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Bracconaggio a Palmarola. Una storia emblematica

di Vincenzo Ambrosino
Palmarola da Tramontana [1]

 

Ha detto bene Rita (leggi qui [2]): “lasciamo a chi ne ha competenza la verità giudiziaria”.

Anche perché è difficile continuare a parlare dell’argomento quando ci sono ancora feriti gravi caduti nella trappola dell’azione e della reazione bracconaggio-antibracconaggio: c’è un nostro amico che è finito agli arresti domiciliari, ce n’è un altro denunciato, c’è un nostro caro defunto tirato in ballo in questa vicenda, c’è una denuncia penale ai volontari ambientalisti e ci sarà sicuramente una reazione dell’Associazione nei confronti del Sindaco; ci sono indagini in corso.

C’è un paese che si interroga ma che si divide  tra quelli che erano certi che gli ambientalisti stessero facendo una provocazione, perché il fenomeno del bracconaggio era stato superato per cui c’era da dargli il colpo finale e buttarli “fuori dalle scatole” e quegli altri che invece sapevano che la cosa andava a finire in una ennesima brutta figura per tutta l’isola.

Ma che cosa succederà l’anno prossimo di questi periodi, quando sull’isola ritorneranno i controlli ambientalisti?

Come ci prepareremo? Faremo finta che niente è successo, continueremo ad ammiccare alla sottocultura di minoranze che chiedono di continuare a vivere come hanno imparato a farlo dai loro maestri di vita?

Io penso che bisognerebbe innanzitutto prendere atto di quello che è avvenuto sull’isola, dal punto di vista legislativo, dagli anni novanta in poi e capire come governare per esempio  le Zone di Protezione Speciale (ZPS), i Siti di Conservazione Speciale, (SCS) di come gestire l’isola di Palmarola – che ricordiamo essere Oasi di riproduzione – e di come coordinare le azioni turistiche ambientali a Zannone con l’ente Parco del Circeo.

Non è facendo la voce grossa che otterremo risultati positivi!
Il destino delle isole minori è stato tracciato: sono state individuate come avanguardie della protezione ambientale e i cittadini dell’isola devono sfruttare positivamente queste opportunità. Ma se stiamo a guardare, se stiamo a resistere nelle nostre trincee a difesa di usi e costumi anacronistici, allora perderemo la guerra e non solo subiremo le azioni di repressione ma perderemo il controllo e la cogestione di questi siti di protezione ambientali.

Voglio mettere in evidenza una parte del documento scritto dalla Lega Abolizione della Caccia (LAC) all’indomani del blitz del Nipaf a Palmarola:
“…Siamo dispiaciuti di non riuscire a far comprendere al Sindaco l’anacronistica assurdità delle residue forme di bracconaggio sulle isole di Ponza, Palmarola e Zannone, con conseguente rischio di ripercussioni sul turismo, risorsa che come LAC sosteniamo da sempre.
Chiediamo invece all’Amministrazione locale di prendere seriamente in considerazione una collaborazione e un coordinamento attivo e costante con tutti i volontari, perché il tempo degli irriducibili bracconieri deve finire e la bellezza naturalistica delle isole chiede una maggiore consapevolezza di tutela e promozione naturalistica.
Lanciamo un appello alla stragrande maggioranza degli isolani, persone oneste che credono nel rispetto delle leggi e della natura, e che più di una volta ci hanno sostenuto per aiutarci a salvaguardare questo patrimonio.
Oltre alla fauna selvatica il vero danno arrecato dai soliti pochi è anche all’immagine di Ponza. Amiamo da sempre questo gioiello del Mediterraneo, ne conosciamo i lati più belli ed è per questo che la difendiamo dall’illegalità e invitiamo i turisti amanti della natura a scoprire non solo le sue meravigliose coste ma anche i suoi sentieri abbelliti in questo periodo dalle ginestre in fiore per fare trekking, birdwatching.
Consigliamo le agenzie dell’isola che offrono appartamenti deliziosi a prezzi competitivi con i comfort e con la cordialità che contraddistingue il centro-sud: questi sono i valori che apprezziamo. Il turismo aiuta la natura viva”.

Ora qualcuno di noi potrebbe leggere in questo appello della Lega Anti Caccia, una ennesima  provocazione: il fatto che loro dicano all’Amministrazione di “collaborare per il controllo del territorio  e debellare gli irriducibili bracconieri”, potrebbe sembrare una resa incondizionata della politica locale agli ambientalisti; ma al contrario che si fa, si aspetta la nuova battaglia?

Invece io dico che dopo ogni guerra si fa l’armistizio e la diplomazia politica serve a trovare le giuste soluzioni.

Ma per trovare le giuste soluzioni, che sono a mio avviso molto evidenti, bisogna avere un progetto di sviluppo economico per l’isola e per gli isolani.
Il problema è sempre lì: non si possono prospettare politiche che vanno in contraddizioni con leggi dello Stato o della Comunità  Europea, così come non si potrà a lungo gestire politiche estemporanee basandosi sulla diversità culturale degli isolani.

Questa storia del bracconaggio a Palmarola è emblematica per comprendere quello che io da tempo vado dicendo: abbiamo bisogno di un progetto di sviluppo economico-turistico compatibile con le risorse ambientali tutelate dalle leggi e farlo comprendere e accettare dalla maggioranza degli isolani.
Se siamo poi ancora più intelligenti mettiamo al centro di questo progetto la protezione della residenza invernale. Al contrario aspettiamoci altre brutte figure ma soprattutto l’incremento dell’esodo invernale.

 

Immagine di copertina. Palmarola. Panorama da monte Tramontana (Foto da Vanity Fair; 2016)