Ambiente e Natura

Piccole storie di bracconieri, di Fulco Pratesi

segnalato dalla Redazione
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Abbiamo estrapolato dalla Rassegna Stampa questo articolo a firma di Fulco Pratesi (*) comparso sull’ultima pagina della rivista mensile del Wwf, Panda Magazine, di settembre.
Ci sono poche righe, non gradevoli, che riguardano una volta tanto Ventotene. Non che ci sia da vantarsi, ma almeno per una volta non è Ponza a doversi cospargere il capo di cenere…

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WWF Panda bear. Progetto grafico di Natasha Molotkova

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I pony di Villa Borghese, la scimmia in aeroporto, il cacciatore che piange… Ricordi di un’ (ex) guardia zoofila

Negli anni immediatamente successivi alla mia “redenzione” da un passato di cacciatore, mi chiesero di diventare Guardia Zoofila dell’Ente Nazionale Protezione Animali, un corpo allora assai attivo in tutta Italia, anche per i poteri assegnati ai suoi agenti da un tesserino del ministero dell’Interno che li autorizzava, con compiti di Agenti di Pubblica Sicurezza, di poter operare in tutta Italia.
Le regole per l’ammissione erano piuttosto severe. Corsi di istruzione e di aggiornamento, prove di tiro alla pistola, riunioni settimanali e uscite regolari anche su chiamate spesso notturne, porto di un arma e di manette (che fortunatamente non dovetti mai usare). Naturalmente, forte della mie esperienza di ex cacciatore, venivo incaricato, da solo o con altri più esperti, di attività antibracconaggio, come quelle esercitate oggi dalle 300 guardie volontarie del WWF.

Ricordo una volta che nel corso di uno dei miei viaggi per la “Guida della natura della Sicilia”, assieme a Franco Tassi, vedemmo, lungo la strada che costeggiava le Saline di Trapani – oggi Oasi WWF – , un signore che, sdraiato sul ciglio della strada, aveva preso di mira un gruppo di limicoli [uccelli sono accomunati dall’abitudine di alimentarsi in zone umide (paludi, lagune o simili), ricercando invertebrati ed altri piccoli animali nell’acqua bassa o nel fango (il termine deriva proprio dalla parola “limo“) – NdR]  pascolanti nel vicino acquitrino.
Immaginate il terrore del malcapitato a vederci saltare giù dall’auto, anche perché era oltretutto senza la licenza di caccia. Contestai l’infrazione, sequestrai la doppietta ma negli anni seguenti vissi col terrore di essere chiamato a testimoniare al Tribunale di Trapani, cosa che fortunatamente non avvenne.
Una simile avventura, su una strada del Frusinate, mi capitò con un Ispettore di P.S. che sparava ai migratori lungo il confine del Parco d’Abruzzo. E poi confische di fucili che suscitavano addirittura pianti al cacciatore verbalizzato, scoperta di efficaci sistemi usati dai bracconieri per catturare gli storni nei viali cittadini, campagne antibracconaggio nelle isole Pontine che mi permisero di illustrare sul mio taccuino una ingegnosa “schiaccia” realizzata con una pala di fico d’India a Ventotene.
Ma anche la constatazione di stragi di uccellini nei campi della periferia trattati con sementi avvelenate micidiali, e altre “piacevolezze” illegali ai danni della fauna.

Ma le missioni più tristi erano quelle dedicate al maltrattamento degli animali. Come i poveri pony che trascinavano carrettini carichi di bambini a Villa Borghese, i cui zoccoli, privi di ferri, avevano sviluppato gravi e dolorose deformazioni senza che i gestori se ne curassero.
Per non parlare di un orrido allevamento di polli vicino Tivoli che mi costrinse a viaggi nella locale Pretura per seguirne il processo.
L’episodio più toccante della mia carriera di guardia zoofila riguarda la denuncia per maltrattamento animali a carico del Direttore della Dogana dell’Aeroporto di Fiumicino. Grazie a una segnalazione anonima, decisi di fare un’ispezione all’immenso magazzino merci dell’Alitalia. Lì, in una gabbietta poco più grande di una scatola da scarpe, nascosta tra cumuli di bagagli, era chiusa da giorni al buio una povera scimmietta le cui uniche attenzioni riservatale erano una banana che un inserviente le infilava tra le grate.
Il processo durò molto ma non ne ricordo l’esito, così come non voglio più ricordare, anche per una rimozione involontaria, i tanti maltrattamenti ai quali dovetti essere purtroppo testimone. Poi l’ENPA, almeno come ente istituzionale, chiuse i battenti e la mia esperienza “poliziesca” si concluse.

 

File .pdf dell’articolo: wwf-mensile-settembre

 

(*) Notizie sull’Autore tratte da Wikipedia (ibidem), a cura della Redazione
Fulco Pratesi
(Roma, 1934) è un ambientalista, giornalista, illustratore e politico italiano, fondatore del WWF Italia, di cui è ora presidente onorario.
Dirige la storica rivista del WWF Italia, Panda, nata come bollettino dell’Associazione (1966) e oggi testata giornalistica
Come ha spesso detto, e come scrive sul sito del WWF, prima di “convertirsi” all’ambientalismo, fu anche un cacciatore

« …Tanti anni fa io ero un cacciatore. Un giorno, mentre mi trovavo a caccia di orsi nei boschi della Turchia, ho assistito ad una scena che mi ha cambiato la vita: un’orsa con i suoi tre cuccioli, a pochi metri da me. In una manciata di secondi ho capito che stavo facendo una follia. Sono tornato in Italia, ho venduto i fucili e, con un gruppo di amici appassionati di natura, ho fondato il WWF. In me era nato un sogno: proteggere gli animali, gli ambienti, fare qualcosa per costruire un mondo di armonia tra uomo e natura… »

[Tratto da www.wwf.it]

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