Estate 2016. Si concretizza un vecchio sogno! Visitare “la grande mela”, complice l’occasione dello scambio di case con una famiglia di franco-canadesi, momentaneamente trapiantati a New York.
Il sito è: www.homeexchange.com e funziona benissimo. Basta solo non essere (troppo) gelosi della propria casa…
Visto che eravamo a New York, siamo andati a visitare Ellis Island, l’isoletta su cui dai primi del ‘900 sbarcavano tutti gli immigrati che arrivavano in America: per la quarantena, la visita medica e la prima selezione.
Sapevo che mio nonno materno – Francesco (Ciccillo) Zecca – era andato più volte in America, per cui era passato anche lui per quell’isola, vicinissima a quella con la statua della Libertà.
Pagando la modica cifra di 7,00 $ (…perché in America si paga tutto!) abbiamo avuto diritto di consultare per 30 minuti i registri dell’epoca, digitalizzati dalla “Ellis Island Foundation”.
Appena immesso il nome di mio nonno, subito è apparsa una prima lista con solo sei “Zecca Francesco” provenienti da svariate zone d’Italia: solo uno veniva da Ponza, provincia di Caserta!
Certo, il cognome poco diffuso in Italia ha certamente aiutato, perché in seguito ho provato con altri cognomi più comuni ed il risultato non è stato altrettanto positivo.
Cliccando poi con il mouse sul simbolo della nave è apparsa un’altra schermata che precisava anche il giorno dello sbarco, il 20 aprile del 1920 e la nave con cui era arrivato: il “Re d’Italia”, proveniente da Napoli.
Ad avvalorare il tutto, il nome seguente al suo, sul registro di sbarco dell’epoca, era tale Pasquale Scarpati, sempre di Ponza. (sulla parte bassa del 1° foglio, n°14 e 15)
Le due immagini vanno considerate appaiate orizzontalmente (seguire le righe 14 e 15)
Da quello che ho capito, mio nonno aveva un parente che lo aspettava negli Stati Uniti: il fratello Silverio e Pasquale Scarpati, lo zio Ciro Scotti (sempre sulla parte bassa del 2° foglio, ancora ai n° 14 e 15).
Insomma, molto facilmente sono riuscito a ricomporre questo primo viaggio di nonno “Ciccillo”.
Sapevo che era anche tornato più volte in America, ma mi hanno spiegato che veniva registrato solo il primo sbarco.
Ellis Island Hall all’epoca e (foto sotto) oggi
Quando, da ragazzo, chiedevo alle zie – soprattutto a zia Olga, vera memoria storica della famiglia – del perché dei suoi frequenti viaggi, lei mi spiegava che quando stava lì veniva preso dalla nostalgia della famiglia e dell’isola e voleva tornare; poi una volta a Ponza lo riprendeva la smania di diventare ricco, metteva in cantiere un altro figlio e ripartiva! Infatti le nascite dei miei zii Zecca (di cui rimane solo zia Rosaria) sono scadenzate di due anni in due anni..!
Tornando al viaggio, ci ha molto impressionato questo passaggio su Ellis Island, un po’ per la scoperta delle tracce di mio nonno, ma soprattutto visitando il museo dell’isola, per le immagini degli emigranti dell’epoca, con i loro sguardi persi nel vuoto, le povere cose con cui partivano, alla ricerca di lavoro e di una vita migliore.
Come non fare un paragone con le immagini dei migranti attuali: gli sguardi persi sono simili e le aspettative non sono cambiate. Solo che adesso vediamo tutto a colori alla televisione, mentre le foto dei primi del ‘900 erano a bianco/nero e poco nitide.
Immagine di copertina. Composizione di tre foto di New York:
La foto in verticale: Stazione Metro progettata dall’architetto Calatrava con la Freedom Tower sullo sfondo;
foto orizzontale (alto): il grattacielo Freedom Tower (a 50m. da dove erano le Torri gemelle) ripreso dalla base;
foto orizzontale (basso): una delle due vasche dove erano le Torri gemelle con la Stazione Metro progettata da Calatrava ed altri grattacieli [Foto Russo-Mouton]
Nota
Un saluto affettuoso a Franco Zecca jr. (…una volta!) che mi legge (spero) da Latina. Ciao cumparie’!