Ambiente e Natura

Mussolini a Ponza

proposto e tradotto da Silverio Lamonica

.

Questa volta si occupa di Ponza la prestigiosa CNN con un reportage sul breve soggiorno del dittatore fascista nell’isola.
E’ producente che luoghi turistici nostrani sfruttino il
“brand Mussolini” come fattore promozionale? E’ la domanda che l’autrice dell’interessante articolo rivolge ai lettori.
S. L.

 

L’isola di Mussolini, le vacanze del temuto dittatore italiano
di Silvia Marchetti per CNN – 1 febbraio 2016: http://edition.cnn.com/2016/02/01/travel/ponza-italy-mussolini/

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La prigione paradisiaca di Mussolini – il dittatore fascista italiano fu imprigionato sull’isola di Ponza, a nord ovest di Napoli, per dieci giorni nel luglio 1943

CNN
Agli umoristi neri piace mettere in risalto quanto segue: l’unico contributo storico di Benito Mussolini che vale la pena ricordare, fu quello di far circolare i treni in orario.
Possono aver mirato ad un’ altra eredità: il turista – ambasciatore.

Nel bene e nel male, l’alleanza con Adolf Hitler in tempo di guerra ha contribuito ad uno sfortunato boom per poche destinazioni italiane, ma nessuna più dell’isola di Ponza lungo la costa occidentale (italiana) dove nel luglio 1943 Mussolini fu imprigionato dopo aver perso il potere.

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Interni di Villa Torlonia, residenza di Mussolini dal 1925 al 1943

Qui i ricordi di un Mussolini in abiti succinti e innamorato sono ancora vivi tra i locali; cercando di trarre vantaggio dal suo breve soggiorno, “provò a sedurre mia nonna, giù alla spiaggia di Frontone, indossando dei boxer bianchi” dice la proprietaria della pensione, Silveria Aroma, indicando una lontana chiazza sabbiosa, piena di bimbi che giocano al sole.

ponza-spiaggia-di-santamariaAnche se prigioniero, sorvegliato dagli agenti di polizia, il leader del partito nazionale fascista fu apparentemente irreprensibile.

Mussolini era un latin lover –aggiunge Aroma – un tipico macho italiano”.
Come proprietaria della gradevole Pensione Silvia (a nove posti letto) Aroma sa come imbastire racconti romantici sulla breve “vacanza” del tiranno.
Ma non è l’unica.

Molti isolani ancora traggono profitto da vividi ricordi di seconda mano di Mussolini che passeggiava nel villaggio, che scriveva un diario, che meditava sulla sua caduta e forse – strano per un uomo che si scontrò con la Chiesa Cattolica all’inizio della sua carriera – volgersi a Dio in preghiera.

Ponza sfrutta anche il marchio Mussolini con la messa inscena di allegre performance estive, una presa in giro del duce e del suo soggiorno nell’isola.


Il marchio Mussolini
Mussolini tenne il suo paese in schiavitù dal 1922 al 1943, fino al declino della fortuna per l’Italia nella seconda guerra mondiale con cui finì per essere rovesciato e arrestato.

Per tener nascosto il luogo di detenzione alle forze tedesche che desideravano la sua restaurazione, il prigioniero Mussolini fu spostato continuamente di sede nel corso del 1943.
Fu quello il motivo per cui trascorse dieci giorni a Ponza, un atollo a forma di mezzaluna a nord ovest di Napoli.

A più di 70 anni da quei giorni bui, c’è al riguardo una curiosità in fase di ripresa, mista a nostalgia per l’uomo che una volta era noto come il duce, il leader; parallelamente a preoccupanti correnti sotterranee di neofascismo che si manifestano con i più zelanti entusiasmi.

Ponza è uno dei molti comuni italiani che sfrutta il “marchio Mussolini” come richiamo turistico.
C’è una linea sottile: una legge italiana del 1952 bandisce la pubblica apologia del fascismo (il divieto di ricostituire il partito fascista era previsto nella XII Disposizione Transitoria della Costituzione Italiana – 1948 n. d. t.) .


Le vecchie abitudini sono dure a morire.
“I poliziotti del luogo lo chiamavano ancora ‘Sua Eccellenza”, ricorda Silverio Capone, già assessore comunale e cultore di storia – quando passava, la gente avrebbe voluto applaudirlo e alzare la mano nel saluto fascista. Per anni il popolo è stato fascista, come puoi pretendere che da un momento all’altro diventi antifascista?”

Per decenni Mussolini aveva confinato i suoi avversari politici a Ponza, un’isola prigione fin dai tempi dei greci e dei romani. E adesso era giunto il suo turno. Mentre l’Italia era ancora in guerra, si trovò fianco a fianco coi socialisti imprigionati sotto il suo regime.
Alla Pensione Silvia si dice che egli abbia dormito nello stesso letto una volta usato da Ras Immerù, il capo della guerriglia etiopica e cugino dell’imperatore Haile Selassié, che fu condotto prigioniero a Ponza dopo l’invasione italiana in Etiopia.


Nuotando con Mussolini
Oltre alla pensione, la baia di Santa Maria ha mantenuto in gran parte il fascino di cui godette Mussolini. In estate barche da pesca multicolori portano le famiglie a tuffarsi nelle stesse acque in cui si beò il tiranno italiano.
Aroma ha altri racconti della tradizione locale.

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Vedete quel balcone al secondo piano – dice – lì Mussolini trascorreva gran parte del suo tempo, con la testa tra le mani, volgendo lo sguardo all’orizzonte, meditando sul passato e il futuro. Questa era la sua casa-prigione. All’epoca il nostro edificio era il più grande, adatto ad ospitare persone importanti come Ras Immerù e Mussolini” –   aggiunse orgogliosamente.

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Camera con vista
All’epoca di Mussolini la Pensione Silvia era dipinta di bianco. Ora è gialla e rosa con vivaci buganvillee lungo le pareti. La camera che un tempo fu del dittatore ha una superba veduta sul porto romano di Ponza e su pittoreschi villaggi di pescatori in lontananza. All’orizzonte, come puntini, si scorgono le grotte romane come pure le rovine del sontuoso ritiro estivo dell’imperatore Augusto.

Questa stanza ha la migliore vista panoramica, rispetto alle altre – dice Aroma – ed è costantemente super prenotata. Ho conservato, a casa mia, uno dei cassettoni in legno usati personalmente da Mussolini. Aveva dei tiretti segreti all’interno, ma dentro non vi trovai nulla. Peccato”. Ride.

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L’isola degli innamorati
A Mussolini fu garantito un esilio privilegiato, molto diverso da quello che dovettero subire i suoi avversari politici. Aveva per sé l’intero piano: sei stanze, uno studio privato, una lavandaia personale e un cuoco che gli serviva presce fresco ogni giorno. Soprattutto era libero di girare per l’isola, sebbene seguito a distanza dalle guardie.

Mussolini amava nuotare e passeggiare a lungo sulla spiaggia di Frontone – dice Aroma – è lì che si imbatté in mia nonna. Stava raccogliendo alghe secche per il porcile. Era molto giovane; aveva una pelle candida e capelli corvini: una sorta di pin-up degli anni quaranta. Mussolini fu colpito dalla sua bellezza e la fermò. Voleva incontrarla di nuovo, ma sopraggiunsero le guardie e gli dissero di circolare”.

Dopotutto Ponza è un’isola per innamorati. Secondo Omero è qui che Ulisse fu ammaliato dalla maga Circe, la quale lo usò come suo personale oggetto di piacere.

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La spiaggia di Frontone oggi.
Nel 1943 la spiaggia di Frontone era deserta e selvaggia.
Oggi è piena di ombrelloni e sfaccendati, ma è ancora bella: sabbia intatta, falesie di granito e acque turchesi pullulanti di piccoli barracuda. Fin dal dopoguerra, hanno trascorso qui le vacanze celebrità compresi Kirk Douglas, Sophia Loren e Burt Lancaster. Il regista cinematografico Wes Anderson nel 2004 scelse Ponza come “location” per il film “The Life Aquatic with Steve Zissou”.

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Crisi spirituale.
L’esperienza di Mussolini dell’isola fu meno attraente. Quando non era in spiaggia a “flirtare” in pantaloncini, i paesani dicono che il leader decaduto era profondamente angosciato, la caduta politica aveva provocato in lui una crisi spirituale. Il mito che è stato costruito attorno al Duce a Ponza, gli attribuisce atti di pietà e stoicismo. Si dice che, temendo il futuro, le uniche cose giunte con lui furono un libro su Gesù e una foto del suo figlio deceduto, Bruno. Senza denaro e indumenti di ricambio, si dice che trascorse la prima notte sull’isola su una rete metallica senza materasso e si servì della giacca come cuscino.
Quando fu portato via, diede i suoi indumenti al figlio della lavandaia” dice Aroma.


Latte per Mussolini
Tra gli abitanti del luogo c’era molta simpatia per il loro leader decaduto.
Come riferisce Capone, i paesani gli diedero la loro razione di latte per alleviargli l’ulcera allo stomaco. Ella (Aroma? N.d.t.) mostra un libro di memorie del prete locale riguardante il suo rapporto con Mussolini, dove viene messo in evidenza una lettera da parte dell’ex duce che chiede al prete di celebrare una messa in memoria di suo figlio Bruno e di pregare per la sua anima, accludendovi una donazione caritatevole per gli orfani.
Sembra che il prete nutrisse un timore reverenziale per il dittatore, dal momento che usò espressioni liriche nel descriverlo. Mai si lamentò – scrive il prete – perse peso, ma ancora conservava il fuoco nei suoi occhi.

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“Mussolini si arrabbiò pure. – dice Capone – Passeggiando per i vicoli di Ponza, notò che i fondi assegnati dal suo governo per la manutenzione delle strade e l’acqua corrente non erano stati mai spesi. In fondo in fondo fu un vero statista”.


“E’ tutta una farsa”

Nell’aprile del 1945, a meno di due anni dal suo soggiorno in Ponza, Mussolini e la sua amante Clara Petacci furono catturati e giustiziati dai partigiani antifascisti italiani, i loro corpi furono appesi ed esposti al pubblico a Milano.

In un’intervista del gennaio 1945 parlò francamente, sapendo che la fine era vicina.
Ora sono un cadavere. Ci provo, pur sapendo che è tutta una farsa. Aspetto la fine della tragedia e … non mi sento affatto un attore, piuttosto l’ultimo degli spettatori.
La sua parte recitata può dirsi conclusa. Ma lo “Show Mussolini” prosegue.

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L’industria Mussolini – Luoghi – chiave
Latina e Pontinia
Latina e Pontinia, vicino Roma, sono storia vivente. Le due città furono costruite da Mussolini sulle preesistenti paludi pontine e monumenti e simboli fascisti ancora resistono in parchi e strade.

Il Ristorante Impero a Latina era chiaramente quello preferito dal Duce; si tramanda che vi portasse le sue amanti a colazione.


Nota del Traduttore
L’articolo prosegue con la descrizione di altri “luoghi della memoria mussoliniani”: Campo Imperatore e “Casa dei Ricordi” a Predappio (Forlì)

 

Traduzione di Silverio Lamonica. In condivisione con www.buongiornolatina.it

6 Comments

6 Comments

  1. silveria aroma

    10 Novembre 2016 at 00:34

    Wow! Ancora una volta leggo il mio nome fra i vostri scritti, non so se sentirmi lusingata o perseguitata… tant’è: esisto, vivo e mi agito in mille modi. Del resto io stessa ho prestato tempo e parole alla vostra Opera. E i vostri scritti, talvolta, sono interessanti e ben fatti, come in questo caso.
    Silvia Marchetti, autrice del pezzo per la CNN, non si è limitata a riportare le informazioni ma le ha, giustamente, legate, rendendole più “frizzantine”. Il popolo – si sa – vive anche di gossip.
    Quanto a me no! Non avevo nelle mani alcun libro da mostrare né cose segrete da cercare nei cassetti di un mobile che mia madre aveva deciso di buttare, ed io ho recuperato solo per tenermi vicino i cassetti della mia infanzia.
    Incontrare nuovamente mia nonna?!? Chi?!? Quella donna ponzese che non mi resta difficile pensare impacciata ed intimorita dalla situazione…
    Il letto del Duce e quello del Ras non potevano coincidere visto che neanche l’appartamento in cui alloggiarono era il medesimo.
    I vestiti di Mussolini restarono semplicemente alla lavandaia, senza alcuna donazione. La donna in questione era una “vedova bianca” divenuta madre a seguito di una relazione avuta con un uomo della milizia fascista. Quella biancheria decisamente le faceva comodo.
    E, personalmente, nell’edulcorata vicenda del “macho latino” – tanto famoso – intravedo solo il ricordo e la sagoma di anonime donne forti.
    Baci e abbracci

  2. Rosanna Conte

    10 Novembre 2016 at 08:23

    Per la verità io vedo anche altre cose, come la manipolazione che molti giornalisti amano fare della storia per piegarla alle curiosità morbose dei lettori (e sulla depersonalizzazione forzata a cui spinge il conformismo del nostro tempo ed altro ci sarebbe molto da dire) e per avere un attimo di notorietà (anche questa, merce molto diffusa nel nostro tempo), incuranti della polvere che alzano e fanno depositare su episodi e persone del passato. Dall’articolo emerge un Mussolini che poco ha a che vedere con quanto la storia ci dice se non nell’aspetto umano che l’ha contraddistinto nella vita privata: il suo machismo. E, comunque, qualche dubbio l’avrei a veder Mussolini che, appena perso il potere, in balia di eventi poco rassicurranti per lui – e nell’articolo ci sono i riferimenti alla sua angoscia di quei giorni-, si lascia andare alla sua inclinazione di donnaiolo addirittura in stato di prigionia. Bisognerebbe anche riflettere sui molti “si dice” di quanto detto e fatto da Mussolini a Ponza, ma non è questo il luogo. Quello che però lascia l’amaro in bocca è l’aver trasformato un luogo storico, la Ponza del confino politico voluto da Mussolini, in un brand Mussolini. E’ come dire: dopo il danno, la beffa.

  3. Luisa Guarino

    10 Novembre 2016 at 16:09

    Mi unisco alla ‘tirata d’orecchie’ di Silveria e Rosanna alla giornalista CNN Marchetti, che ha realizzato un servizio sì simpatico, ma in cui per essere troppo ‘pittoresca’ ha messo un po’ da parte la verità. Mi ha colpito ad esempio il passaggio “Ponza sfrutta il marchio Mussolini con la messa in scena di allegre performance estive, una presa in giro del duce e del suo soggiorno sull’isola”: quando è stato? Mi sono persa qualcosa? In un altro passaggio invece è stata precisa: la presenza del ristorante Impero di Latina, in cui Mussolini andava spesso a pranzo e/o a cena, solo o in compagnia. Quel locale esiste ancora, nello stesso luogo di allora: sotto i portici di Piazza della Libertà, dove si trova la Prefettura. E vi si mangia ancora benissimo.

  4. silveria aroma

    10 Novembre 2016 at 16:09

    Alcuni anni or sono rilasciai, grosso modo, la stessa intervista per un’importante testata italiana; il risultato fu ben diverso… In definitiva, per me, non è che un modo per far rivivere i frammenti di quella narrazione che mi ha accompagnato nel corso degli anni e con essi il tempo perduto ed i volti dispersi, quelli cari al mio cuore… ma caspiterina!questa madeleine è andata a male; è amara!
    Stanotte, prima di prendere sonno, ho agguantato un altro piccolo ricordo, quello di mia nonna che smise di fornire qualsiasi informazione circa il Duce ospite coatto in casa sua, e questo perché -a suo dire- un qualche birbante aveva preso a raccontare che, durante la notte, lo spirito del defunto dittatore si agitava per il palazzo.Ed è quello che tocca fare a me ora; e riprendere a preparare collanine con materiali di riciclo, con la speranza di creare un nuovo brand!
    Quanto a voi di Ponza Racconta, vi prego, restate vigili. E’ fondamentale sapere che esista qualcuno che non si è addormentato davanti alla tv; qualcuno che pensa, sente, legge, analizza e scrive.

    Abbracci&Baci

  5. silverio lamonica1

    11 Novembre 2016 at 00:41

    Nel tradurre questo articolo, sono rimasto via via sempre più sorpreso leggendo il contenuto. Anche io mi sono reso conto che, a proposito delle interviste, la giornalista “ci ha ricamato sopra” per cui ho esitato non poco a spedirlo per la pubblicazione. Poi mi sono chiesto: ma se è ormai di dominio pubblico, perché non renderlo noto anche a coloro che non conoscono la lingua inglese, specie ai tanti isolani che hanno poca dimestichezza con tale lingua e che sono i diretti interessati? Così ho deciso di spedirlo per “mandarlo in onda” come ho fatto con gli altri; ritengo che sia interessante scoprire “come ci vedono gli altri” e sotto tale profilo ogni articolo del genere è – secondo me – interessante.
    Sono pienamente d’accordo con i commenti fatti (tutti). Spero che la giornalista abbia “travisato” anche le parole di Capone: “In fondo in fondo il duce fu un grande statista”. Uno statista, degno di questo nome, si confronta civilmente coi suoi avversari politici, non li priva della libertà mandandoli al confino. Un vero statista fa di tutto affinché il suo popolo progredisca in pace, non lo spinge in un’avventura sciagurata come una guerra mondiale con circa mezzo milione di morti: la vita umana vale ben più del prosciugamento di una palude, della costruzione di qualche città, del puntuale orario dei treni o del contributo per la manutenzione di qualche strada o della messa in opera dell’acqua corrente, problemi che si possono risolvere, anzi si risolvono molto meglio senza scatenare guerre e senza rinchiudere ingiustamente in prigione chicchessia.
    Sta a noi ponzesi evitare che Ponza viva col “brand Mussolini”. Mussolini fa parte della storia, non possiamo e non dobbiamo considerare tale argomento un tabù. Occorre inquadrare l’argomento nella sua giusta luce. Possiamo evitare che giornalisti scrivano “leggende metropolitane” su Ponza. Lo possiamo fare se ci impegniamo ad approfondire la sua storia, la nostra storia ultra millenaria, per poterla raccontare senza arzigogoli fantasiosi e senza rigurgiti nostalgici: i visitatori che speriamo sempre più numerosi, ci apprezzeranno di più.

  6. silveria aroma

    11 Novembre 2016 at 13:07

    Caro maestro, colgo l’occasione per ringraziarti per le pregevoli traduzioni e, ancor di più, per avermi iniziata alla conoscenza dell’inglese sin dalle elementari. A tal proposito varrebbe la pena aprire una piccola digressione e rammentare, in special modo agli operatori turistici, quanto sia importante oramai conoscere questa lingua che, piaccia o no, ci permette di comunicare col mondo intero.
    E’ fantastico, peraltro, che un pezzo abbia così tanti commenti e tutti scorrevolmente piacevoli. Bisognerebbe farlo di più e più spesso! Animare il pensiero vale, sempre.
    Tornando all’articolo mi ha stupito il fatto che sia stato preso in considerazione soltanto un anno dopo la sua effettiva pubblicazione…
    C’è un altro particolare della conversazione tra mia nonna e il Duce che lei raccontava, e che sembra molto attuale in questo periodo; parlarono dell’acqua, di come fosse organizzato l’approvviggionamento idrico…
    Tornando alla realtà dei nostri giorni, e al “brand M”, non è molto importante per il turista medio dove abbia alloggiato il Duce; ed il Ras è… chi??? Quello che incuriosisce una certa fascia turistica è la casa dei vip… quel presente visibile nella ex scatola magica ormai divenuta cornice (sottile).

    abbracci&baci

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