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Il vocabolario. La parola mi riporta ai tempi del mio primo vocabolario. Allora si acquistava per l’accesso in prima media. Ricordo che passai davanti all’osteria (e campo di bocce) dove stavano i vecchi a farsi un quartino e uno di loro mi disse, tra lo sfottente e l’ammirato: ’Uagliò’, ma te gli siedda ’mpara’ tuttu quante, ’ssu libbrone!? . Parole d’autore Cos’è un sorriso? Cosa vuol dire tecnologia? Lo Zingarelli 2017 lo ha chiesto a personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo Le risposte non solo spiegano significati, ma raccontano storie e visioni del mondo. Singole lettere seguite da un punto, parentesi quadre e abbreviazioni. I primi elementi in cui ci imbattiamo, quando cerchiamo un termine nel dizionario d’italiano, sono così tecnici e asettici da farci scordare che dietro alla parola, anzi, al lemma in questione, c’è un mondo. Ed è proprio per ridare spazio ai pensieri, di cui le parole sono i vettori, che per il terzo anno consecutivo il vocabolario della lingua italiana Zingarelli amplia alcune definizioni con il contributo di esponenti della cultura, della scienza, dello sport e del costume. Gli autori hanno avuto libertà piena per elaborare le loro definizioni, tanto che alcune sono piccole storie, altre trattati scientifici capaci di condensare una visione del mondo in poche righe (come nel caso di “pianta” del neurobiologo vegetale Stefano Mancuso). Gli artefici del progetto, Gianluca Orazi e Andrea Tarabbia, hanno raccolto adesioni appassionate, nessuno tra gli interpellati si è tirato indietro. «Tra gli inviti ricevuti, questo è stato certamente il più inaspettato — dice Paola Cortellesi — Sono lusingata e felice che un termine tanto prezioso (sorriso, ndr) possa essere associato al mio nome». Il gusto delle “definizioni d’autore” è anche mescolare le competenze, per cui se “attore” spetta a Piera Degli Esposti, Marco Paolini si cimenta con “tecnologia”. Ed è un successo. Alle personalità coinvolte dai curatori con il gusto di mescolare le competenze è stata garantita piena libertà nell’elaborare i loro contributi Alcuni sono lucidi come trattati, altri densi come aforismi Si scopre così che il sentimento è una cipolla e che le piante vedono, ma senza occhi… Disegno di Tullio Pericoli “lo Zingarelli 2017” (cartaceo e digitale) a cura di Mario Cannella e Beata Lazzarini, comprende 144mila voci e 380mila significati, aggiornati ogni anno. LE DEFINIZIONI Attore Contemporaneo Emigrare Segno Sorriso Estratto (parziale) da “La Repubblica” del 19 dicembre 2016
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Aggiungo qualche mia considerazione su due dei temi proposti nell’interessante articolo.
L’attore e la risata
L’attore, quello vero, è colui che sa impersonare i personaggi così bene che riesce a trasmetterli agli altri. Ognuno così si sente un po’ parte di quel personaggio a cui forse vorrebbe rassomigliare o addirittura essere. Siamo sempre attori nel senso etimologico del termine. Non so, invece, quante volte siamo o lo siamo stati nel senso comune cioè come colui che recita. L’attore è colui che fa emozionare e divertire. Soprattutto divertire.
Divertimento che sfocia, a volte, in una risata piena o come si suol dire grassa. Quella risata che prende lo stomaco, che è irrefrenabile, che, in quell’attimo, non fa capire nulla (come l’orgasmo).
Quella risata che è, guarda caso, una prerogativa umana, che spesso, anche se momentaneamente, risolleva dai mali; alla quale, però, non viene dato ampio spazio perché, forse, considerata futile. Si preferisce dare spazio, invece, alla tristezza, alla mestizia forse perché ci piace aggrovigliarci ed essere musoni. In definitiva: ci piace di più lamentarci.
È come quando due si incontrano: dopo i “come stai” e “tutto bene” si cominciano a sciorinare tutti i malanni e gli affanni, anzi subentra una sorta di gara a chi ne ha di più. Hai visto mai due che incontrandosi, dopo i saluti si raccontano una… barzelletta? Il più delle volte: problemi, lagne e malattie.
Un bel respiro profondo, una bella risata (vera e sincera) non di circostanza, è quello che ci vuole per affrontare questo nuovo anno che, come sempre, è pieno di incognite.