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Un altro mare (3). Le bon mangerdi Sandro Russo
Tra le cose divertenti dei viaggi c’è anche quella di mettere a confronto le proprie consolidate conoscenze e abitudini alimentari con quelle del paese ospite. Un isolano naturalmente ‘si picca’ di conoscere i prodotti del mare e irresistibilmente è attratto dai mercati di pesce e, qui, di coquillage. Non a caso le plateau de fruits de mer è un mito locale consolidato… Qualche anno fa, un centinaio di ristoratori della Bretagna ha firmato la “carta dell’autentico vassoio di frutti di mare bretone” per la composizione “di minima” del plateau. E la prima impressione che emerge, ad una prima passeggiata per le vie di Saint Malo entre muros (dentro la cerchia dei bastioni difensivi settecenteschi che delimitano la città antica) è la visione di ristoranti all’aperto i cui clienti sono immersi in monumentali ‘scafaree’ di cozze (moules), oltre alle fantasiose composizioni di molluschi e crostacei cosparse di ghiaccio che occhieggiano dalle vetrine dei locali. Ci sono ovviamente le ostriche (vedi in seguito), ma mancano le patelle; c’è il granchio (che qui chiamano crabe ‘dormeur’) e les bigorneaux (…i nostri rufoli); le vongole (les palourdes) da qualche parte saranno, e si vedono delle conchiglie piuttosto grandi che assomigliano alle nostre ‘tofelle’. L’occasione per saperne di più viene da un’escursione ad un paese vicino St. Malo, Concale, santuario della ostricoltura…
Si scampa per fortuna ad una indigestione e il viaggio prosegue ‘discendendo’ (in termini cartografici) ancora la Bretagna e quindi lungo la costa atlantica della Francia, fino alla meta che ci si era prefissa: La Rochelle, unita con un ponte di 3 km su pilastri con l’Ile de Ré.
Notare sulla mappa, appartenente ancora al ‘corno’ della Bretagna: “Concarneau”. E così… Si arriva da Philippe giusto in orario per partecipare ad un pranzo luculliano con la sua numerosa ed allegra famiglia, con il patriarca André e la matriarca Marie, entrambi attivissimi, ed una serie infinita di portate, culminate nella presentazione di una granseola (araignée de mer in francese; ‘u fellòn’, in ponzese!) appena sbollentata – ’u f’lön’ -, come dice Philippe nel suo italiano ponzese-galitese molto musicale che gli ascoltatori della sua conferenza su La Galite – a Ponza, nel giugno 2012 – certo ricorderanno (leggi qui e qui). Ma la ciliegina sulla torta, come si dice – dopo i numerosi dolci e gelati portati a tavola – è stata la scoperta di una ricca fioritura di garofani di San Silverio, a partire dagli schiuopp’ che io stesso gli diedi, in occasione della sua venuta a Ponza, quattro anni fa, ormai. Riecco Ponza, San Silverio e i suoi fiori a centinaia di chilometri di distanza. I garofani erano fioriti al tempo della foto, alla fine di luglio, più di un mese dopo di quelli dell’isola. ma indubitabilmente sulla stessa lunghezza d’onda! Grandi saluti e abbracci e promesse di rivedersi presto, magari per più giorni e per andare a pesca insieme, su “un altro mare”, appunto..! Qualche giorno dopo mi è arrivata questa foto da Philippe con la didascalia: “Lunedì 8 agosto: pescato oggi, 0,75 Kg!” Al che ho rilanciato con questa foto: …Ovviamente Philippe non l’avrei mai conosciuto senza Ponzaracconta! Infine qualche giorno all’île de Ré, – molto più grande di Ponza, 85 km2 contro i 7,5 della nostra – il paradiso delle biciclette… con le maree (anche là!), il faro delle Balene e tutto il resto… Ma non è più Bretagna, bensì Dipartimento della Charente maritime (appartenente alla regione Nouvelle Aquitaine – la nomenclatura delle Regioni in Francia è cambiata di recente, tanto che non ci capiscono più niente neanche loro… Chest’è!) *** Insomma, questa Bretagna… È stata una scoperta a più livelli, di cui quello gastronomico per niente trascurabile… Perché non si è parlato delle gallettes (gallettes sarrasin, sorta di crêpes per preparazioni salate in cui l’ingrediente base è il grano saraceno), l’agnello dei pascoli salati intorno a Mont St. Michel e il sidro, le cidre (il vino di mele che al suo meglio somiglia a uno spumante del Fieno particolarmente dolce!)…
*** Però è vero che durante i viaggi, uno Ponza se la porta nel cuore… Come non ricordarsi de “l’amato scoglio”, con un tuffo al cuore, davanti a scene così?
Un altro mare (3). Le bon manger – Fine Per la prima puntata leggi qui: Un altro mare (1) – Le maree Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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