Ambiente e Natura

Col sole

di Francesco De Luca

Estate cocomero cuore

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Quando ci si alza lui è già saldamente insediato sul trono del cielo e inonda. La cucina è luminosa come a mezzogiorno, e sono soltanto le sette del mattino.

Di solito quel tempo è dedicato a programmare la giornata: quale impegno urge, la scadenza da rispettare, nella lista scrivere il caffè da comprare. Di solito, ma non quando il sole brillante invita a uscire sull’aia.

Terso il cielo e azzurro, il mare evidenzia nel suo corpo blu le macchie bianche dei motoscafi e dei panfili, un uccellino da lontano insiste nel suo forte richiamo, i passeri frullano intorno ai muretti dove sanno di trovare briciole di biscotto. L’oleandro è semplicemente radioso con la sua nuvola rosa. Non c’è segno di vento e la bouganvillea riesce ad imporsi al verde e a spiccare.

Si è insediata l’estate. Fra poco imporrà il caldo ai traffici umani e, di conseguenza, indurrà ad aspirare al mare come luogo di estrema frescura.

Cocomero-estate

Per l’isola l’estate è la stagione in cui tutto si esalta. Non fosse che per il bianco delle case, dei muretti, delle strade. Bianco che rallenta, ottunde, impigrisce.

Per gli isolani è il momento dell’anno in cui si indulge alla chiacchiera, all’intrattenimento, all’incontro..

Al termine della messa, nello scendere i gradini si dicono cose sull’andamento della vita, aspro anche per i dolori alle ginocchia, restie a piegarsi. Sulle panchine di Santantuono gli americani ritornati per il 20 giugno, si affannano a far capire ai giovani la loro discendenza paesana. Intorno, il viavai dei turisti che, non sempre volenti, stanno dietro alla guida, sballottolati per le strade.

Nel pomeriggio avanzato, davanti alla cappella sulla Punta Bianca, donne si siedono a circolo e intonano: Gran Santo Protettore… come a rivendicare agli astanti un ‘diritto di proprietà’ su questo lembo di terra, tanto desiderato e non altrettanto amato. E la sera, fuori gli usci, ci si assonna a declinare le virtù della nipotina, tanto, ma tanto intelligente.

Bagno Vecchio. Faraglioni del Calzone Muto e spiaggia del 'tortano' copia

Estate, travolgici, noi siamo pronti a farci portare da te nell’oblio della ‘controra’, nel desiderio di toccare il mare mentre la barca corre, assorbire il sole sulle spalle e sentirne il rosichìo, per poi placarlo con un tuffo.

Ieri sera al bar ragazzi e ragazze sul Corso cercavano col sorriso compiacenti compagnie. Parlavano di andare al mare. Magari riescono ad uscire insieme e nelle acque del Bagno Vecchio intrecciare un amore. Per placare il corpo e rinnovare il cuore.

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