Personaggi ed Eventi

21 dicembre: una data, qualche ricordo

di Irma Zecca

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Il 21 dicembre è il giorno in cui sono nata e proprio oggi voglio fare un omaggio ai miei genitori tutti e due nati nel 1916 ricorrendo, quindi nel 2016, il centenario della loro nascita.

Foto matrimonio

Da questo momento in poi iniziò tutto… la loro vita insieme e la nascita di noi tre fratelli

Quanti ricordi bellissimi! Da bambina, alcune sere, mi fermavo a sbirciare, dalla porta socchiusa della camera da letto… Papà era seduto alla scrivania, che occupava un angolo del salotto, la luce centrale spenta – di acceso c’era solo la lampada da tavolo che gli permetteva di continuare a scrivere sui registri portati dall’ufficio; curiosa chiedevo a mia madre: – Ma papà quando viene a dormire?
E lei: – Non preoccuparti, verrà appena avrà  finito.

Al mattino appena sveglia incominciavo a parlare e mamma mi prendeva per mano e con l’indice sul naso mi faceva segno di stare zitta, andavamo in cucina per la colazione, mi raccomandava: – Papà ieri sera ha fatto tardi, quindi lasciamolo dormire un po’ di più.
Passavano appena dieci minuti che eri già con noi a fare colazione .

Nelle feste natalizie il vostro ricordo è ancora più vivo; rimembro quando andavamo a Le Forna, da Augusto che aveva un negozio di alimentari e tessuti e tante cose ancora – erano due grandi stanze divise da un arco aperto un bancone lungo diviso da un piano apribile che ne permetteva il passaggio – a me sembrava immenso e c’era un odore particolare tra il mangereccio e il nuovo dei tessuti. Io ero attratta da quelle palline scintillanti per l’albero di  Natale.

Mio padre mi diceva:  Ti piacciono?  …Scegli!
Scegli… è una parola! Io le avrei prese tutte, ma sapevo che non era possibile. L’educazione ricevuta era quella, infatti non ho mai pianto per un qualcosa che non mi hanno dato, c’erano le regole ed andavano rispettate, allora, i miei occhi scorrevano avanti e indietro senza saper prendere una decisione.
– Dai! Scegline tre e poi decido io quale comprare.
Faceva papà… Che sollievo! Tre potevo decidere, ma una sarebbe stato difficilissimo .

Al momento di pagare, mio padre mi diceva: – Brava hai scelto delle palline che non costano tanto e allora le portiamo a casa tutte tre!

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Non so quanto era vera questa cosa, ma di certo mi faceva felice. Mentre percorrevano la stradina che ci portava a casa non camminavo, ma ballavo e cantavo per la gioia. Penso di aver avuto cinque anni e ancora oggi quando metto sull’albero di Natale l’ultima pallina che è sopravvissuta nel tempo, certamente ha perso la brillantezza, suscita in me la stessa gioia.

Cari genitori, grazie per tutto quello che ci avete dato o meglio, per tutto quello che ci avete trasmesso…

Con affetto, per sempre.

 

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