La Redazione
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“I nuovi lampioni a Le Forna: semplicemente belli”: comunicazione del Sindaco stringata e chiara, datata 4 ottobre 2016.
“Finalmente!” abbaiò Pluto, cane di mondo nello spirito ma residenziale nello stile di vita.
“Che te ne frega? Tu, è già tanto se vai oltre il grottone di Sant’Antonio” ribattè un barboncino smorfioso.
“Che c’entra? Un po’ di concorrenza non fa male. Erasmo, con la storia che ha l’unica lanterna di corso Pisacane, mi risponde Tutto Prenotato pure se gli chiedo un tavolo a novembre!”
“Quarantasette lampioni? Che esagerazione! La notte io ci vedo benissimo” intervenne il Gufo Bafariello, rapace notturno, e spalancò gli immensi occhi gialli.
La Civetta sul comò arricciò le piume, stizzita: era appena arrivato un bel marinaretto ma, senza un po’ di intimità, senza le luci basse e soffuse, come si fa a civettare?
L’Allocco, rapace diurno, alluccò che un lampione avrebbero dovuto metterlo davanti casa sua; l’Oca Giuliva, sempre devota e grata, si complimentò perchè la fermata dell’autobus era finalmente illuminata; il Centrauallo chiese un paio di lampioni da mettere come abat jour a fianco al letto, l’Arcera ne prenotò tre per il prossimo Natale, per un albero degno di questo nome.
Il Coleottero Schiattamuorto urlò il solito agghiacciante Santo subito e senatore a Roma al che la Formica giudiziosa e paziente gli sussurrò che, dalle parti di piazza Pisacane, ogni volta che si udivano quelle parole scattavano toccamenti discreti ma vigorosi a scopo apotropaico.
“A proposito di morti, ma il cimitero sta sempre nelle solite condizioni?” domandò la Cestunia che, avendo vita lunga, tendeva a ricordare persino le promesse fatte l’anno passato. Toccò alla solita Formichina giudiziosa spiegarle che, essendo cominciata la campagna elettorale, le priorità erano altre. La Cestunia, coriacea, affermò che secondo lei la campagna elettorale non era mai finita e, comunque, non vedeva il nesso; “si è mai visto un morto presentarsi al seggio elettorale?” ribattè la Formica e, in segno di disprezzo, lanciò uno sputo di acido formico.
La Scaravottola fece notare lo stile dei lampioni: pulito, semplice, lineare, molto minimal, molto trendy. “Datevi una calmata, gli stessi lampioni li hanno messi negli anni scorsi a Stintino, a Ventotene e, a quanto pare, non hanno vita lunga” informò la Roja, fresca di un giro nelle isole del Tirreno.
In quel mentre giunse il Uollero trafelato e, mostrando il telefonino, confermò i peggiori sospetti: la sera del 23 ottobre a Le Forna il buio era rischiarato dai fari delle auto, da qualche fiaccola, dalle luci del pub. “Meglio così, è più romantico: grazie, grazie, grazie, sembrano lucciole” cinguettò l’Oca Giuliva.
“Buone! Quarantasette lucciole su un chilometro di strada: meglio della Domiziana! Finalmente si ricomincia a vivere!” urlò il Mandrillaccio, la testa rivolta al solito pensiero.
Erasmo, proprietario dell’unica Lanterna di Ponza, tanto più che pure quelle dei fari non si sa che fine faranno, confermò: “Mi dispiace, nessun tavolo libero, tutto prenotato.”
Era il 23 ottobre c.a.
le foto sono stare scattate a Le Forna il 23 ottobre alle 19,23
I disegni sono di Beatrix Potter