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E anche Silverio Tagliamonte, uno degli ultimi vecchi capitani, ci ha lasciato

di Enzo Di Fazio

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Pochi minuti fa mi ha chiamato mio cugino Costantino, il fratello di Cristoforo (il fanalista), informandomi che, nella nottata se ne è andato, a poco più di 90 anni, il papà, Silverio Tagliamonte, quindi mio zio.
Era un po’ un addio atteso perchè da una quindicina di giorni zio Silverio aveva fatto capire che i tempi erano diventati, ormai, maturi per intraprendere l’ultimo viaggio.

Lui che tanto aveva viaggiato prima con il San Michele”, il bastimento del padre Cristoforo, e poi con il bellissimo due alberi “Madonna di Trapani”, comprato nuovo di zecca nei cantieri di Ancona.
Erano gli anni in cui la pesca all’aragosta era fiorente e questi bastimenti, attrezzati con i vivai, facevano la spola tra Ponza, laGalite, la Sardegna, le isole toscane e i porti di Genova, Cannes, Marsiglia.
In lungo e in largo per il Mediterraneo rappresentavano l’anello di congiunzione tra i pescatori ed i mercati e, quando sostavano nel porto di Ponza, erano per noi ragazzini, che li confrontavamo con i gozzi, i giganti  del mare.

bastimenti-nel-porto-di-ponza [2]

Zio Silverio quel bastimento lo dismise nel 1971, si tenne, però,  quasi come ricordo una scialuppa, una robusta barca di legno con poppa e prua uguali.
Con questa barca, un po’ tozza, ha continuato a viaggiare, a remi, portando la famiglia e tutti quei nipoti che poteva imbarcare a fare il bagno nella piccola spiaggia della marinella dei Morti.
Ed a remi ci siamo fatti spesso anche il periplo dell’isola fin quando non è arrivato, grazie al “contributo”, di un parente americano che ogni estate ritornava a Ponza, un seagull a gambo lungo, il fuoribordo famoso per essere indistruttibile e rimasto uguale a sé stesso per oltre mezzo secolo.
E da lì sono cominciati i viaggi, puntuali ogni estate, verso Palmarola e Zannone con la scialuppa fuori dall’acqua appena un palmo, stracolma come una barca di migranti e piena di cocomeri. Erano altri tempi e tutto veniva riposto nell’esperienza e nelle capacità degli adulti, tutto dipendeva dalla fiducia che sapevano infondere.
Ho un altro bel ricordo, tutto personale, legato ad un giorno di dicembre (poteva essere il 1958) in cui venne a trovarmi a Napoli ove studiavo  per portarmi a vedere  “I dieci Comandamenti” , l’epico film di Cecil B. DeMille, cui tenevo tanto e  che proiettavano in prima nazionale  in un cinema di Fuorigrotta. Io abitavo dalle parti di piazza Carlo III e si sarebbe fatto troppo tardi arrivarci con i mezzi pubblici. Zio Silverio non si perse d’animo e, da uomo generoso qual era, non esitò a chiamare un taxi.

Zio Silverio era una persona gioviale, buono, sempre sorridente sul cui volto stonavano le lenti che, simili a dei fondi di bottiglia per via di una forte miopia, non facevano trasparire il sorriso che aveva anche negli occhi. Ora che non c’è più siamo certi che saprà essere, dove  arriverà, umano, disponibile, sorridente e “compagnone” come è stato per tutta una vita.

Sono rammaricato di non poter essere presente ai funerali perché lontano da Ponza e da Formia. Sono vicino a zia Giovanna, Velia, Cristoforo e Costantino che stringo in un simbolico abbraccio.

Il San Michele nel porto di Marsiglia [3]
Il San Michele nel porto di Marsiglia.
Da notare nella zona di prua le classiche nasse per la pesca all’aragosta

il Madonna di Trapani nel porto di Ponza negli anni 50 60 [4]

Il Madonna di Trapani nel porto di Ponza.
Di fianco alla murata la scialuppa di cui si parla nell’articolo
il Madonna di trapani nel porto di Ponza negli anni 60 70 [5]
ancora il Madonna di Trapani nel porto di Ponza (il secondo bastimento da sinistra)
collage [6]

Collage di ricordi

Silverio Tagliamonte con una nassa piena di aragoste [7]

Silverio, negli anni 60,  con una nassa piena di aragoste sul Madonna di Trapani