di Rita Bosso
Testimonianza raccolta da Genoveffa D’Atri
È una serata calda e le bambine non vogliono saperne di andare a letto, smaniano.
È una serata da fare quattro passi fino alla punta del molo in cerca di un alito di vento; ma la punta del molo, il lanternino sono irraggiungibili da quindici anni a questa parte, la garitta alla base della salita segna il limite invalicabile.
È una serata da camminare sul corso Principe di Napoli, affacciarsi al muretto, arrivare a sant’Antonio; ma c’è il coprifuoco e, anche se non ci fosse, nessuno uscirebbe di sera, al buio, coi militi per strada.
Giuseppina Regine e Imelda D’Atri (Ponza, 1940)
La signora Adele è stanca dopo un’intera giornata trascorsa dietro il bancone del tabacchino ma le bambine non hanno sonno: Maria chiacchiera e ride, Giulia canta, Anna e Genoveffa giocano con una bambola e la più piccola, Imelda… Imelda adesso è un angioletto in cielo.
La signora Adele oscura il lume ed esce sul balcone, seguita dalle bambine; anche i vicini di casa, il maestro Vitiello e la moglie, sono affacciati al balcone in cerca di un poco di fresco. Giù, la strada è deserta, il silenzio è assoluto; tra i due balconi ci sono pochi centimetri, si chiacchiera sottovoce, quietamente.
– Ma sarà vero?
– Quel che è certo è che, dopo la seduta del Gran Consiglio, la caduta e l’arresto, lo hanno portato in un luogo segreto.
– A Santa Maria, qualche giorno fa, hanno requisito la casa sulla spiaggia e tutte le case intorno, ai proprietari hanno dato dodici ore di tempo per trasferirsi armi e bagagli.
– La gente di Santa Maria assicura di averlo visto, qualcuno gli ha anche parlato.
– Pare che abbia mandato una Bibbia, soldi e un biglietto al paricchiano, con la richiesta di dire una messa in memoria del figlio Bruno.
– Sssst.
La lettera inviata da Mussolini al parroco Dies
Nel silenzio si ode rumore di passi, passi pesanti, passi d’uomini ma è buio, non si distingue nulla; vengono dalla Punta Bianca, si avvicinano: a quest’ora, col coprifuoco!
Sui due balconi tutti sono muti, paralizzati, trattengono il fiato: le bambine, il maestro Vitiello, la moglie, la signora Adele; i passi sono sempre più vicini, risuonano sui basoli del corso.
Adesso gli uomini sono quasi sotto il balcone, davanti al tabacchino, poi davanti alla vetrina del negozio di Regine; l’uomo al centro, circondato da carabinieri, gira la testa verso l’alto e dissipa ogni dubbio.
Il gruppetto va oltre, quando raggiunge il portone di Pascarella il maestro Vitiello recupera la parola e mormora:
– È lui, è proprio lui.
– È lui – conferma la signora Adele.
– Hanno atteso che per strada non ci fosse più nessuno per via del coprifuoco e sono venuti a fare quattro passi al Porto – commenta il maestro.
Nel riquadro; casa Vitiello (rosa) e casa D’Atri (bianca).