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Riduzione dei Comuni: le idee di Maurizio Calvisegnalato da Paolo Iannuccelli
Il pontino Maurizio Calvi, già Senatore della Repubblica, interviene sulla proposta di ridimensionamento del numero dei comuni italiani. Ricorda come con provvedimento del Ministro dei Trasporti e Infrastrutture Delrio si ripropone il tema della riduzione del numero dei Comuni Italiani con riferimento a quelli sotto i 5.000 abitanti e una loro ricollocazione territoriale nei Consorzi tra Enti ai quali si affidano importanti compiti nella erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese. L’iniziativa prende le mosse da precedenti decisioni assunte dai Governi Berlusconi e Monti, ma mai compiute, e si inquadra nel più ampio contesto della riduzione e riconversione della spesa pubblica (spending review) avviata dal Governo Renzi. In Italia sono presenti 8057 Comuni di cui 5640 hanno meno di 5.000 ab. In Provincia di Latina su 33 Comuni 14 sono sotto i quella soglia. Si pensi che in Provincia di Frosinone su 91 Comuni ben 57 sono sotto i 5.000 e il 60% di questi non supera i 1.000 abitanti. Questa manovra non va considerata solo per il risparmio indotto, anche se 5640 sindaci, 5640 segretari comunali, 13.000 assessori e 58.000 consiglieri in meno rappresentano un costo non indifferente, ma perché con la cancellazione delle Province, la costituzione delle Città e delle Aree Metropolitane e il conseguente ridimensionamento delle Regioni, il concetto stesso di territorio Comunale viene oggettivamente ridimensionato con la realizzazione dell’Area Vasta e dei Consorzi tra Enti. Ma come procedere? Con questa logica si ricollocano 9 Comuni in 3 territori omogenei sui quali operare scelte e strategie condivise e se ben applicate anche vincenti. Il dibattito è aperto e questo che proponiamo, conclude Maurizio Calvi, è un contributo alla discussione.
Nota Sullo stesso tema anche l’articolo di Latina Oggi del 7 marzo 2016, Leggi qui il file .pdf: La nuova faccia dei piccoli comuni 4 commenti per Riduzione dei Comuni: le idee di Maurizio CalviDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Secondo me è sconsigliabile la fusione dei comuni di Ponza, Ventotene e Sperlonga. E lo spiego sinteticamente: noi abbiamo a Ponza già la divisione tra Ponzesi e Fornesi (ci sentiamo divisi in casa per noti motivi), figuriamoci con i Ventotenesi (a 22 miglia) e quelli di Sperlonga (ad altrettante miglia).
I politici vogliono sempre fare sperimentazioni sulla pelle dei cittadini, e noi ne sappiamo qualcosa con la Laziomar e la Comunità delle Isole Pontine.
Per prospettare una soluzione del genere bisognerebbe almeno indire un referendum dei piccoli comuni!
Sullo stesso tema anche l’articolo di Latina Oggi del 7 marzo 2016,
Leggi il file .pdf nell’articolo base
QUESTA PROPOSTA MI FA PENSARE A UN SOLO NOME POLITICO… SE CI RAGIONATE CI ARRIVATE ANCHE VOI, BASTA RIFLETTERE SULLA PAROLA ‘SPERLONGA’ E TUTTO TORNA, ACQUALATINA, PORTO TURISTICO COME PUNTO COMUNICANTE CON SPERLONGA ECC ECC… SOPRATTUTTO TORNA “L’ODISSEA” DELLA VECCHIA AMMINISTRAZIONE!!!
Si potrebbe con un referendum richiedere la fusione dei comuni dell’arcipelago pontino con l’arcipelago campano
In particolare con il comune di Ischia cui ci legano tradizioni – consanguineità- ed interessi culturali reciproci – Avremmo un ritorno al passato – moltissimi ponzesi hanno origini ischitane e campane -; usufruiremmo di nuovo delle comunicazioni della Caremar; anche Ponza e Ventotene usufruirebbero del turismo invernale (soprattutto tedeschi) come avviene per Ischia. La fusione potrebbe comportare anche l’avvio di un progetto per un cavo sottomarino che convogli da Ischia a Ventotene e Ponza, acqua, luce e gas.