Ambiente e Natura

Settembre tra vendemmia e spopolamento

di Martina Carannante

.

Mentre tutti erano, pressapoco, in vacanza, io ho dovuto dedicare parte delle mie giornate allo studio del latino.
Letteratura e lingua latina sono state le compagne della mia estate ponzese. Cicerone, Catone, Seneca, Virgilio, Petronio ecc… Ogni autore particolare e tipico a modo suo e ognuno mi ha lasciato una piccola lezione da tener presente per la vita.

Proprio oggi, il giorno scelto per vendemmiare, mi sono balzate in mente le parole di Catone dalla sua opera Liber de Agri Cultura: “L’agricoltura è l’unica attività acquisitiva onesta, forma buoni cittadini e buoni soldati!”. 
In effetti è così. L’agricoltore conosce bene la fatica, la stanchezza, il vero lavoro, i buoni risultati e le sconfitte. Esso ha un legame unico con la sua terra, a lei è dedito e di lei si occupa.

Pensando all’agricoltore non può che venirmi in mente il volto di mio nonno. Aveva fatto tanti lavori, dall’elettricista al fabbro, dal soldato all’insegnante, ma dalla sua pensione fino ai 90 anni si era dedicato all’agricoltura.
La sua giornata era scandita dalle varie attività sui suoi terreni. Ogni periodo aveva una coltura, una semina o una potatura. Questo, ovviamente, sarebbe stato il periodo della vendemmia, con più precisione della seconda.
Per non perdere neanche un acino d’uva, nonno Aldo, faceva una prima vendemmia per le pigne mature per il vino ed una seconda per lo spumante. Ormai sono anni che questa usanza è stata accantonata; una vendemmia, il sabato o la domenica, quando tutta la famiglia può dare un contributo. Quest’anno, con papà impegnato nel lavoro, è toccata ai giovani.

vendemmia-2016-1

vendemmia-2016-3

vendemmia-2016-4

vendemmia-2016-6

vendemmia-2016-7

vendemmia-2016-8

Non si può dire sia stata una gran festa come quando da piccola nonno mi faceva assaggiare l’ultimo acino della pigna per vedere se fosse matura, quando riempita la bacinella ero pronta a “scummazzare” con i piedi il mio raccolto; per non parlare dei grandi pranzi preparati da nonna e consumati in campagna. Ormai solo ricordi.

L’uva è pronta per essere lavorata meccanicamente, tra qualche mese sarà ottimo vino da bere e la poca fatica di oggi sarà ripagata.

Visto che sono gli ultimi giorni di ferie, in cui mi posso completamente dedicare all’isola, vado a fare un giro in paese.
Qualche villeggiante ancora c’è, ma si avverte la preparazione del letargo.
Le prime barche vengono tirate a secco, i pontili sempre più vuoti e i negozi con orari ridotti.
Gli studenti che quest’anno partiranno per la terraferma sono numerosi, tutti pronti a preparare zaini e valigie, tra poche ore si dovrà partire, lunedì aprono le scuole.

Ponza si prepara ad un lungo inverno, ma per adesso si gode degli ultimi momenti lieti.

1 Comment

1 Comments

  1. Silverio Guarino

    15 Settembre 2016 at 10:39

    E brava Martina…
    Le consiglio di cercare su youtube un video dal titolo: “BIORESISTENZE”.
    Da vedere (invito rivolto anche al caro Vincenzo e a tutti quei giovani che vanno via dall’ “amato scoglio”).
    Penso che lo stesso Catone ne condividerebbe il contenuto, senza dover terminare con quella sua laconica frase con la quale era solito chiudere i suoi discorsi:
    “Praeterea censeo Chartaginem (Pontiam) delendam esse”.

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top