfortuna di beccare il gennaio piu freddo degli ultimi anni.
    Ero a scuola il 9 gennaio ed è vero che faceva molto freddo e che si sentiva, ancora molto forte, l’odore dei prodotti utilizzati per le pareti. Sicuramente non si poteva restare a scuola per 8 ore in quella situazione, ma è sicuramente molto vero che il personale ATA si è dato da fare sin dal 5 gennaio e che già ieri la situazione era migliorata. Oggi sono stata nel plesso per la programmazione, e devo dire che non c’era più nè il forte odore nè il gelo di due giorni fa.
    Spero perciò che da domani questa protesta finisca perchè non ha più ragione di essere. Vorrei precisare anche che si poteva evitare l’accaduto posticipando l’apertura del plesso di qualche giorno, precisando che i giorni persi si potevano recuperare a fine anno: quando io ero in Liguria si persero ben 5 giorni di scuola per due allerte meteo e due terremoti. Ebbene la Preside, concorde con l’Amministrazione, chiuse i plessi e fece terminare le lezioni 5 giorni dopo la data prevista. Ora qui non si è trattato di una calamità naturale, mi si dirà, ma quei lavori era da tempo che venivano attesi e sono comunque serviti a migliorare un plesso, sebbene un pò frettolosamente. Per il futuro bisognerà di certo fare in modo che cose simili vengano fatte in periodi meno problematici e con maggiore accordo con le parti in causa (Comune, Scuola, Famiglie), ma di certo non è il caso di parlare di igiene pubblica.
    Vorrei ricordare che non molti secoli fa, c’erano genitori che mandavano a scuola i bambini da soli, in scuole dove NON ESISTEVANO I RISCALDAMENTI, DOVE GLI INFISSI ERANO INSTABILI, DOVE L’UNICA STUFETTA ERA SOTTO LA CATTEDRA DELLA MAESTRA. Quei genitori sono ancora vivi, perchè sono quelli che hanno cresciuto la mia generazione. Genitori snaturati? Non ci amavano? Non si preoccupavano per la nostra salute? Mi sembra che siamo venuti su senza particolari malattie… Erano altri tempi? Sì, lo erano. Erano di certo tempi in cui ci si vestiva a strati perchè a scuola faceva freddo e sotto il pantalone ti mettevano il pigiama e non facevi la sfilata di moda. Addirittura a Santa Maria e a Le Forna non c’erano nemmeno le scuole, ma si faceva lezione in vecchie case con un unico bagno esterno…
    Grazie a Dio non è più cosi, grazie all’evoluzione, al progresso, al benessere adesso l’inverno e l’estate, se sei al chiuso, non hanno differenza perchè ci sono i condizionatori che ci danno 25 gradi fissi.
    Però non usiamo dei lavori di manutenzione per fare crociate come se fossimo minacciati dalla centrale di Cernobyl. Abbiamo conosciuto tempi peggiori e motivi più gravi per allarmarci: questo non merita tanto clamore.

  3. Sandro Vitiello

    11 Gennaio 2017 at 22:34

    Condivido pienamente quanto scritto da Polina.
    Quando io frequentavo la seconda elementare a noi di Cala Caparra e della Piana ci sistemarono in un magazzino abbandonato della Samip che si chiudeva sulla strada con un enorme portone di ferro.
    La parte centrale del portone era sistemata con finestroni di vetro dai colori più vari.
    Qualche vetro però non c’era e nelle giornate di vento avevamo anche l’aria condizionata.
    Da allora tanto tempo è passato e tante cose sono migliorate.
    Addirittura qualcuno ha incominciato a credere che Ponza possa essere un paese normale dove valgono le stesse regole che si applicano nel resto d’Italia.
    Bisognerebbe però spiegare ai genitori di quei bambini che non sempre è così e che quindi si può anche fare lezione in una scuola fredda o dove non c’è stata adeguata areazione alle aule in cui si sono fatti i lavori.
    Al massimo gli si può dare la stessa risposta che ci diede il sindaco Sandolo a noi ragazzini che protestavamo perchè nelle scuole medie a Le Forna pioveva dentro: “E voi spostate i banchi dove non piove”

  4. vincenzo

    12 Gennaio 2017 at 10:50

    Perché quando si invecchia si diventa vecchi?

    Che significa ricordare Sandolo e la sua frase primordiale?
    Dopo tutto quando eravamo giovani abbiamo combattuto queste frasi da padre-padrone.
    Potremmo dire anche: non vi piacciono le navi? Andate a remi! Non vi piace il poliambulatorio? Curatevi da soli! Oppure: “Se questo non vi sta bene allora partite, andate a cercarvi il meglio fuori dall’isola”.
    Molti ponzesi hanno fatto così: sono andati a svernare fuori dall’isola.
    Quelle scuole vecchie negli anni Settanta erano oggetto delle nostre critiche, delle nostre denunce, delle nostre mostre fotografiche, della nostra politica di giustizia, garantismo e progresso.

    Capisco le difficoltà, le emergenze, le comprendo per cui può succedere che una scuola rimanga chiusa per ristrutturazioni, perché il gasolio non arriva in tempo per cui non possono funzionare i riscaldamenti, perché non c’è acqua per i servizi igienici, perché la nave non arriva per cui i docenti non sono presenti ecc…

    Questi disagi i ponzesi li conoscono per cui in qualche modo li sopportano restando comunque a Ponza e iscrivendo i loro figli nelle nostre scuole. A questi genitori bisogna dire altro: “Scusate per il disagio, comprendeteci perché stiamo lavorando affinché queste interruzioni non ci siano in futuro. Abbiate fiducia in noi perché stiamo lavorando per voi e per i vostri figli affinché l’isola diventi sempre più viva, abitata, confortevole, sicura, e felice.”

    • sciarra monia

      14 Gennaio 2017 at 19:33

      Buonasera e salute.
      Tengo a precisare che tutte le strutture pubbliche si reggono sulle tasse dei cittadini, quindi a prescindere dai ricordi di ognuno, i genitori pagano le tasse in cambio di servizi che non devono risultare favori “per cui dire grazie”. Bene… si paga, ma i servizi arrivano con molta calma… e questo non è giusto per nessuno! Cmq il problema dei rapporti comune-scuola è la mancanza di rispetto istituzionale da parte del comune nei confronti della scuola; si usa la scuola a proprio comodo e i collaboratori scolastici devono pulire, ciò che non è loro competenza fare!
      Io ritengo che se i genitori lamentano delle problematiche si devono ascoltare, spiegare e scusarci tutti, Comune e Scuola, perché la gente non è scema!
      Su questa faccenda potrei scrivere all’infinito, raccontarvi caleidoscopici episodi, ma non amo mettere carne a cuocere quando la piastra è piena!

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