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Epicrisi 88. Se guardi dentro puoi vederlo già… Ascolta l’infinito

di Luisa Guarino
universo-infinito [1]

 

Il numero di questa epicrisi presenta due volte la cifra 8, simbolo dell’infinito, un infinito accanto all’altro: niente di più bello per illudersi di poter volare, una volta tanto, in una dimensione finalmente diversa, magari tra cielo e mare come fanno i gabbiani che si librano in alto. Poi do uno sguardo ai pezzi pubblicati in settimana… e torno con i piedi per terra, anche se l’orecchio resta sempre teso.

Gli argomenti trattati scorrono più o meno su due binari paralleli che possiamo grosso modo identificare in: problemi ponzesi (quanti) e viaggi (intesi in vario modo).

A imporsi inoltre con i suoi temi d’attualità è la Rassegna Stampa, [2] che ci fa fare i conti con la vicenda Acqualatina incamminata ormai verso la completa disfatta delle speranze di una svolta pubblica, sia da parte delle amministrazioni che dei contribuenti; continua inoltre a tenere banco la querelle tra Parco del Circeo e sindaco Vigorelli: l’incontro dell’altro ieri ha dato i “non risultati” che ci si potevano aspettare. Il sindaco inoltre appare impegnato anche su un altro fronte: quello rappresentato da Carlo Marcone per la questione del cosiddetto palazzetto di Giancos [3] e nella doppia veste di tecnico e probabile candidato alle prossime elezioni.

I problemi di Ponza emergono, forti e chiari, in vari momenti e interventi della settimana. A cominciare da quel Manifesto delle elezioni 2017 [4] (per restare in tema) in cui il verbo avere insieme ad altri è coniugato all’indicativo futuro, “avremo”: insomma come fossero cose reali. Ma il significato, pieno di amara ironia, è ben diverso dalle certezze espresse da quel famoso brano di Baglioni intitolato “Avrai”.

Cala dell'acqua 22 [5]
C’è poi la nota sul porto di Cala dell’Acqua [6] del Comitato Samip 2012, il quale, seppur tacciato di essere contrario a quel programma, dà al contrario indicazioni precise e funzionali.

Altre puntuali e circostanziate riflessioni e indicazioni arrivano da “Contributo e suggerimenti sui recenti SIC [7] proposti dalla Regione Lazio” di Elio Zecca: i SIC, lo ricordiamo ancora una volta, sono i Siti di Interesse Comunitario.
E sul porto di Cala dell’Acqua trasformato per l’occasione (o per la disperazione) in Cala del Vino [8] si concentra anche l’attenzione, sempre a metà fra serio e faceto, del nostro Sang’ ‘i Retunne.

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A proposito, merita certamente due righe a sé la pubblicazione dell’opera prima, nonché omnia per il momento, “Venerdì pesce” [10], dell’autore anonimo che siamo soliti indicare come “l’ittico”, curata dal nostro sito, con prefazione di Sandro Russo e postfazione di Rita Bosso, edito da GraficArt. Essa raccoglie gli scritti pubblicati su Ponzaracconta da febbraio 2014 ad agosto 2016, intervallati da tredici “Ordinanziamenti” che Sang’ ha pubblicato sulla sua pagina Fb. Naturalmente vi invitiamo a leggerla e a farla leggere.

Sul versante viaggi, mi ha affascinato la recensione del testo di Judith Schalansky Atlante delle isole remote [11] in cui l’autrice parla di cinquanta isole (lontanissime) “dove non sono mai andata e mai andrò”: un assunto stupefacente.

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Però il viaggio che mi ha dato un autentico tuffo al cuore è quello che Renzo ha intitolato New York, Usa. Già che c’ero sono andato a Ellis Island [13]. Sempre di “un’isola” si tratta, e noi isolani sappiamo cosa significa. Inoltre quell’isola ha per i ponzesi un richiamo e un senso particolare: crocevia di tante esistenze per i nostri nonni e bisnonni. In quella descrizione c’è viaggio, ricerca, ritrovare le radici, sentir rivivere azioni e gesti, speranze e fatiche di chi ha vissuto l’avventura americana, come nonno Ciccillo Zecca. E tanti altri insieme a lui.

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La settimana si chiude tristemente, con l’addio a Luciana Migliaccio [15], vedova di Ernesto Prudente. L’abbiamo salutata mesti ma con il cuore pieno di tanti bei ricordi. E anche questa scomparsa, che ci porta a dover considerare tutta un’altra dimensione rispetto alla nostra, riporta al concetto iniziale di infinito.

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Prendo allora in prestito le parole di Fiorella Mannoia, perché la musica è capace di lenire ogni dolore: “Se parli piano puoi sentirlo già… Se guardi dentro puoi vederlo già… Ascolta l’infinito”.