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Memo 55. La Grande Munnezza

la Redazione

 

Finisce oggi una settimana senza Munnezza; sentiamo il dovere di tranquillizzare i cultori della materia, di assicurare che nulla è stato fatto per rimuovere gli amati cumuli, di convincerli che essi, gli amati cumuli, sono la Vera Bellezza, la Grande Bellezza che a tutto sopravvive, che cresce e si moltiplica, che nessuno osa rimuovere.

Nel votta-a-te-tira-a-me che sempre si sviluppa quando si discute di smaltimento rifiuti, una certezza sembra ormai acquisita: l’area sommersa di munnezza non verrà mai ripulita.
Ne è prova la querelle tra il Presidente del Parco del Circeo e il Sindaco di Ponza: il Sindaco accusa il Parco di aver ridotto Zannone a un immondezzaio, il Parco e il Ministero dell’Ambiente rispondono che la rimozione rifiuti spetta al Comune di Ponza, i sacchi di plastica giacciono indisturbati sui sentieri e sui lidi di Zannone, fulgido esempio di Munnezza Naturalistica.

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Anche la Munnezza Archeologica è scrupolosamente preservata, come documentano le immagini e gli articoli  che abbiamo pubblicato a settembre; il Sindaco comunicò che era entrato nella Cisterna della Parata ad agosto e che le operazioni di pulizia erano imminenti. Ad oggi lo stato dei luoghi è immutato.

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Le foto che circolano sul web mostrano che il materiale edile di risulta non sempre viene trasferito in terraferma e smaltito nelle apposite discariche; talvolta è ammonticchiato in ridenti collinette che movimentano un panorama altrimenti piatto e anonimo, a testimonianza del proliferare della Munnezza Edile.

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Nell’ultimo mezzo secolo l’arte ha nobilitato la Munnezza, le ha conferito dignità estetica; ne è esempio Venere degli Stracci, installazione di Michelangelo Pistoletto.

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Il segno della nostra civiltà non sta nella Venere candida ma nella montagna di stracci multicolori destinata ad accrescersi, a crollare prima o poi su una statua che è segno di un’altra epoca, che appare estranea e fuori luogo.
Dal momento che con la Munnezza dobbiamo convivere, è il caso che impariamo ad apprezzarne la bellezza intrinseca.

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