Attualità

Il Giornalismo e i Tempi (2)

di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Journalism

 

Il tentativo di una Associazione della Stampa (1986-1994)
Non c’è libertà di stampa se non c’è libertà dal bisogno di sopravvivenza. Non solo è necessario fare una “Storia Contemporanea” della “stampa locale” ma è necessario farne un’altra sulla “Editoria” e cioè l’eterno problema del giusto o minimo compenso ai giornalisti che vi lavorano al tempo di una spaventosa crisi economica nazionale e locale.
Dal 1986 al 1994 promuovemmo l’Associazione della Stampa delle isole di Ischia e Procida. Cioè sostanzialmente un tentativo di “sindacato dei giornalisti locali” che fosse capace anche di “formare” i nuovi giornalisti con quelli che poi sono stati chiamati i “corsi di formazione” adottati da ogni ordine professionale. Ricordo i convegni con Giovanni Russo e con Piero Ottone. Le conferenze stampa di fine d’anno con i sindaci.
L’Assostampa voleva anche trovare lavoro per i giornalisti locali – arrivammo ad oltre 50 iscritti all’ordine nell’elenco pubblicisti – e si aprivano prospettive per l’obbligo per i Comuni di dotarsi di Uffici Relazioni con il Pubblico (URP) Anche questa esperienza fu chiusa per un personalismo interno ad una categoria nascente e non consolidata nonostante il ruolo di “pontiere” svolto da Gianni Vuoso.

Ischia. Castello aragonese. WideIschia Ponte – Castello aragonese

La grande e la piccola editoria
“La Repubblica” può fare quello che fa per la consistenza economica e finanziaria del primo gruppo italiano. Un piccolo giornale non può farlo. Ma la vera scommessa – il vero indice di “maturità economica” dell’isola d’Ischia con 3mila imprese e 6mila partite IVA oltre i piccoli e sporadici convegni di facciata come quello di Lacco Ameno al Regina Isabella del 20 maggio 2016 o il “Centro Studi sullo sviluppo sostenibile” – , è questa!

Ischia. PortoIschia Porto

Conclusioni al tempo di internet e dei partiti liquidi: una Associazione della Stampa
Queste considerazioni mi sono venute alla penna di fronte sia ad un tentativo locale di riprendere quel clima civile degli anni ’70 avviato da “Il giornale d’Ischia” chiaramente velleitario e con una arbitraria rivendicazione perché quel clima civile non esiste più e comunque il tentativo avrebbe senso e validità se fosse un direttore di giornale locale a proporlo definendo se stesso ed il suo giornale sia all’iniziativa della redazione napoletana di Repubblica del numero monografico dei “Quaderni della Fondazione Rosselli” dedicato a Napoli proprio in occasione della campagna elettorale.

Quel volume con 40 interventi per Napoli nella rivista diretta da Valdo Spini, socialista liberale, valdese, e coordinato da Ottavio Ragone, capo della redazione napoletana di Repubblica di chiara cultura laica,è la prova della necessità di elevare la Politica anche nella città di Napoli con un confronto sulle Idee ed i Programmi eliminando gli insulti e le minacce come stanno avvenendo nella campagna elettorale per il Comune di Napoli tra i vari candidati-sindaci. Ma il “Quaderno” ha salde radici alle spalle. Due esperienze culturali e politiche unite da uno stesso impegno da oltre sessant’anni!

E’ tempo a mio parere di fare qualcosa di simile nell’isola d’Ischia sulla scia delle esperienze editoriali passate e farlo al tempo di internet e dei “partiti liquidi”. Qui dobbiamo definire un nuovo modello di sviluppo ed un nuovo assetto istituzionale. Il modello è lo “sviluppo programmato” e dobbiamo diffondere la “finanza di territorio”, il buon utilizzo dei fondi europei del piano 2014-2020, trovare nuovi interlocutori istituzionali che si chiamano Regione Campania, Città Metropolitana, Agenzia per la Coesione Territoriale, Invitalia, Sviluppo Campania, nell’attesa di un assetto istituzionale che è un unico comune. Qui dobbiamo completamente ricostruire la classe dirigente della Politica e dell’Economia. Ritrovare un’etica pubblica. Ridare rappresentatività alle associazioni delle categorie produttive ed alle forze sociali. Dare un poco di consistenza alla “liquidità” dei nuovi partiti della Seconda Repubblica in vista della Terza che uscirà dal voto referendario di ottobre.

Non è impresa facile e soprattutto è un’impresa che spetta ai giovani soprattutto ai giovani giornalisti che dovrebbero ricostruire una Associazione della Stampa delle Isole di Ischia e Procida proprio con lo stesso spirito con il quale noi la costituimmo nel 1986 evitando naturalmente i nostri errori.
Una Assostampa che sia da un lato capace di “professionalizzare” chi lavora nell’informazione oggi alluvionata da Facebook con molte ragioni ad Umberto Eco che affermò che i social hanno dato il diritto di parola anche agli imbecilli e dall’altro di essere “sindacato” con le richieste di dignitosa remunerazione di un lavoro da parte di un visibile editore con un chiaro indirizzo editoriale e politico.
L’autorevolezza di un giornale e di un giornalista si conquistano con un’etica professionale, con una saldezza culturale, con una capacità ed una autonomia di dire NO quando l’editore dichiarato vuole trasformare il giornale o il foglio in un ridicolo strumento promozionale di una risibile classe dirigente la cui inconsistenza o inadeguatezza emerge proprio dalle dichiarazioni stesse fuori dalla logica elementare e dalla elementare competenza che deve avere un pubblico amministratore in un momento di crisi economica, finanziaria, sociale e civile che definire drammatica è un eufemismo.
Ma come ammonì il prof. Malagoli nell’intervento per i 500 numeri de “Il settimanale d’Ischia” riportato nel libro dei 10 anni de “ Il Golfo”: – Chi si fa convinto della bontà di un fine sa trovare anche i mezzi e le forme per la sua attuazione – (pag. 62 – dieci anni; 1999).

10 anni de il golfo

La dignità professionale deve essere mantenuta insieme alla giusta remunerazione perché questo è il ruolo del “sindacato”. Mi rendo conto che oggi per i giovani è più difficile di ieri. Il mio dovere di vecchio cronista è dar loro una mano se mi sarà chiesto di farlo. Ma se non si riscopre l’esperienza dei “pionieri” – che indico in Franco Conte, Giuseppe Valentino, Domenico Di Meglio, Davide d’Ambra, Antonio e Michele Lubrano, Pino Buono, Raffaele Castagna perché ciascuno con le proprie idee è stato giornalista-editore – divento pessimista per il presente ed il futuro della stampa locale.

Un “buon giornale” sia esso “nazionale” o “regionale” o “locale” lo si fa ancora con la lezione di Piero Ottone contenuta nel suo libro del 1987 che si chiude con una considerazione esemplare:
“La stampa è la spina dorsale di una nazione; è lo strumento che raccorda i suoi centri nervosi e crea la coscienza nazionale. Una stampa efficiente, solida, robusta, è una spina dorsale che tiene eretto il corpo, in mezzo a tutte le vicissitudini e a tutte le bufere; una stampa debole e rachitica è una spina dorsale gracile, che facilmente si piega e diventa sempre più esile fino a scomparire”.

Casamicciola, 21 maggio 2016-05-20

CasamicciolaIschia. Casamicciola

(*) – Giuseppe Mazzella, 67 anni, giornalista iscritto all’ ordine elenco pubblicisti dal 1972. E’ stato direttore de “Il Giornale d’Ischia” (1975), collaboratore per oltre trent’anni de “Il settimanale d’Ischia” e de “Il Golfo”, corrispondente da Ischia e Procida dell’ANSA dal 1984 al 2006, responsabile dell’ufficio stampa della Provincia di Napoli dal 1976 al 2001.
E’ stato presidente dell’Associazione della Stampa delle Isole di Ischia e Procida (1986-1994) e presidente del Centro Studi su l’isola d’Ischia (2000-2008).
Ha studiato economia e commercio e scienze politiche ma preferisce dichiararsi studioso di “geografia ed umanità” ed oggi si definisce “pensionato attivo”.
Mantiene in vita la sua rubrica da oltre 30 anni oggi sul quotidiano “Il Dispari” che si chiama “I Tempi” come quella di Guido Calogero su “Panorama” quasi come un impegno di vita.
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[Il Giornalismo e i Tempi (2) – Fine]
Per la puntata precedente: leggi qui

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