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Epicrisi (62). Perché in fondo un senso ci sarà…

di Luisa Guarino
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“Voglio trovare un senso a questa sera, anche se questa sera di senso non ne ha. Voglio trovare un senso a questa vita… ” canta Vasco Rossi.
Alle volte anche noi che scriviamo ci ostiniamo a cercare un senso all’epicrisi settimanale, a trovare un filo conduttore, un tema portante. Ma a volte il bello dell’insieme delle notizie pubblicate giorno dopo giorno, arricchite e integrate dai diversi commenti, sta proprio nell’essere differenti, di tipo e taglio diverso: un pot pourri, un puzzle, che proprio dagli argomenti più disparati trae fascino e forza.

È un dato di fatto però che a tenere banco anche questa volta sia il problema dei collegamenti [2], reso ancora più drammatico quando è associato dall’emergenza sanitaria [3]. E il caso dell’anziana signora [4] scoppiato addirittura una settimana fa ha registrato interventi, commenti, giudizi, accuse, spiegazioni, chiarimenti forse, che ci auguriamo possano portare davvero a proposte operative concrete, a conclusione di un confronto di idee, per quanto movimentato possa essere.

Non è un paese per vecchi. Bis [5]

Un altro argomento molto importante e delicato viene messo in evidenza dai ragazzi dell’ITC Filangieri con “Non è un paese per studenti” [6] che mutua il titolo del famoso film dei fratelli Coen “Non è un paese per vecchi”. Le condizioni degli edifici scolastici in gran parte della provincia lascia a desiderare, e gli studenti chiamano in causa proprio la Provincia: vogliamo aspettare qualche brutto episodio di cronaca per prendere qualche provvedimento? Inoltre Ponza è un po’ “fuori mano” ma non può certo valere il principio “lontano dagli occhi, lontano dal cuore… ”.

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Insomma l’isola non è un paese per studenti, non è un paese per vecchi (scomodo, senza servizi), non è un paese per bambini (nascono tutti fuori e dopo i primi anni di scuola fuggono quasi tutti in terraferma). Insomma, per chi è questo paese? Forse tanto varrebbe rassegnarsi al concetto di “villaggio vacanze”, frustrante forse, ma consolatorio e anche realistico, alla luce dei fatti.

La ricerca del senso [8]

Durante la settimana non è passata certo sotto silenzio la data dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, e significativi sono stati i contributi espressi giustamente al femminile, spaziando fra le “stroleghe” [9] (streghe) dei Monti Lepini e le donne erranti [10], sempre uguali e sempre diverse da che esiste il mondo.

Donna libera [11]
Fa discutere il riaffacciarsi del provvedimento del ministro Delrio per l’accorpamento dei piccoli Comuni [12], con la proposta del senatore Maurizio Calvi che vedrebbe associati i territori di Sperlonga, Ponza e Ventotene, che a loro volta entrerebbero poi a far parte di una più vasta “area sud”. La proposta suscita vari commenti, tutti contrari e preoccupati. A parte la bellezza, cosa hanno in comune Sperlonga, Ponza e Ventotene? E a mio parere non trova consistenza nemmeno l’idea di un accorpamento con le isole dell’arcipelago campane: il cordone ombelicale è stato tagliato da tempo e in questi decenni l’essere inseriti in due province diverse ha comportato cambiamenti di tale portata da non consentire di tornare indietro.

Come sempre non le manda a dire Sang’ ’i Retunne [13] nella sua rubrica settimanale. Lui auspica niente di meno che il ritorno di un rivoluzionario del calibro di Carlo Pisacane, che arrivi sull’isola e dia addirittura fuoco al Palazzo comunale, al punto che si preoccupa… – Pisacane manca da tanto di quel tempo e magari non sa che il Municipio ha cambiato sede: “Informatelo che lo hanno spostato, sennò rischia di fare un danno irreparabile alle case della Punta Bianca” – avverte preoccupato.

The Fixed Stars by Brian Conn. Book [14]

Mi ha colpito, in tutt’altro genere di scrittura, il lavoro che riguarda il testo di Derek White che trae spunto dalla sua visita a Ponza nel 2012, e che dopo essersi ispirato per due puntate all’opera “The fixed stars” [15] di Brian Conn, passa ora a “Componendo fango sotto il faro di un’isola imprecisata”, che nasce dalla lettura di “We make mud” [16] di Peter Markus. Non è un testo facile, anche se i commenti servono a illuminarlo, e si capisce che a monte c’è un lavoro impegnativo, ma il risultato è di grande suggestione e coinvolgimento: un’emozione rara.

Peter Markus. We Make Mud [17]

Rimanendo nell’ambito di argomenti solo apparentemente più leggeri, mi piace concludere con il richiamo, d’attualità ma già con una punta di nostalgia, ai preparativi per l’imminente festa di San Giuseppe [18] a Santa Maria, perfetta nella sua cornice di primavera: l’ho vista solo una volta e diversi anni fa ma ne conservo tuttora un ricordo bellissimo.
E parlando di primavera, cosa c’è di più bello delle “Cartoline di Ponza in fiore” [19]? Con quegli scorci verdi e fioriti che in estate sono solo un ricordo lontano, con le eriche, i vastaccetti, le ginestre e tutte le altre meraviglia, con quel mare che sembra “pittato” a fare da sfondo.

Genista tyrrhena 'u 'uastaccètt' dallo Schiavone. Resized [20]

È la Ponza che amiamo di più, quella che ci fa dimenticare tutti i disagi, i problemi, le difficoltà. È il panorama che certamente ora si sta godendo dall’alto e in buona compagnia anche Peppino Cucinotta [21], che ci ha lasciato una settimana fa, un altro dei ponzesi d’adozione innamorato di questa terra nel più profondo del cuore.