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Assaggio di Sicilia (2). Siracusa e altro…14 Giugno, 2016
di Sandro Russo
Il viaggio di trasferimento da Catania a Siracusa non è gradevole. Mappa delle Sicilia sud-orientale; baia di Augusta e “petrolchimico” di Siracusa dalla strada all’interno Tornano alla memoria le tante cose dette con Tano e altri amici siciliani, da Tea nei suoi racconti e nei suoi libri “…io parlo di un mondo, di una Melilli, che per certi versi non c’è più. Il mondo prima dell’impianto della raffineria di petrolio che a partire dagli anni ’50 ha creato nella mia zona uno dei più grandi poli petrolchimici italiani. Io racconto quello che era prima: una zona ricca di giardini. I ‘giardini’ per noi sono limoneti e aranceti. Era la zona dei cento pozzi di acqua dolce vicino a Melilli. Era un paradiso con un’economia unicamente agricola. Poi è arrivata l’industria e non si è badato a molte cose: hanno sventrato la zona archeologica di Megara Iblea. Non gli è importato nulla. Però questo ha portato ricchezza. Negli anni ’60, così si diceva, così io sentivo dire, Melilli era il comune più ricco d’Italia. La Esso dava stipendi favolosi, regali per i figli. C’era, mi raccontano, chi per uscire la domenica a passeggio si metteva la tuta della Esso: come a dire sono un buon partito. E quella ricchezza, come in tante altre parti d’Italia, ha portato alla cementificazione selvaggia. Si distruggeva tutto per costruire sempre nuove case. (…) – [Dall’intervista di Lorenza a Tea Ranno (leggi qui)]. L’abbiamo pensato (e scritto) altre volte: La povertà e la mancanza di lavoro sono cattive consigliere! La mente torna a quel che ha rappresentato l’arrivo della Miniera a Ponza; ora ne vediamo i danni ma non dimentichiamo i vantaggi che rappresentò al tempo e perché fu accettata come una manna dal cielo dalla popolazione…
Ortigia (in siciliano Ottiggia; il suo nome deriverebbe dal greco antico ortyx che significa “quaglia”) è l’isola di circa un km quadrato di estensione che costituisce la ‘punta’ con cui Siracusa aggetta a mare, unita alla terraferma da due ponti gemelli. Storia complessa… l’Ortigia è stata svuotata e riempita di tanta gente diversa nel corso dei secoli, conquistata e liberata più volte; più recentemente “vetrina bella”: l’avamposto culturale e storico della città. La fonte Aretusa, papiri e papere, in Ortigia, a Siracusa Il teatro greco di Siracusa. Per una botta di fortuna la sera dell’arrivo in città è stato possibile assistere all’Elettra di Sofocle *** Mentre le informazioni turistiche relative possono essere accessibili dal web (buono l’approfondimento di Ortigia su Wikipedia), si vuole qui esporre qualche considerazione sulle piante incontrate durante il viaggio. Tempo fa se ne scrisse, delle piante furastere – leggi qui e qui. Sul sito cova e periodicamente si manifesta la polemica se a Ponza mantenere una rigida protezione della flora isolana o accettare le contaminazioni – un po’ spontanee, spesso indotte dall’uomo -, con piante di provenienza estranea. Spesso alle ‘infiltrate’ non facciamo neanche più caso, come per il ficodindia, l’agave, l’eucalipto e molte altre… Ora in Sicilia, grazie anche al clima sub-tropicale che l’isola detiene, ho visto tante, ma tante piante furastère Jacaranda (Jacaranda mimosifolia, Fam. Bignoniaceae) fiorita sulla via per il teatro greco di Siracusa; sullo sfondo le rocce delle latomie: sotto altre jacarande a Catania lungo le strade cittadine, ma ovunque se ne incontrano, in questa stagione fiorite di blu-lavanda; ancora sotto, particolare del fiore Ficus magnolioides (Fam. Moraceae), dal tipico tronco attorcigliato; qui, con bignonia fiorita sullo sfondo, a Catania (giardino Pacini) Ficus magnolioides o F. macrophilla in piazza della Marina in Ortigia, e particolare delle foglie Schinus molle (Fam. anacardiaceae) anche noto come falso pepe; le bacche (pepe rosa) e anche le foglie sono commestibili, dal sapore di pepe ma non piccanti Cassia fistula, vista al volo lungo l’autostrada per Rosolini Strelitzia reginae alba, parente della più comune varietà a fiore arancio e blu (comune Fam. Musaceae), fotografata in Ortigia Acokanthera o Carissa spectabilis , var. macrocarpa (o grandiflora); Fam. Apocynaceae. Ha fiori molto profumati (come un gelsomino), foglie coriacee, presenza di spine (per cui spectabilis), ; tutte le parti verdi della pianta sono tossiche, ma le bacche brune sono commestibili (in sud-Africa è conosciuta come Natal Plum, cioè prugna del Natal) Thunbergia grandiflora lungo una cancellata, a Siracusa; con il particolare del fiore
Prosegue il viaggio, attraverso Noto e la sua antologia sul barocco siciliano; Modica dall’antica tradizione cioccolatiera, che suscita invero parecchia curiosità (insieme all’acquolina in bocca!)
Infine Ragusa Ibla. La città vecchia, di maggior pregio storico e architettonico è quella inferiore, al contrario del solito (si fa comunque riferimento a monumenti edificati successivamente al tremendo terremoto del 1693 con epicentro nella valle di Noto). Immagine del Duomo di Ragusa Ibla dedicato a S. Giorgio; sotto, una delle tante figure di santi che si trovano sparse per la città *** Il viaggio è finito – …Male e bene fina vene!, diceva mia nonna Natalina – e si torna a casa… E un’altra sorpresa… Un vialetto coperto di fiori blu caduti dall’alto… Sì, è proprio una jacaranda che (a partire da un seme venuto dal Costarica poco più di vent’anni fa) ai Castelli romani vive e vegeta benissimo, pur sfogliando d’inverno, ed è diventata un albero maestoso. È il gioco delle piante senza frontiere…
Per la prima puntata, leggi qui
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