di Alessandro Romano
Analizzando le serie ragioni dei militari, ci si rende conto che un’alternativa sarebbe dovuta giungere già molto tempo prima. Infatti, a parte l’accesso in un’area militare chiusa e sorvegliata considerata sensibile e strategica, i militari facevano notare che l’atterraggio di un elicottero, anche se per pochi minuti, comportava una notevole “rifrazione del campo elettromagnetico” (onde stazionarie) sulle antenne delle apparecchiature istallate al centro della piazzola di Monte Core, con ripercussioni gravi ed insostenibili sul notevole traffico aereo civile nazionale, internazionale e militare. Situazione che già in passato aveva addirittura causato delle avarie al potente sistema automatico di Monte Core, vitale sensore della navigazione aerea (Foto 21).
HH-139A atterra a Ponza VOR
Ponza Trasbordo
Elicottero miliatare interno
Una fase del soccorso
Arrivo a Latina
Constatata la gravità e l’urgenza della situazione, l’Amministrazione Comunale, nel 2008, si attivò per cercare una soluzione alternativa stabile e definitiva, pena la paralisi del soccorso aereo sanitario, chiedendo, nel contempo, all’Aeronautica Militare una proroga temporale necessaria ad esperire le complesse procedure tecniche ed amministrative per l’individuazione di un’area idonea e, quindi, per ottenere le necessarie autorizzazioni sia ambientali (Regione) nonché tecniche da parte dell’ENAC (Ente addetto al controllo ed alla sicurezza del traffico aereo ed alle relative infrastrutture).
Dopo varie vicissitudini che hanno visto all’opera persino la Magistratura, la soluzione, seppure in ritardo, è finalmente arrivata.
Ottenute le autorizzazioni ambientali e tecniche, la tanto di moda combinazione liberista “pubblico-privato” ha reso disponibile in modo gratuito agli elicotteri dell’ARES 118 ed al Comune, il campo di atterraggio di Piano delle Viole.
Ma risolto il problema dell’atterraggio, restava e resta tuttora in molti casi quello dell’idoneità degli elicotteri regionali in caso di avverse condizioni atmosferiche.
Come è accaduto anche di recente, in particolari situazioni di forte vento gli elicotteri regionali non sono nelle condizioni tecniche tali da effettuare in sicurezza le operazioni di atterraggio e decollo e ciò non tanto per l’ubicazione del sito che, a suo tempo, comunque, ha superato le rigorose fasi di collaudo ENAC, ma per le caratteristiche tecniche degli aeromobili civili destinati a Ponza. È per questo motivo che, di tanto in tanto, si fa ancora ricorso agli elicotteri militari di soccorso tecnicamente predisposti sia al volo notturno strumentale che ad operare in condizioni di forte tempo perturbato. (Foto 19, 20).
Elicotteri HH 3F
Su questo punto vorrei soffermarmi giusto per sottolineare che i saltuari ritardi di intervento degli elicotteri dell’Aeronautica Militare, a volte lamentati anche con un filo di polemica, non sono dovuti ad una carenza burocratico-organizzativa o a non meglio specificate incapacità operative, ma alla dislocazione delle varie basi aeree militari su tutto il territorio nazionale. All’atto della richiesta di un elicottero militare, fatta pervenire in Prefettura in modo H24 dal responsabile provinciale della sala operativa dell’ “ARES 118”, si attiva l’immediata ricerca a livello nazionale di un mezzo aereo disponibile, ma soprattutto idoneo ed adeguato alle condizioni meteo segnalate. Spesso trovare subito un elicottero non vuol dire farlo arrivare prima se la base che ne ha dato la disponibilità è, ad esempio, a Trapani. Delle volte conviene aspettare qualche minuto in più per avere la disponibilità di un mezzo aereo resosi libero in una base più vicina.
Alcune delle polemiche riportate dai giornali
In attesa di una definitiva risoluzione da parte della regione Lazio, va sempre tenuto in considerazione che anche se spesso è in gioco la vita di una persona, la priorità che hanno gli elicotteri dell’Aeronautica è nelle proprie competenze prettamente militari e che, quindi, anche se a titolo oneroso per la Regione Lazio, è un servizio concesso e non dovuto.
[La storia del soccorso sanitario aereo a Ponza (3) – Fine]
Per la prima parte dell’articolo, leggi qui;
per la seconda, leggi qui
vincenzo
2 Aprile 2016 at 12:18
Ringrazio Sandro per aver messo a disposizione di noi tutti le sue importanti conoscenze sul campo delle emergenze sanitarie eseguito con trasporto via elicottero.
Il finale di questo articolo lascia ovviamente irrisolti tutti i nostri dubbi per cui la nostra attuale percezione di insicurezza, per quanto riguarda le emergenze sanitarie in condizioni meteo avverse, resta immutata.
Ma il lavoro di Sandro indica, alla nostra comunità una strada da seguire: attivare quello che Sandro chiama “il solito comitato” ma che io ribattezzerei come “la opportuna commissione di studio e di proposta” per far fronte e risolvere in modo chiaro le emergenze sanitarie che impongono l’aviotrasporto. Una commissione formata, dal Sindaco, da un responsabile medico del poliambulatorio, un medico di base locale, un responsabile della protezione civile, un rappresentante militare dell’aereonautica e del circomare Ponza, un rappresentante dei cittadini.
Quali sono le domande a cui bisognerebbe rispondere per suggerire alla Regione Lazio le dovute soluzioni da apportare al servizio di elisoccorso…
1) Se nella nostra Regione ci sono elicotteri “ogni tempo” perché questi non vengono prioritariamente assegnati alle emergenze sulle isole?
2) Visto che l’ospedale di Formia è dotato di pista di atterraggio per elicotteri perché i nostri malati non vengono trasferiti a Formia arrecando così minore disagio ai parenti che devono sopraggiungere per assisterli?
3) Bisognerebbe definire come, quando e perché si trasporta il malato via mare.
4) L’accesso alla pista non è idoneo: in caso di pioggia l’ambulanza ha problemi di raggiungere la pista dell’elicottero.
Queste sono solo alcune domande, emerse in questi mesi, nel corso del dibattito sul soccorso sanitario a Ponza a cui bisognerebbe dare risposte, ma ci saranno sicuramente altri problemi strutturali e organizzativi da definire che solo una “commissione” investita a questo scopo può affrontare e tentare di risolvere.
Grazie Sandro.
Biagio Vitiello
2 Aprile 2016 at 17:17
Per Sandro Romano
E’ un bell’articolo ma non sono d’accordo quando parli della comunicazione da parte dell’Aeronautica di trovare un’alternativa alla pista di atterraggio militare. Chiedo se sei in possesso (o dove reperire) i documenti che invitano a cercare un’alternativa alla piazzola di Monte Core. Affermo che al Comune non è mai arrivata la richiesta del “Terzo reparto al volo” (perché l’avrei – perlomeno – vista). Forse ci sono stati solo contatti telefonici?
Inoltre, mi risulta, che molte di quelle apparecchiature (citate nell’articolo) non sono più allocate nel “bunker” di Monte Core; si dice che… abbiano cambiato destinazione d’uso, come altre strutture nel faro di Zannone e quello di Punta della Madonna.
Biagio Vitiello
Alessandro Romano
2 Aprile 2016 at 17:40
Caro Biagio, innanzitutto grazie per l’apprezzamento. Vado a risponderti.
Di solito si può essere d’accordo o meno su un argomento quando questo verte su un’opinione o una considerazione di carattere politico e sociale, non quando è una costatazione oggettiva di fatti supportati da documenti.
I documenti, per loro natura, devono essere conservati presso gli archivi di chi li genera o di chi ne è destinatario. Pertanto presso il Comune di Ponza c’è un faldone (o mazzo o fascio) dove è conservata la documentazione dell’elisuperficie. Gli anni trascorsi dai fatti sono pochi, pertanto, probabilmente, la documentazione starà ancora nell’archivio corrente. Ciò che, però, in parte mi incuriosisce è la tua affermazione “(…) al Comune non è mai arrivata la richiesta del ‘Terzo reparto al volo’ perché l’avrei – perlomeno – vista”. Ora, considerato che gli atti ed i documenti custoditi in un archivio, soprattutto se corrente, non sono visionabili liberamente dagli estranei all’amministrazione se non attraverso una motivata, circostanziata e legittimata richiesta di accesso agli atti, in base a quale tua competenza amministrativa, archivistica o di provato interesse personale puoi fare certe affermazioni?
Non credo che a Monte Core non ci siano più apparecchiature, tuttavia la questione non cambia di una sola virgola il problema. Infatti, “bunker pieno” o “bunker vuoto” sta di fatto che il Comando Generale dell’Aeronautica Militare non accetta più aeromobili civili nella sua area di pertinenza di Monte Core. Ed è quanto basta.
Biagio Vitiello
2 Aprile 2016 at 19:12
Caro Sandro,
ti ricordo che sono stato consigliere comunale per ben due volte, inoltre ricordo che le delibere sono atti pubblici in cui si fa riferimento a dell’altra documentazione, e quindi sono atti pubblici visionabili da tutti (non segreti militari).
Devi sapere che io – da sempre – mi interesso delle problematiche che riguardano la nostra isola, non solo quando ci sono le amministrative comunali, come fanno molte persone.
Infine, visto che sei bene informato, facci sapere perchè i telefonini non funzionano quando siamo in zona Monte Core. Non è che il Radiofaro emette onde nocive per la nostra salute? (perchè a Ponza siamo messi male, con le “malattie gravi”)
Ciao,
Biagio
Alessandro Romano
2 Aprile 2016 at 20:11
Caro Biagio,
a parte le delibere, i documenti ci sono: l’ultimo dava una perenzione al Comune al 31 dicembre 2012. Ribadisco che i documenti di archivio hanno il vincolo della “riservatezza” (da non confondere con la “classificazione” che definisce un documento riservato, segreto o segretissimo) e possono essere consultati prima dello scarico agli archivi deposito e, dopo ancora, agli archivi storici solo se si è legittimati a farlo ed attraverso l’accesso agli atti. C’è anche un’altra possibilità, quella per fini di studio, ma, comunque, occorre fare una domanda ed occorre essere autorizzati. Un consigliere comunale potrebbe accedere, ma solo se autorizzato ed indicando esattamente cosa vuole vedere e, eventualmente, cosa estrarre per copia. Senza questi passaggi previsti dalla norma, l’archivista potrebbe rifiutarsi o far consultare parzialmente i documenti (comunque in modo illegale), sottraendo quelli che ritiene di carattere riservato. Probabilmente a te è successo questo.
Caro Biagio, purtroppo le onde nocive le emettono proprio i nostri telefonini ed i ripetitori dei telefonini. Il VOR fu realizzato tagliando la punta di Monte Core per creare un piano riflettente alle onde elettromagnetiche. Infatti esse vengono irradiate obliquamente verso l’alto (tronco di cono rovesciato) grazie alla base metallica dell’antenna collocata sulla piazzola (dove atterravano gli elicotteri). Tale sistema serve per raggiungere notevoli distanze. Basta pensare che il segnale di Ponza gli aerei lo cominciamo a sentire da Gibilterra. Per lanciare un sasso lontano occorre fargli fare una parabola: ecco, l’antenna VOR funziona proprio così. I ripetitori dei telefonini, invece, non devono raggiungere notevoli distanze, ma le nostre case e le nostre strade, pertanto devono puntare proprio sulle case e sulle strade, altrimenti non si rilevano. Per questo motivo le antenne dei ripetitori dei telefonini dirigono il loro segnale radio dall’alto verso il basso (al contrario del VOR). Probabilmente in alcune zone, trovandoci più in alto della direzione (e verso) del raggio di emissione delle antenne dei ripetitori, si esce fuori dal loro campo di azione ed i telefonini non funzionano.
vincenzo
3 Aprile 2016 at 11:23
Al di là dei documenti “che invitano a cercare un’alternativa alla piazzola di Monte Core” – se sul comune ci sono o no cosa che si potrebbe dimostrare vera o falsa facendo una richiesta scritta – mi sembra che con la costruzione dell’elisuperficie in zona Monte Pagliaro, partita nel 2008 amministrazione Porzio e in fase ancora di adeguamento funzionale – la questione sia stata superata: tutti sono stati d’accordo (interessi politici, militari ed economici); per cui è su questa ultima base di atterraggio che va indirizzata la nostra attenzione, perché il problema del cittadino è quello della sicurezza e continuità nell’affrontare e risolvere le emergenze sanitarie per cui migliorata l’attuale organizzazione. Tutte le amministrazioni sia quella militare che quella Comunale andrebbero in contraddizione se per le emergenze sanitarie – in condizioni meteo avverse – si dovesse ancora utilizzare la base di atterraggio del Monte core. Io addirittura chiedo: perché dipendere dagli elicotteri militari se ci sono quelli civili? Di conseguenza: Perché dipendere ancora dalla base del Monte Core se sono stati spesi soldi per costruire la base di Monte Pagliaro?
Alessandro Romano
3 Aprile 2016 at 13:04
Come avevo promesso, a conclusione dell’articolo rispondo al quesito rivoltomi nella prima parte da Vincenzo che ringrazio per l’apprezzamento.
Egli mi chiede: “A questo punto faccio una domanda che potrebbe sembrare ingenua: al di là del progresso nelle conoscenze mediche, sanitarie intercorse nel tempo, tu pensi che la percezione di fiducia dell’isolano verso l’assistenza sanitaria sull’isola sia aumentata o diminuita?
In altre parole: “rispetto alla sanità isolana aveva più fiducia un ponzese di metà ottocento oppure uno del 2016?”.
Per rispondere in modo obiettivo ed esaustivo, occorre necessariamente fare una premessa. Non è detto che una percezione di sicurezza possa poi corrispondere ad un’effettiva situazione di tutela. Ciò posto, molto probabilmente i nostri avi del ‘700 avvertivano la stessa sicurezza sanitaria che allora avevano gli abitanti di Napoli. Tuttavia, al di là della percezione, quella sicurezza dei primi coloni non è nel modo più assoluto comparabile a quella che realmente adesso esiste sull’isola. E’ vero che spesse volte l’isolano avverte una situazione di pericolo soprattutto quando ha qualche patologia o quando va avanti con l’età, ma tale insicurezza non si registra nei riguardi del corpo medico e paramedico in servizio a Ponza, la cui professionalità e disponibilità che spesso va oltre ogni dovere, non è mai stata messa in discussione. L’insicurezza è generata solo ed esclusivamente da quelle fasi sanitarie che vanno oltre una normale assistenza medica o un semplice primo soccorso. L’insicurezza nasce nell’emergenza.
Come superare questa problematica? Oltre a quella suggerita da Vincenzo, di soluzioni ce ne sarebbero anche altre, ma occorre sempre rimanere nel campo del fattibile non delle ipotesi impraticabili. Va subito detto che un “pronto soccorso” isolano è oggi improponibile per l’equazione liberista costi-benefici, aggravata dal numero basso dei probabili beneficiati. Occorre, pertanto, praticare la sola via dell’elisoccorso.
Anni fa, un’amministrazione comunale aveva intrapreso un percorso che a prima vista, poteva sembrare un’utopia, ma che, invece, nell’analisi apparve praticabile. Il vecchio sogno di un elicottero di soccorso di base a Ponza poteva rispondere alla micidiale equazione costi-benefici se fosse stato impostato secondo una logica di convenienza. La soluzione stava in un elicottero adibito non solo al trasporto sanitario, ma anche al recupero in mare, all’antincendio boschivo e a tutte quelle evenienze di pronto intervento dove il mezzo aereo avesse potuto sopperire alle carenze di un’isola. Naturalmente Ponza sarebbe dovuta essere la base da dove poi servire anche Ventotene e gli stessi comuni costieri. E’ in effetti nella logica dell’emergenza fare base proprio dove risiede maggiormente il problema. Ebbene, tale fattibile progetto, di cui il compianto Giuseppe Tricoli fu uno dei maggiori e più entusiasti propugnatori, si arenò proprio sull’eliporto che nessuno voleva.