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Sant’Aniello, ‘nu passe ‘i pecuriello

di Luisa Guarino
pecuriello [1]

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A volte mi viene il dubbio che a Ponza abbiamo un calendario con santi tutti nostri, e il recente caso di San Silverio (20 giugno e 2 dicembre?) mi porta in questa direzione.
Fatto sta che per quanto ne so oggi è Sant’Aniello, anche se in giro si legge tutt’altro: vediamo se i miei conterranei possono venirmi in aiuto.
A questo nome, piuttosto diffuso a Ponza così come in Campania (è il protettore delle partorienti), si lega nella fattispecie il piccolo progressivo aumento delle giornate, intese come luce del giorno. Personalmente soffro tantissimo la fine dell’ora legale, credo di averlo detto altre volte: così dall’ultima domenica di ottobre non faccio che aspettare un’altra ultima domenica, quella di marzo del nuovo anno.

Ecco quindi che anche un piccolo progresso mi fa sentire meglio. A Ponza poi, o almeno nella mia famiglia, ho sempre sentito dire: “Santa Lucia, ‘nu passe ‘i gallina; Sant’Aniello ‘nu passe ‘i pecuriello”.
Il significato è chiaro: a piccoli passi, ogni giorno di più, le giornate cominciano ad allungarsi. E a me tanto basta. Inoltre il nome Aniello mi è molto familiare: così si chiamava il mio nonno paterno, e così si chiamava mio cugino, che viveva a Roma e per questo con gli anni era diventato Nello, salvo tornare al nome originale quando veniva a Ponza, tra i parenti e gli amici di casa.

Non so se questo proverbio “made in Ponza” trova riscontro fra tutti i ponzesi oppure se girava, e gira tuttora, perché le tradizioni ci piace mantenerle finché ce n’è memoria, soltanto nella mia famiglia e tra le persone che conoscevo e frequentavo soprattutto durante l’infanzia, quando l’imprinting è decisivo.
Intanto buon onomastico agli Aniello che conosco, e a quanti come me patiscono questi mesi ‘bui’ dico: dai, in fondo il peggio dell’inverno… è gia passato.