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Sposalizi d’altri secoli

di Rita Bosso

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Sabato 18 giugno Ponzaracconta presenterà IERI… SPOSI, un percorso  nella Ponza dei secoli passati in cui è stato assunto, quale filo conduttore, il tema dello sposalizio.
Esporremo abiti, bomboniere, mobili, documenti, foto. L’elemento più prezioso che sempre ha accompagnato le nostre iniziative non si può esporre, al massimo si può percepire: è la miscela di entusiasmo e di generosità degli amici che, insieme a noi, vogliono “raccogliere la storia di Ponza e dei Ponzesi prima che il tempo cancelli le tracce”.

E’ sempre accaduto, sin dal nostro primo evento pubblico a luglio 2011: stavamo chiacchierando sotto l’orologio, concordando la scaletta della serata, ci chiedevamo come descrivere la successione di eventi drammatici di cui Ponza fu teatro nel luglio del ‘43 e l’isolamento conseguente; la voce inconfondibile di Maria Di Fazio interruppe le nostre chiacchiere…
“Sali “ – ordinò dal suo ponte di comando. Nel pomeriggio aveva ritrovato la borsetta in cui aveva riposto le lettere dell’allora fidanzato; in quelle dell’estate ’43 Ninotto lamentava di non ricevere risposte, il tono prima accorato e preoccupato diveniva, nelle ultime lettere, indignato: “Siete tutti troppo occupati costì, per rispondere alle mie lettere? Ne prendo atto, vorrà dire che non scriverò più!”.
Ninotto ignorava che, dopo la tragedia del Santa Lucia,  l’isola rimase a lungo priva di collegamenti.
Leggemmo le lettere, Maria le accompagnò con qualche lacrimuccia, ci demmo appuntamento a più tardi…  lei si agghindò per l’occasione, aspettò che io passassi sul corso per fare insieme la strada verso il Lanternino; invece io presi la via di dietro al Comandante e Maria aspettò invano. Però le lettere erano già arrivate sul Lanternino, ricevettero degna lettura da parte di Franco De Luca ed emozionarono i presenti.

Oggi capita di nuovo: le casce si aprono, i lini vengono lavati e stirati amorevolmente, bomboniere conservate per più di mezzo secolo riemergono dalle carte veline, scranni di letto mezzo arrugginiti reclamano di essere esposti, l’ago saccurale pretende il suo posto, offeso per la preferenza accordata agli strati di memory dei materassi d’oggi, vecchie cristalliere e connole non rinunciano alla festa e impongono trasporti faticosi. Non contavamo di trovare abiti da sposa, si sa che venivano disfatti e la stoffa si riutilizzava ma pizzi e veli centenari hanno deciso che ne hanno abbastanza del chiuso della cascia, hanno voglia di uscire e festeggiare l’antivigilia di San Silverio.

Il vecchio municipio di piazza Gaetano Vitiello rivendica il suo ruolo di custode della memoria, di teatro di questo Schiaccianoci nostrano e impone all’attuale proprietaria di presentarlo in pompa magna, con piante e tappeti. Saranno loro, gli oggetti, a condurci per mano lungo due secoli di storia, dalla fondazione borbonica del 1734 sino alla prima metà del Novecento.
Il viaggio inizia alle 18 di sabato e si conclude alle 23. Le cose della Ponza di una volta vi aspettano.

 

Immagine di copertina: Ponza, 30 maggio 1932- Pasquale Scarpati e Maria D’Arco