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Epicrisi 95. Stasi e attesadi Vincenzo (Enzo) Di Fazio . Ho la fortuna di abitare in un luogo con diversi alberi attorno casa che danno ospitalità e rifugio, secondo le stagioni, ai merli in amore, alle tortore, ai passeri di poetica memoria, alle festose cinciallegre. Questo è il periodo dei chiassosi verdoni e dei pettirossi che spesso si azzuffano per contendersi un vermetto o una piccola bacca.
E’ il tempo dei cambi di stagione. C’è chi ha messo da parte gli indumenti estivi senza però confinarli in soffitta o negli ultimi cassetti del comò perché possono ancora servire visto lo scirocco con l’afa dei giorni scorsi e le temperature che hanno sfiorato i 30 gradi. Una settimana strana quella appena trascorsa; poco la vivacità del sito ed avara anche la rassegna stampa. Se pensiamo a Ponza manco l’ombra del protagonismo estivo dettato dalle presenze passeggere di vip e personalità che quando vanno via si portano dietro anche la vita dell’isola. Avrà mai un suo Museo Ponza? Cosa ne è stato delle tante promesse a partire dai tempi del commissariamento? Quale il seguito all’incontro del 17 agosto con il prof. Padiglione? Si impongono, se guardiamo alla rassegna stampa, gli argomenti che riguardano Acqualatina e Zannone. Per la prima, viste le diatribe in corso e le nuove che si annunciano, ne dovrà passare di acqua sotto i ponti prima che la stessa diventi limpida. Tutto sembra avvolto nel buio come quello in cui sprofonda l’isola se i lampioni non danno luce e se sono pochi gli uomini giusti in cui credere e a cui affidarsi. Quelli buoni, quelli che dell’onestà hanno fatto uno stile di vita non sono molti e se ne stanno andando uno alla volta. Ce ne rendiamo conto solo nel momento dell’addio. “Uagliò l’onestà paga sempre” diceva il buon Alberico, che ci ha lasciato qualche giorno fa, al figlio Paolo. La perdita di un uomo come Alberico vuol dire anche la perdita di una parte identitaria dell’isola, quella legata al meticoloso lavoro dei maestri d’ascia e alle tradizioni forti che si tramandavano di padre in figlio del cui indebolimento si accorgono anche gli immigrati ponzesi di Bahia Blanca, in Argentina, dove i giovani stentano a mantenere viva la tradizione della festa di San Silverio. Del passato non possiamo fare a meno perchè ci fa capire da dove veniamo e cosa di quel passato si è travasato in noi. Così basta una foto d’epoca e la curiosità, come succede a Rita, per trovare la spinta di andare all’Archivio di Latina, immergersi nelle carte e ricostruire come in un puzzle le vicende e gli amori isolani di un confinato dongiovanni come Silvio Campanile. Le note belle e positive della settimana sono due: una viene dal messaggio dei palloncini liberati in occasione della festa di Beniamino e Nino quale conferma del progresso civile che va avanti a dispetto dei pregiudizi e dei tabù; l’altra è la laurea di Chiara, fatto importante non solo perchè riguarda una figlia di ponzesi ma perchè Chiara ha dedicato la tesi ad un luogo simbolo di Ponza (il faro della Guardia), che è un modo nuovo ed esemplare di arricchire la storia e la cultura della nostra isola e farla conoscere al di là dei suoi confini geografici. Al di là dei confini isolani ma in tutt’altro mondo ci porta, con i suoi reportage, il nostro corrispondente estero, Sandro. Questa volta, avendoci preso gusto, ci proietta lontano, ma proprio lontano… in Cina. Con la prima parte un assaggio di storia, religione, mitologia, usanze… Mettetevi comodi – se volete anche nella poltrona che suggerisce Franco – tanto ne seguiranno altre. Il tempo per questo lungo ponte dei morti sembra si sia messo al bello. Meno male, visto che, in questo nervoso cambio di stagione, è la condizione essenziale affinchè la nostra “flotta” possa assicurare i collegamenti tra l’isola e la terraferma. Altrimenti, ahimè, don Ciccillo e Lauretta, come è successo l’altro giorno e come tante volte è accaduto l’inverno scorso, saranno ancora prese di mira per scenette da tragicommedia. Oggi è 30 ottobre. Il 30 ottobre del 1734 Carlo III di Borbone pubblicava il decreto con cui assegnava i terreni di Ponza ai coloni ischitani. Domani 31 ottobre, a distanza di 282 anni da quella data, scade (non l’abbiamo dimenticato) il termine di presentazione da parte della società Marina Cala dell’Acqua del progetto definitivo del porto a Le Forna. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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