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Viaggi. (7). Aiuto… Mi sono perso in Cina! (parte seconda)

di Sandro Russo
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Di Hong-Kong ricordo l’arrivo in aereo: quasi una gimkana tra i grattacieli… La distanza era così ridotta che si distinguevano le figure di persone alle finestre dei piani alti… una donna che faceva saltare il wok davanti ai fornelli! Speriamo bene!

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Poi una citta affollatissima eppure ordinata, a più livelli, con uno di quelli sotterranei dedicato ad una metropolitana sempre pienissima a qualunque ora con le figure, allora non troppo comuni, di addetti a spingere dentro le persone che rigurgitavano dai vagoni, prima di farli ripartire.

Central skyscraper via pedestrian walkway [3]

I livelli superiori erano un intrico di strade sia per auto sia per pedoni che fino ad allora avevo visto solo nelle illustrazioni dei libri di fantascienza.
D’altra parte è una città d’acqua, lo spazio è poco e ogni soluzione è stata pensata per ricavarne, come i mercati galleggianti…

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Il viaggio vero e proprio, nella Cina Popolare, ha preso le mosse con il trasferimento con treno super veloce tra Hong-Kong e Canton.

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Google map (con la segnalazione delle località toccate) dell’itinerario nella Cina popolare (parziale) – Cliccare per ingrandire

– Quindi, ricapitolando, in treno da Hong-Kong a Canton. Sosta di qualche giorno a Canton che è stato il primo approccio con la Cina “vera”. Indimenticabile il mercato di Canton!

– Da Canton a Kunming con un volo interno. Qui c’è una meraviglia naturalistica denominata la foresta pietrificata.

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Nei dintorni di Kunming (provincia dello Yunnan) c’è un importante raggruppamento di formazioni calcaree. Le rocce alte sembrano uscire dalla terra come delle stalagmiti, creando così l’illusione di una foresta di pietra

– Da Kunming in auto con autista a Dali (sede della minoranza etnica Bai), verso il confine della Birmania (Myanmar). Dali è una vera città multietnica, crocevia di scambi interni ed esterni; per un contesto cinese appariva stranamente “hippie”. Ritorno a Kunming e accompagnamento alla stazione ferroviaria da parte della guida, con destinazione Guilin.

– nel viaggio (notturno) in treno tra Kunming e Guilin è avvenuta l’esperienza clou di un viaggio già tanto vario e fuori dal consueto…

– Bene o male (finalmente!) Guilin. Classica crociera in battello sul fiume giallo, pesca notturna con il cormorano, visita a grotte ecc…

– Varie altre tappe nelle località di varie minoranze etniche nel territorio cinese, sulla via per Shangai. Da dove si lascia la Cina Popolare alla volta di Taiwan.

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Guilin. La collina della proboscide d’elefante; il fiume Li, la grotta del flauto di canna, la collina Fubo

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Cormorant fisherman and his birds on the Li River in Yangshuo, Guangxi, China. [9]

Un pescatore col cormorano e i suoi uccelli sul fiume Li, a  Yangshuo, Guangxi

Questa partecipazione di un’esperienza, piuttosto che un diario di viaggio, vorrebbe essere soprattutto il resoconto delle sensazioni ricevute alla prova del cambiamento di orizzonte e prospettive. L’intento sarebbe quello di astenersi da qualunque giudizio, registrando i fatti, ma è un assunto quasi impraticabile per il viaggiatore. Ci provava (senza riuscirci) anche Chatwin… ed è quanto dire!
Nel bene e nel male ciascuno di noi si porta dentro esperienze stratificate, un modo di guardare, dei codici di comunicazione.
Fosse solo per questi aspetti il mio viaggio in Cina è stato un terremoto emotivo…!

Il mercato di Canton.
A Canton (nome cinese Guǎngzhōu), giungiamo con un treno super efficiente da Hong-Kong. E’ il primo approccio con la Cina vera, quella continentale; se uno riesce a sopravvivere, è vaccinato per il resto del viaggio. Il posto giusto per mettersi alla prova è il mercato di Canton. Qui si vende ogni genere di animale, che cammini su quattro o su due zampe, che strisci, nuoti o voli. Una particolare sezione è dedicata a cani e gatti, ma numerosi sono anche serpenti e tartarughe, topi e scorpioni… Tutto da mangiare, ovviamente!

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Il mercato coperto di Quingping, a Canton, con le gabbie degli animali vivi in vendita, da mangiare. I cartelli sulle gabbie indicano il nome dei serpenti tra i più velenosi conosciuti. 

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La maggior parte degli animali sono vivi, ma a fianco ci sono quelli morti o già spellati.
Quello che più colpisce è la completa indifferenza dei locali nei confronti del dolore degli animali. Qui usano legarli per le zampe – un maialino vivo, per esempio – al manubrio della bicicletta, imperturbabili alle grida dell’animale; e lo lasciano penzolare così, tanto che per il peso e gli scossoni, le articolazioni presto si lussano e le zampe cominciano ad allungarsi, fino a che solo la pelle tiene…
Si può vedere un cervo, ancora vivo, immobile sopra una catasta di altri animali morti. Mai avuta esperienza di tanto terrore, negli occhi di un essere vivente. Oltre un certo limite gli animali – come gli uomini del resto – rimangono paralizzati, catatonici; solo gli occhi si muovono ancora.

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Ma queste sono storie di una ventina di anni fa; ora al mercato di Canton sicuramente saranno diventati più sensibili e gentili. Speranza!… Di certo non ho avuto il coraggio né la voglia di tornare a vedere!

Poi a Canton ci sono anche dei giardini bellissimi e delle esposizioni di piccoli e grandi bonsai a prezzi da voler comprare tutto en bloc! Avevamo un viaggio ancora lungo davanti, ma non ho saputo resistere e due o tre piccoli vasi ci hanno fatto compagnia, premurosamente tirati fuori e curati tutte le sere all’arrivo in albergo…

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Credo di aver avuto una chiave di comprensione del modo di vivere dei cinesi – che è una realtà immensa e complessa, da non dimenticare! – da un film di Zhang Yimou (quello di Lanterne rosse).
Si vede come un affresco sociale, attraverso la storia di una singola famiglia travolta dalla storia, da immani rivolgimenti sociali, come non ci sia il tempo per fermarsi a pensare, di chiedersi le ragioni di un’umanità (o di un “umanesimo”) che definitivamente si percepisce come un valore del tutto occidentale. Come icasticamente afferma il titolo, la sola cosa importante è Vivere! (… o sopravvivere!)

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Vivere! Film di Zhāng Yìmóu del 1994, prodotto a Hong-Kong; titolo originale Huozhe. Tratto dal romanzo di Yu Hua; sceneggiatura dello stesso scrittore insieme con Lu Wei. Due coniugi si separano, si riconciliano e attraversano tragedie e dolori passando dalla guerra voluta da Chiang Kai-Shek agli anni Cinquanta, a Mao Tse-Tung, fino alla rivoluzione culturale degli anni Sessanta. Il lavoro è stato osteggiato dalla censura cinese che (al tempo) non amava il regista.

Viaggiare in treno in Cina (al tempo del viaggio)
Data l’immensità del paese, il treno è uno dei più comuni mezzi di spostamento in Cina. Affollati a volte al limite dell’impraticabilità, ma la sorpresa non è stata questa.
Non avremmo pensato che in Cina, (l’altra) patria del comunismo, ci fossero sui treni posti di prima e seconda classe, sia per sedere che per le cuccette, differenziati per prezzo. In gergo si chiamano hard e soft seats e hard sleepers e soft sleepers i fruitori delle cuccette per dormire.
Da buoni turisti non ne avremmo fatto l’esperienza se non fosse stato per un particolare episodio…

Nel viaggio di trasferimento (in treno, appunto e di notte) tra Kunming e Guilin la guida ci aveva premurosamente accompagnati alla stazione e, come si dice, “messi sul treno” in confortevoli cuccette da soft sleepers, parlando con la capotreno per svegliarci nel cuore della notte in prossimità di Guilin, ma… forse per una dimenticanza forse chissà, ciò non accadde e ci trovammo (soli io e la mia compagna del tempo) su un treno che correva nella notte tra Kunming e Shangai, dopo aver ‘saltato’ la ‘nostra’ fermata di Guilin.
In quella situazione non riuscimmo a capire e a farci capire con nessuno dei sistemi conosciuti: non la lingua (inglese e francese erano sconosciuti); non i gesti (la mimica per dire “dove siamo?” o altre espressioni interrogative non sortirono effetto alcuno, solo risolini e brusio); né dispiegare una mappa tra i sedili e indicare con un dito servì a nulla!

Avevamo capito che eravamo oltre Guilin… Ben oltre Guilin!
E il treno correva… correva…

Fu una notte indimenticabile! Si mobilitò lo scompartimento e quelli vicini, tutti a cercare una soluzione. L’atmosfera era amichevole, ma lo sconforto montava per non riuscire in nessun modo a comunicare e a capirci, mentre la capotreno piagnucolava da una parte, nella prospettiva di chissà quale punizione…

 

Viaggi. (7). Cina (parte seconda) – Continua qui [17]
Per la puntata precedente, leggi qui [18]