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Lavorare a Ponza oggi

di Monia Sciarra

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I turisti che arrivano nei vari periodi, dove e come vengono ospitati?

Partiamo da un presupposto evidente: Ponza non è Rimini, le attività su aree demaniali non generano guadagno come sulla costa adriatica, gli introiti sono sufficienti ad attrezzare il pranzo e la cena nel lungo inverno: chi più, chi meno!

Ci vantiamo spesso, numeri alla mano, del fatto che l’isola sia strapiena ma questa saturazione deve essere gestita, i turisti devono essere ospitati, nutriti, rifocillati, trasportati, devono essere loro garantiti igiene, benessere, divertimento.

In questi giorni di piena debordante le forze di controllo fanno i blitz e scoprono che vi sono occupazioni abusive di suolo demaniale, che le discoteche sono strapiene e sparano la musica ad alto volume, che gli autobus viaggiano stracolmi, che molte spiagge interdette sono frequentate da turisti ignari del pericolo; e la maggior parte delle spiagge sono interdette.

Tutto questo è nella prassi “agostana”, ma dove sta la programmazione politico- amministrativa finalizzata al miglioramento della qualità di vita di tutti: turisti ed operatori?

Il miglioramento dell’offerta turistica deve essere fatto all’insegna della sicurezza e della legalità, ma non può essere disgiunto dall’affermazione del diritto al lavoro e da misure organizzative adeguate. Accettare un numero illimitato di turisti, rinunciare a regolamentare i flussi, applicare la politica del NO porta al risultato opposto: da un lato non si permette ai lavoratori di operare in serenità ed efficienza, dall’altro si riduce la qualità dell’offerta. Legalità, reddito, serenità sono il risultato di una corretta gestione delle risorse, della pianificazione, alla quale concorrono amministratori e operatori.

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Insula aurea – particolare

Faccio un esempio: quanti gommoni possiamo ormeggiare? Come incrementare al massimo possibile questa offerta di ormeggio? È il caso di rilasciare nuove concessioni demaniali? È il caso di ampliare, dove è possibile, alcune concessioni demaniali in modo che garantiscano un reddito non inferiore a quanto previsto dagli studi di settore?

Se non c’è tutto questo non c’è giustizia, c’è il caos, c’è l’insicurezza, c’è la politica irresponsabile.

Quando ci sono le mareggiate di levante, per esempio, tutti parlano giustamente delle operazioni di salvataggio della capitaneria ma nessuno dice della grande, importante competenza degli operatori della nautica a Ponza che, in condizioni assolutamente precarie, devono servire nei periodi di punta una domanda enorme di ormeggio, servirla assumendosi responsabilità grandissime. Con i numeri di imbarcazioni che ci sono nel nostro porto, senza una protezione dai venti di levante, solo la grande maestria degli operatori della nautica permette che i danni a scafi e persone rimangano assolutamente irrilevanti.

Ma io dico che non si può andare avanti così, per garantire un reddito minimo ad una attività nautica di ormeggio bisogna garantire uno specchio acqueo che possa ormeggiare in sicurezza almeno 20 natanti. Per garantire un reddito ad una attività di locazione natanti bisogna garantire uno specchio acqueo almeno per 10 natanti. Bisogna tener presente che i natanti non sono come le automobili in un parcheggio, che possono essere parcheggiate a distanze minime; al contrario tra una fila e l’altra di natanti all’ormeggio ci deve essere almeno 4 metri di spazio. Spazio che non viene sfruttato dall’operatore per fare profitto ma per rendere l’ormeggio sicuro; al contrario questo spazio tra le file di gommoni viene conteggiato dal punto di vista delle tasse statali e comunali.

Un altro aspetto va sottolineato in modo chiaro e non ipocrita: non si può ormeggiare in sicurezza (e questo dovrebbe essere addirittura imposto dalla competente capitaneria) senza l’uso dei “corpi morti”. Non si possono ormeggiare file di natanti con le ancore, non c’è spazio per garantire a un’ancora di mantenere il moto ondoso: e questo lo sanno tutti gli uomini di mare.

Quest’anno dalle interviste fatte ho rilevato un turismo mordi e fuggì, tutti erano rimasti a piedi in cerca di noleggi di motorini o auto. Arrivare a Ponza, magari con prole al seguito, dopo aver sborsato una cifra non modica per traghetto o aliscafo, e non riuscire neanche a fare un bagno per impossibilità di accedere alla spiaggia: è successo, e non deve mai più succedere!

 

Immagine di copertina: Insula aurea, di Annamaria  Annunziata