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La violenza nelle paroledi Rosanna Conte . Con la barba di Torrigiani E’ la canzonetta che ogni mattina i ragazzini di Ponza andavano a cantare sotto il palazzo Pinto dove all’ultimo piano, nelle stanze superiori della casa che apparteneva a zi’ ‘Ntuone, alloggiava Domizio Torrigiani, gran Maestro della Massoneria, confinato a Ponza.
Adele Conte, che ci testimonia il fatto, dice che Torrigiani alto, piuttosto calvo, col pizzetto, quando i ragazzini attaccavano il coro, si affacciava in posa imperiosa, con le mani appoggiate sul parapetto e guardava imperterrito in giù. Il suo viso non esprimeva segni emotivi e restava fermo in quella posizione fino al termine del canto, quando i bambini sghignazzando correvano via. Attraverso quella strofetta la violenza entrava a far parte della loro quotidianità, e uccidere e combattere diventavano valori per cui un giorno avrebbero dato la vita. In meno di dieci anni sarebbero stati pronti a partire volontari per l’Africa cantando Faccetta nera e, nel giugno del ’40, avrebbero applaudito entusiasticamente l’entrata in guerra. La manipolazione delle coscienze operata dalla propaganda, oltre ad avere effetti immediati, ha una resa a lungo termine, perciò, da che mondo è mondo, la propaganda privilegia i più piccini. Renzi, appena nominato presidente del consiglio, è andato nelle scuole elementari a farsi accogliere da bambini plaudenti che i maestri, poco memori del loro ruolo formativo, avevano preparato con supino entusiasmo. Denigrare il sapere contribuisce a rendere i cittadini popolo bue (quello di mussoliniana memoria, che esegue senza contestare, ma applaudendo) e consente di usare impunemente il bel parlare, l’arte retorica. Nell’ultimo trentennio c’è stato un intensificarsi del beceresco nella propaganda e un imbarbarimento della comunicazione pubblica che ha improntato, purtroppo, anche il gusto comune. Chissà se potrà esserci un recupero, in campo politico, delle relazioni umane improntate al rispetto dell’avversario. …ci ricorda che una volta colui che la pensava diversamente da chi governava era il nemico e come tale doveva perdere la sua connotazione umana diventando, in questo caso, spazzolino per stivali. Poi ci chiediamo come sia potuta succedere la barbarie della Shoah! 1 commento per La violenza nelle paroleDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Nella versione del Porto la canzoncina era: ”Con i baffi di Torrigiani/noi faremo spazzolini/per pulire gli stivali/di Benito Mussolini.” Torrigiani abitava allora in una casa sopra alla trattoria La Lanterna e veniva allietato dal canto sguaiato dei militi. L’episodio mi fu riferito da Maria Scarpati.