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Bella e perduta. L’angelo di Carditello

di Sandro Russo

 

Sul sito ci siamo imbattuti nella reggia (borbonica) di Carditello in almeno due occasioni, tra l’altro tra loro connesse.

Quando nella competizione per “i Luoghi del Cuore” del FAI ce la siamo trovata per un bel pezzo davanti, nella nostra battaglia per il Faro della Guardia, come altro luogo indicato come meritevole di conservazione e protezione dal degrado.

reggia-di-carditello-o-discarica

terra-dei-fuochi [1]
Di qui la curiosità che ha stimolato appena possibile un viaggio più globale, nei luoghi e tra le realizzazioni dei Borbone; fatto poi nell’estate scorsa (leggi qui [2]).

Naturalmente a quel tempo avevamo già visto e apprezzato il film di Pietro Marcello che appunto alla reggia è dedicato, e a un personaggio simbolo di quel luogo, Tommaso Cestrone, “l’angelo di Carditello”.

Il terzo incrocio è stato l’altro ieri, una serata romana dedicata al regista Pietro Marcello dalla Scuola di Cinema “Sentieri Selvaggi”.

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La serata del 14 dicembre a Sentieri Selvaggi. Massimo Causo con Pietro Marcello

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Ci ha parlato, il giovane regista – quarantenne, originario proprio di quei luoghi – dell’amore per la sua terra, del dolore per averla vista sotto i suoi occhi diventare discarica e “terra dei fuochi”, quella Campania felix capace di dare anche tre raccolti l’anno!

E ci parla della sua predilezione per il documentario, arte dell’imprevisto, con piccoli spot relativi a suoi tre lungometraggi:
– “Il passaggio della linea”, del 2007, sui pendolari dei treni di notte, tra il Sud e il Nord d’Italia;
– “La bocca del lupo”, del 2009: tra il film e il documentario, sui quartieri dell’angiporto di Genova e l’umanità ‘di frontiera’ che ci vive;
– infine questo “Bella e perduta” del 2015.

una-sequenza-del-docu-film [5]

C’è un Pulcinella intermediario tra il regno dei vivi e quello dei morti, c’è un bufalotto (Sarchiapone) che fa da voce narrante, alcuni incontri che ruotano intorno alla reggia “bella e perduta” come la terra in cui è stata edificata.

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E Tommaso Cestrone, il pastore che per tutta la sua (breve) vita, volontariamente e senza compenso, ha difeso da vandali e camorristi la Reggia di Carditello.
Tommaso è morto per infarto, a 48 anni, il 24 dicembre 2013 durante le riprese del docu-film di Pietro Marcello, e l’opera – nelle parole del regista – ha preso un’altra direzione…

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Tommaso Cestrone

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Racconta Tommaso nel film: Una macchina si è fermata e il tizio che la conduceva mi ha chiesto: “Chi ti ha dato questo appalto?” Io stavo lavorando con la pala meccanica e gli ho risposto: “Sono un volontario”. Mi hanno preso in giro. Dopo due giorni mi hanno messo una bomba carta, mi hanno avvelenato le capre, bruciato una roulotte, quattro copertoni della macchina tagliati con il coltello. Non voglio andare avanti perché tocchiamo un tasto pericoloso”.

“Due settimane dopo la morte di Tommaso lo Stato, negli anni assente, ha deciso di investire nel Real Sito. Il 9 gennaio 2014 Massimo Bray, l’allora ministro della Cultura che mesi prima aveva visitato la reggia e incontrato il pastore volontario, ha acquistato Carditello. Un impegno di due milioni e 250 mila euro, capitalizzato dalla San Paolo, ex Banco di Napoli, la stessa banca che aveva provato a vendere la tenuta con undici aste andate a vuoto.
Ora i lavori di pulizia e recupero sono iniziati lentamente, mentre sulla facciata principale sventolano il tricolore italiano e la bandiera dell’Unione Europea” [Da L’Espresso del 16 nov. 2015].

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Nella serata con Pietro Marcello non se n’è parlato, ma una caratteristica di rilievo nelle sue opere è l’impiego del found-footage, una tecnica di montaggio che utilizza materiale preesistente, girato con tecniche diverse e per altre finalità, successivamente riassemblato in un nuovo contesto, in un tutt’uno fluido (nei film di Marcello questi inserti sono opera di Sara Fgaier).

Nota –  Il dvd del film è in uscita per gennaio 2017