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Zi’ Monaco e le persone storte (3). Dello stile comunicativo

la Redazione

Bandiera. Riproviamo.2

 

Ci sono occasioni in cui bisogna affermare con perentorietà che la bandiera/cappello non può continuare ad essere capovolta.
E’ quando l’offesa, l’aggressione verbale colpiscono chi si trova in posizione di oggettivo svantaggio e non può rispondere per le rime, non può rispedire al mittente l’ingiuria.
E’ quando dalla cafonaggine si passa al bullismo. 
E’, purtroppo, la conseguenza inevitabile di quanto esposto nelle prime due puntate.

Se il cittadino in quanto tale non è titolare di diritti, di dignità, è ovvio che il più debole, il più indifeso andrà perlomeno deriso, insultato, aggredito verbalmente.
Da queste parti il cittadino è chiamato a riempire le piazze, ad applaudire, a fare da figurante in show e passerelle che non lo riguardano, non gli interessano, che però generosamente paga (Ponza Estate); quando si indicono conferenze di servizio che riguardano il presente e il futuro dell’isola, il cittadino non solo non è invitato ma, se fa richiesta di partecipare da uditore (come la legge consente e prevede) viene lasciato regolarmente a casa.

E’ questo il caso delle conferenze di servizio per il porto a Cala dell’Acqua, di quelle sui trasporti. D’altra parte, cosa potrebbe mai capire il cittadino-demente? Che resti dunque a casa, connesso a Facebook, massimo organo di comunicazione istituzionale, dove a breve comparirà un comunicato-riassunto-favoletta, debitamente semplificato, debitamente tradotto e ridotto, dunque accessibile agli spiriti semplici. Da casa, comodamente, il cittadino-demente potrà esercitare la sua partecipazione attiva e propositiva a colpi di like, di santo subito e senatore a Roma, di bene-bravo-bis.

Il cittadino-demente ha costantemente bisogno di un tutore-badante-mastu Giorgio, sia che vada a giocare a calcetto sia che parcheggi l’auto. Il badante è selezionato da Isso ed è pagato dal Fesso; il badante del Fesso nonché maggiordomo di Isso ha curriculum, competenze e titoli imperscrutabili, l’unico requisito certo è la furastierità.

Se il cittadino-demente ha anche qualche svantaggio fisico o anagrafico o di genere, allora l’aggressione, quanto meno verbale, è garantita, secondo la logica del forte-contro-i-deboli. 
E qui bisogna citare casi, premettendo che talora il signor sindaco di Ponza (ssP) ha risposto alle accuse con smentite e precisazioni, delle quali prendiamo doverosamente atto, mentre in altri casi non ha replicato. Noi, che non siamo stati testimoni dell’accaduto, riportiamo per il momento due episodi secondo la versione delle parti offese, rimasta senza replica; se arriveranno integrazioni, smentite, precisazioni ne daremo conto.

Annamaria De Luca, perpetua della chiesa di Ponza, denuncia ai carabinieri un episodio che si sarebbe verificato in un ristorante, alla presenza di testimoni. Il ssP l’avrebbe apostrofata con le parole “Stronza, schifosa, balorda”.

pinovitielloPino Vitiello

Il padre del defunto Pino Vitiello commenta: “Non è nuova la risposta del sig.Vigorelli, non è degno nemmeno di essere chiamato sindaco. Non l’ho denunciato qualche anno fa alla risposta che diede a mio figlio, proprio perché mio figlio era un signore e lasciò correre, ora colgo l’occasione di mandarlo a benedire pubblicamente togliendomi un sassolino dalle scarpe che porto con amarezza dentro da qualche anno. Sì sig. Vigorelli, mio figlio sig. Giuseppe Vitiello chiamato da amici Pino, ti chiese umilmente di poter usufruire di un parcheggio riservato ai disabili sulla piazza per arrivare con il suo mezzo e sedersi con i veri amici a prendere una birra dove del resto tutti indistintamente occupavano. La tua risposta mi suona ancora come un martello nell’orecchio……eh…ora ti mettiamo l’ascensore!”

Ponza, con l’eccezione di pochi balordi, sente il bisogno di affermare la sua totale estraneità a simili modi di sentire, di esprimersi.
L’ambiente isolano, con tutti i suoi limiti e con tutti i suoi difetti, è ed è sempre stato rispettoso ed inclusivo. 
Le leggi dello Stato Italiano promuovono l’integrazione del cittadino con disabilità, impongono la rimozione delle barriere architettoniche ma, molto prima della legge 104 del1992, agli stessi risultati erano arrivati la sensibilità, la solidarietà, il tessuto di relazioni familiari, di vicinato. 
Solo chi è estraneo a questo tessuto può pronunciare la frase “Eh… ora ti mettiamo l’ascensore!” 
Chi ne è parte, invece, trova naturale farsi ascensore, stampella, sostegno per il meno fortunato.

Ce n’è per tutti, non solo per il privato cittadino: dalle forze politiche (M5S è il “movimento cinque stalle”) agli ambientalisti (“gli ambientalisti del CABS” mentre quelli di Le Forna, vivaddio, sono “veri ambientalisti”) fino ai colleghi sindaci (“Aggiungo, in via del tutto personale, che quanto da lei espresso mi fa schifo” indirizzato al sindaco di Ventotene), all’insegna di un bon ton che, bisogna riconoscerlo, ha anche estimatori e epigoni/replicanti.

Per gli estimatori, ISSO: a) non le manda a dire; b) ha un brutto carattere, come tutti quelli che hanno carattere; c) glie ne ha cantate quattro, a quello/a scassa…; d) è diretto; e) è muscolare.

Ma, se l’arroganza nella versione originale di Isso trova qualche estimatore, non viene in alcun modo sopportata nei replicanti.
Alcuni perdonano l’arroganza di Isso perché sarebbe bilanciata dai successi professionali pregressi, dalle capacità comunicative, da presunte frequentazioni ad alto livello e, soprattutto, per l’atteggiamento di soggezione che sempre regola i rapporti con il forestiero.
L’arroganza dei replicanti, invece, non trova appigli giustificativi; “Ma dove l’appoggia? Ngopp’ ’a petrusina?” è il commento più generoso che si sente in giro.

1.Della bandiera capovolta
2.Dei successi amministrativi
3.Dello stile comunicativo. Fine

Aggiornamento del 3 luglio con le immagini del commento di Biagio Vitiello:

Thesaurus. Treccani [1]

 

Aggressivo. Treccani [2]

Aggressivo. Treccani. Schema [3]

Aggressivo. Part [4]

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