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Omero, il mito Mediterraneo e Ponza: il fascino del mito sul palco “La Caletta”proposto dalla Redazione . in condivisione con www.latinaoggi.eu Grande successo a Ponza, nell’ambito della manifestazione teatro del mare “La Caletta”, per la serata organizzata sul tema della mitologia greca e nello specifico di Omero. De Luca ha poi parlato di una letteratura ponzese che si va formando, con tre opere letterarie in uscita di Giuseppe Mazzella, Enzo Bonifacio e del prof Gino Usai, che “resuscita il mito di Telegono, il figlio di Circe e Ulisse”. “Ora – ha proseguito De Luca – se si pensa che Circe fosse vissuta da queste parti, come il Mito ci indica, e se da Telegono proviene la stirpe italica, allora quest’isola potrebbe assurgere ad una antica patria omerica”. Infine i ricordi, sempre legati alla sua terra, all’isola lunata: “Il nonno del mio amico Silverio Porzio, da Torre del Greco alla spiaggia di santa Maria, costruiva bastimenti solo con l’ingegno dell’occhio e della mente, così come Ulisse nell’isola di Circe. I marinai avevano calli e cicatrici a vogare o rammentare vele. Erano questi uomini abili ad affrontare ogni tempesta della vita, non avevano Atena o Zeus ma Madonne e Santi. Il pesce serviva a sfamare. E poi c’erano i contadini, qui a Ponza fino a qualche anno fa nelle cantine della valle del Fieno si è perpetuata l’arte del simposio, gestualità e parole di ellenica memoria, come ancora succede in alcune isole greche. Tutto ciò mi ha convinto, e incessante diventò questo pensiero negli anni, ad andare nei bassifondi dimenticati della storia di quest’isola, togliere quella sporca e unta superficie dell’attualità, e ritornare al Mito, all’origine dell’isola. Riportarlo alla luce del sole affinché esso continuasse a nutrire. Troppo quest’isola sta soffrendo la sua storia, spesso volutamente e distrattamente dimenticata, o sostituita volgarmente con ciò che non gli appartiene. Riportare alla luce del sole la storia dei nostri nonni e bisnonni e i padri dei padri, la storia che ha reso quest’isola un vero Mito mediterraneo. A mio avviso questo è più importante di ogni altra clericale rimembranza. La presenza di una chiesa di estrazione borbonica prima, e fascista poi fino agli anni ’60, ha contribuito a decapitare la vera storia di Ponza. Quella storia che serve ad una società per la sua sopravvivenza. L’isola diventa confine esistenziale ma allo stesso tempo paesaggio di libertà, dove tutto può accadere. Qui risiedono gli uomini omerici. Lo scrittore e navigatore Andrea Simi, grecista, ha poi letto alcuni brani dell’Odissea e poesia tratte da Adespota, scritto dallo stesso Simi con De Luca. Il mito di Omero nel Mediterraneo è stato quindi illustrato a un attento pubblico dalla professoressa Maria Margotta e dal prof. Francesco d’Episcopo, della facoltà di Lettere di Letteratura comparata dell’Università Federico II di Napoli, mentre la poesia è stata alla fine interpretata da Olga Matsina, musicista a San Pietroburgo e poi attrice dalla scuola di drammaturgia Silvio D’Amico a Roma.
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Sottolineo un pensiero di Antonio
“Riportare alla luce del sole la storia dei nostri nonni e bisnonni e i padri dei padri, la storia che ha reso quest’isola un vero Mito mediterraneo. A mio avviso questo è più importante di ogni altra clericale rimembranza. La presenza di una chiesa di estrazione borbonica prima, e fascista poi fino agli anni ’60, ha contribuito a decapitare la vera storia di Ponza. Quella storia che serve ad una società per la sua sopravvivenza.”