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Quella parmigiana di Ponza

segnalato da Mauro

Parmigiana di melanzane [1]

 

Scrive Mauro, il lettore di Ponzaracconta che ha segnalato alla redazione questa piccola storia, comparsa su la Repubblica@SCUOLA – il giornale web con gli studenti:

In allegato una bellissima storiella  scritta da Lucia, una bimba che conserva i sapori e i colori che si godono d’estate a Ponza. La nonna di cui parla è in realtà la bisnonna, si chiama Filomena e abita a le Forna.
Mentre la leggete cercate di immaginare il tutto… fantastica…
Mauro

melanzane [2]

Quella parmigiana di Ponza

Il cibo non è un passatempo o una cosa per saziarsi e basta; è poesia, è un racconto, un sentimento come una dolce musica, è conforto e ricordo che si rinnova. Ed ecco allora che sono qui per raccontarvi la mia poesia, giocherò come in ogni buon piatto con i sapori, le consistenze, i colori ma soprattutto cercherò di farvi assaporare ciò che in effetti non si può spiegare.
C’era una volta un orto umile e genuino profumato di sole e di mare, il mare di Ponza. In questo paradiso vivevano tanti ortaggi: il succoso pomodoro, la croccante carota, l’ acida e piccante rapa, la zucchina così leggera, ed infine, dietro l’insalata un po’ rosicchiata dalle lumachine, una vecchia vite con delle piccole sfere così perfette che appena messe in bocca esplodono da una croccante buccia.
Un po’ in disparte la melanzana, viola come un ciclamino, apparentemente aggressiva per la sua solidità: ha bisogno come le persone di un po’ di calore per rilasciare tutti i suoi “sentimenti”, i succhi, l’acidità, la dolcezza che si fondono nella bocca in un equilibrio insospettabile. Raccolta da una nonna instancabile che per far felice me bambina vuole creare un piatto come se fosse una bella canzoncina; mette a bagno le melanzane nel sale per far sì che possano rilasciare solo il meglio. Per una famiglia numerosa, si compra tanto pane che serve a sfamare quando non c’è altro. Quel poco che avanza è comunque prezioso e viene fatto risorgere dalla magica nonna con una semplice grattugia. Purtroppo una teglia vera e propria per formare una vera parmigiana non c’è ma la soluzione si trova e per tener bene insieme il tutto ecco l’uovo che con la poca farina del barattolo rimasta forma un delizioso miscuglio di cremosità e delicatezza che bene accompagna il carattere forte della melanzana.
Poi gli aromi di tante erbe isolane raccolte con la sapienza di chi le conosce bene. Sulla pastella la nonna imbastisce una filastrocca che non ricordo ma ne conservo il ritmo gioioso nel cuore.
La nostra protagonista è già ben definita ma manca qualcosa che leghi il tutto e nell’orto ancora l’idea! Il pomodoro, un pezzo di sole che emana un odore di mare, il nostro. Arriva il momento di friggere e non scoraggia la nonna l’estate afosa. Il basilico aggiunge freschezza e delicatezza .
Così il giorno di San Silverio, patrono dell’isola di Ponza, si rinnova la storia della nostra famiglia
Un amalgama delle gioie e delle amarezze di cui la vita ha voluto circondare i miei nonni che lì sono nati. Non è una “vera” parmigiana quella di mia nonna ma in ogni boccone si sente il racconto della loro vita che hanno saputo inventarsi, nuova, ogni giorno.

[di lucy-a (Medie Inferiori), scritto il 02.03.16]
Istituto Comprensivo – Castel Gandolfo Succ Pavona (Rm)

Questo componimento è stato scritto sul tema:
Tu e quel che mangi
scrivi una storia
Scegli un alimento, un piatto, il cibo a cui ti senti più legato e ritieni significativo per la tua famiglia, il tuo territorio e scrivi un racconto.
(L’iniziativa di RepScuola con Laterza. In palio libri illustrati e un incontro con il grande autore per ragazzi Roberto Piumini. Entro il 3 marzo 2016)

Da: la Repubblica@SCUOLA [3] – il giornale web con gli studenti