Ambiente e Natura

La Cisterna, il comandante e il maresciallo

di Rita Bosso

cisterna

.

Sarà inaugurata domani la Cisterna del Comandante; chi l’ha già vista assicura che è un gioiellino.
Da domani guide professionali e preparatissime condurranno i visitatori; per oggi, accontentiamoci della descrizione che ne fa il maresciallo Cardone, protagonista di un giallino ponzese, alle prese con un delitto nella vicina Cisterna della Parata, la maggiore delle cisterne costruite dai romani a Ponza.

 

A destra sta la famosa stradina col cancello piazzato dalla sera alla mattina, quello di cui mi ha parlato Amedeo, messo da Augusto Imperatore e prontamente benedetto dalla cagna, com’è giusto che sia in un’inaugurazione.
Dice ma magari Amedeo se l’era sognato, si sa che è un tipo pazziariello, l’avrà inventata là per là per vedere se la bevevi, sai quante risate si sarebbe fatto se, alzandoti da tavola, tu avessi preso proprio la strada che porta qua?
E invece non pazziava, Amedeo; qua, non solo c’è il cancello ma, fresco fresco sistemato in bacheca, gli fa compagnia il cartellone della Soprintendenza, con tanto di descrizione e di pianta.

Il fatto è che a sinistra effettivamente si scorge un fabbricato a due piani, che è il caseggiato di via Umberto in cui fino a sabato ha abitato, tra gli altri, la signora Maino. “Sotto al quale si sviluppa il Cisternone” significa che Minniti ha avuto ragione: la grotta ci sta ma l’hanno scavata i romani in illo tempore; ci sta ed è pure grossicella, mille metri cubi.
Ci sta ma è chiusa al pubblico; fa parte di un itinerario ma non si può visitare, la soprintendenza predispone un itinerario, in pompa magna appizza i cartelloni lungo la strada, fa una descrizione del luogo però ti dice che non puoi entrare. E allora che cacchio di itinerario è, scusate tanto?
La soprintendenza vuole sfottere o, come dice Minniti, farcele girare vorticosamente?
Embè soprintendente carissimo, hai sbagliato giornata e hai sbagliato persona.
Tommaso Cardone tiene voglia di camminare, vabbuono?
Voi avete scritto Itinerario, e al maresciallo Cardone è venuto genio di seguirlo, l’itinerario.
E poi oggi è mercoledì, Tommaso Cardone sta senza fare un cacchio fino alle dieci di sera perché dalle due alle quattro in terraferma si tiene una fottuta riunione di lavoro in cui due papere fanno le spiritose, Bianca si appalla e, di conseguenza, la sera va a lezione di tango.
Tommaso Cardone tiene tempo da perdere e voglia di camminare. Voi dite che il Cisternone è non visitabile, soprintendenti illustrissimi? E mo’ vediamo, se è visitabile o no.

51VIskMXjsL

– La tipica cisterna romana è una galleria, larghezza quattro metri circa.
– Non ci siamo Minniti, là siamo tra i dieci e i quindici metri.
– Allora vuol dire che i romani hanno appaiato tre o quattro gallerie; l’intonaco è in cocciopesto, impermeabile.
– Non saprei, non ci ho fatto caso, poi neanche so che è, il cocciopesto.
– Dovrebbero esserci parecchie aperture: una per l’ingresso dell’acqua, alcune per l’areazione, una per l’ispezione e la manutenzione, una con funzione di troppo pieno, infine le aperture da cui partono i tubi.
– Abbi pazienza Minniti, stavo al buio, col cervello che zompava da un pensiero all’altro, senza telefonino, senza un pezzo di carta su cui poter annotare qualcosa, con la preoccupazione della vecchia che mi aspettava all’inizio del cunicolo…
– Le cisterne sono spesso collegate ad altre, in modo che il troppo pieno delle cisterne superiori versa in quelle più basse in quota.
– Scusate l’intromissione, ma mo’ non stanno asciutte? Tant’è vero che l’acqua arriva dalla terraferma con le bettoline – fa Dell’Unto.
– Questa cisterna dovrebbe essere a otto navate.
– Overo? E l’altare addò sta?

[Da “Cammina Cardone” – Romanzo; Ed. GEMS (2012)]

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top