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Ri/flessione (1)

di Francesco De Luca
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Penso sia tempo che vada fatta una riflessione riguardante il sito Ponzaracconta. Nato come raccoglitore delle memorie culturali dei Ponzesi e della funzione storica dell’isola di Ponza, oggi la sua natura si è notevolmente arricchita. Oltre a disporsi come evidenziatore delle ‘testimonianze’ sta dando volto ad una ‘coscienza pubblica’ prima inesistente nella comunità ponzese.

Uguale evoluzione ebbero, negli anni passati, sia la rivista Ponza Mia (1965), sia la sua diretta emanazione Vivere Ponza (1986). Tutt’e due chiuse dopo breve tempo perché all’intento, notevole per coraggio e determinazione di pochissimi valorosi, non si affiancò il bisogno della popolazione di supportare un organo di stampa che riportava i fatti paesani e li sottoponeva a giudizio.

La popolazione di Ponza, residente e no, plaudì entusiasta all’uscita delle riviste ma si tirò indietro sulla responsabilità economica che esse richiedevano. Fu un chiaro segno di immaturità. Di ignoranza e di servilismo.

La colpa fu dei Ponzesi ma è chiaro che le responsabilità furono di maggiore e minore entità.

La famiglia che vide il nome del figlio tra quelli che avrebbero assunto la Prima Comunione, fu senz’altro contentissima, e sono sicuro che quel numero della rivista lo tengono conservato come un cimelio, ma non rinnovarono lo stesso entusiasmo per il numero dopo, che metteva in risalto i danni della SAMIP a Le Forna.
“Che me ne ’mporta a me, so’ fatte lloro. Nuie stamme ncoppe Ciancosse!”

E qui l’ignoranza giocò forte. Ma anche l’Amministrazione, anzi le Amministrazioni ebbero la loro parte di colpa (oggi la situazione è ancora peggiore!). Più grande di quella della singola famiglia.
E ancora, le Parrocchie e i vari Comitati, e le Scuole, e gli esercizi commerciali. Tutti ebbero un ‘colpo di acuta demenza’. Perché? Perché il dibattito, l’esposizione scritta, la firma in calce maturano prima le idee e poi i comportamenti. Assemblano e distinguono.

Qualità queste che servono quando si è impegnati in decisioni che vanno oltre il limite del personale e del familiare.

Io sono dell’opinione che quelle mancate maturità, quelle deficienze razionali le abbiamo pagate nelle scelte politiche effettuate negli anni ’70 – ’80 – ’90 – 2000.

Sì, è vero, adesso è facile fare il saputone, sono passati gli anni e si può dire di tutto. Però se si guarda all’evoluzione che ha preso la ‘forma’ di Ponzaracconta, si può giungere ad una conclusione non cervellotica.

Perché? Perché Ponzaracconta sta facendo venir fuori prese di posizione sociali più accorte, più circostanziate. In virtù dell’esposizione pubblica, della forma scritta, del confronto coi lettori.liberta-e-partecipazione [2]Può piacere o no, si può essere d’accordo o no, ma il segnale che la gente desideri dire la propria opinione è accertata. E se la Redazione è costretta, come è verificabile, a star dietro agli aggiornamenti sulle notizie riguardanti Ponza, è segno che l’attenzione all’informazione è viva.

Informarsi è già partecipare.

La riflessione si ferma qui per dare tempo di ripensare a quanto scritto, e capire quale potrebbe essere oggi la funzione del Sito.

Partecipazione [3]

 

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