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Epicrisi 65. Il genio del luogo

di Sandro Russo

 

Riceviamo delle lettere in Redazione. Qualche volta le pubblichiamo come “Posta dei Lettori”; altre volte ne recepiamo il senso e ne facciamo tesoro in modo, per così dire, più privato, nell’ambito della redazione stessa.

Recentemente ne è giunta una di una giovane lettrice che ci ha proposto la sua collaborazione scrivendo tra l’altro: “…Ciò che mi ha colpito di voi è l’attenzione e l’amore viscerale verso l’isola di Ponza che ho percepito imbattendomi nel vostro sito. Un amore che va al di là della stupenda cartolina o dell’isola estiva che tutti noi, romani e non, apprezziamo e che ci porta a passare settimane per ammirare le bellezze del posto (…)”.

Poco tempo fa in un articolo-resoconto sul costituendo Museo di Ponza, Franco Ferraiuolo [1] ha scritto: “…al riguardo, in quanto museo narrativo, polifonico, partecipato – direi anche nella sua realizzazione – ma anche contemporaneo, mi permetterei di proporre anche un altro nome: “Museo di Ponza – Gentes et genius loci”.

Infine Silverio Lamonica. Sta alacremente lavorando alla traduzione di un recente articolo su Ponza comparso sul New York Times (il 13 marzo scorso), opera di una scrittrice italo-americana Jessica Silvester. Verrà pubblicato quanto prima sul Sito. Con lui abbiamo affettuosamente ricordato quel che gli diceva spesso il caro Ernesto Prudente: (“Silvè’, traduci… e fa ambress!”). Intanto abbiamo rintracciato, grazie a un tam-tam tra amici, “a chi appartiene”, a Ponza, Jessica Silvester,
E a tal proposito ha scritto Silverio:
“…Magari la parentela dell’autrice si può aggiungere in calce all’articolo che sarà pubblicato, spero integralmente, anche se a puntate, perché è molto interessante: è uno spaccato del forte attaccamento a Ponza da parte dei nostri concittadini emigrati e che trasmettono (pienamente recepito) ai loro figli nati all’estero”. 

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Da queste diverse e variegate fonti ho derivato una chiave di lettura per gli articoli della settimana e anche più generale del sito…

È che Ponza, come isola, possiede in massimo grado la capacità attrattiva di entrare nel cuore e restarci per sempre. Non c’è bisogno di portare ulteriori prove per questo, tanto è nell’esperienza di tutti.

Genius loci, quindi, anche nella accezione più moderna di insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l’uomo e le abitudini con cui vive questo ambiente. Suole indicare il “carattere” di un luogo” (da Wikipedia).

Quanto al culto del passato e degli antenati, Ponza è – per la mia conoscenza – uno dei luoghi dove più sentita è la tradizione che ha le sue radici lontane nel culto latino dei Lari e dei Penati

Altare dei Penati nelle rovine di Ercolano (Herculaneum) [2]Altare dei Penati nelle rovine di Ercolano (Herculaneum)

Essa ha assunto per i ponzesi, una particolare forma di espressione: ovunque sono stati, oltremare o oltre-oceano, l’attaccamento alla tradizione si compendia nell’immagine o in una statuetta di San Silverio, associata o meno alle foto dei nonni o dei genitori e/o alle madonne sotto le campane di vetro della tradizione napoletana, come ancora si vedono in molte case di ponzesi all’estero.

Madonne sotto vetro. Campane in mostra [3]

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Venendo allo specifico degli articoli, sicuramente l’argomento che ha tenuto banco nella settimana, anche per i commenti che ha suscitato, è stato quello proposto da Sandro Romano su “La storia del soccorso sanitario aereo a Ponza (1) [4], (2) [5] e (3) [6].

– C’è chi pur trovandosi all’estero non rinuncia al settimanale appuntamento con Linea Blu [7] e a solennizzare le festività pasquali con la pastiera di Ponza [8] (leggi anche qui [9]);

Pastiera casatiello e Ponza [10]

– chi è infaticabile nel cercare citazioni di Ponza – da qualunque fonte in qualunque lingua – nella vasta letteratura mondiale, come fa Silverio Lamonica nel caso riportato in apertura o anche qui: Un altro romanzo inglese ambientato a Ponza [11];

– chi ha Ponza nel cuore anche vivendo lontano da essa (o forse a maggior ragione), come nella serie delle Fantasticherie (3) [12] e (4) [13];13. Silvano Braido. Onde [14]

– …o nel più recente racconto di Tina Mazzella “Una disgrazia nell’isola”.

Vecchio pescatore [15]

– Sul sito si ricordano le persone che ci lasciano [16] per sempre e si rievocano – per quanto riusciamo a sapere, anche grazie alle testimonianze di chi li ha conosciuti – le loro vite e la loro eredità di affetti: in questo scorcio di fine inverno sono state davvero tante.
Rita Aversano e Silveria copia [17]

– Qualcuno poi, chiamiamolo Sang’ ’i Retunne [18] , è “impastato” di ponzesità – nell’uso del dialetto, per i vizi e le virtù – nell’immaginario che esprime settimana dopo settimana, come le variazioni di un canovaccio nello spirito dell’antica commedia dell’arte.

1. Venerdì pesce [19]

– Naturalmente si scrive anche d’altro, sul sito, ma il legame e il riferimento all’isola – anche nella Rassegna della stampa pontina [20] – sono una costante.

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Dalle proprie radici non si riesce a sfuggire facilmente: l’isola ce la portiamo dentro e appresso come le numerose chiocciole – maruzze, rufoli o scuncilli – con cui andiamo illustrando gli articoli di Pasquale Scarpati…

10. Silvano Braido. Nautilus [21]

7. Silvano Braido. Conchiglia [22]

La lumaca [23]

 

Nota. Le tre ultime immagini sono tratte dall’opera di Silvano Braido