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Un ponzese d’America, di Sylvie Morgan Brown (2)traduzione di Silverio Lamonica . Chiunque abbia lavorato in un ristorante a conduzione familiare, sa bene quanto sia logorante il lavoro: il ristorante diventa la tua vita, non esiste altro. “Mio papà raramente stava a casa, perché era sempre qui” – Dice Lou – “Mia madre, che riposi in pace, mi diceva sempre: ‘Se trovi qualcosa di meglio, accetta’. Questo lavoro ti dissangua. Io ho divorziato a causa di questo posto”. Il martedì è il giorno di libertà per Lou ed è certo che lo trascorrerà con sua figlia undicenne, Corinne. Parla un poco con Lou e, fidati, vedrai oltre la scorza del tipo burbero. Perfino lui è il primo ad ammettere di essere un po’ difficile. Era un pomeriggio piovigginoso quando Lou ed io siamo restati seduti insieme per due ore a chiacchierare nella penombra del ristorante. Il televisore era sintonizzato su un brutto film della AMC . Abbiamo parlato del più e del meno, finché non ho avvertito più l’odore del pomodoro della cucina. Mi ha dato da mangiare pasta alla siciliana con mozzarella e melanzane – un piatto delizioso, veramente gradevole – e mi ha sorriso quando ho provato a rifiutare il terzo bicchiere di vino (l’infame Luigi, quando versa, riempie il bicchiere fino all’orlo. Attenzione!). Come in un batticuore, Luigi riesce veramente a farti sentire in famiglia. Cathy Staiano, nativa di Park Slope, è completamente d’accordo con me. Gli Staiano hanno pranzato da Sam’s almeno una volta alla settimana negli ultimi dieci anni. “Non puoi dire che non lavoro – aggiunge Lou difendendosi – vado avanti e indietro dalla cucina alla stanza da pranzo. Ho soltanto due mani e due piedi”. Ad essere veramente onesti, di solito non ho aspettato molto per avere il pranzo, sapendo che è preparato quando lo ordini, piuttosto che averlo già preparato e consegnato velocemente. Il pollo alla cacciatora non può essere preparato in dodici minuti. Lou non si preoccupa dei turni dei tavoli. Quel che gli preme è conservare i piatti e le ricette al meglio delle sue abilità. Lou “Brooklyn Lou” Migliaccio Note
Nota del traduttore in appendice all’articolo [Un ponzese d’America, di Sylvie Morgan Brown (2) – Fine] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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