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Leggendo “The Fixed Stars” di Brian Conn su un’isola non specificata. (1)

di Derek White
Traduzione e commento di Silverio Lamonica

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Sempre cercando in internet articoli, poesie, racconti… che riguardano Ponza, scritti da autori anglo-americani, mi sono imbattuto in questo filewww.5cense.com/12/re-conn-ponza.htm [2] (Reading Brian Conn’s The Fixed Stars in Ponza)

L’autore dell’articolo è lo statunitense Derek White, scrittore, “visual artist” e produttore del blog “5cense”, su cui è stato pubblicato questo singolare reportage, di cui commento alcuni brani riguardanti Ponza.

Durante le vacanze di Pasqua del 2012, Derek, che abita con la sua ragazza nel centro storico di Roma, decide di fare una escursione in questa “isola non specificata”; quindi raggiunge in treno un “porto della costa” (Anzio n.d.t.) dove si imbarca su “un battello” per raggiungere la meta prefissata.

La singolarità del racconto di viaggio consiste proprio in questo: Derek non cita nomi, comuni o propri, né di persone che di località. Porta con sé qualche libro che legge durante il viaggio e poi in questo luogo “fantastico”. Il primo libro è: “The Fixed Stars” di Brian Conn, di cui Derek commenta alcuni passi, intervallando la lettura con la descrizione dei luoghi.

[Le stelle fisse di Brian Conn è un libro difficile; scritto in modo complesso. Ulisse. Samuel Beckett. La nostra tradizione letteraria spesso si imbatte in autori di questo tipo, in opere di questo tipo, l’assoluta complessità di un libro che richiede attenzione e si fa nemici, nel processo, una serie di lettori. Non è a dire con questo che Conn sia Beckett (non lo è) o che The Fixed Stars sia l’Ulisse (non lo è); li ho citati per ricordare al lettore e a me stesso che a volte i libri sono difficili (…)
(…) “The Fixed Stars” (Le Stelle Fisse) è un racconto fantastico: una piccola comunità è afflitta da un morbo misterioso e messa in quarantena… la storia raccontata è un mito e ad un tempo un’arcana magia”] – (dalla recensione in inglese, di J. A. Tyler, ripresa da Internet).

The Fixed Stars by Brian Conn. Book [3]

Non nascondo che leggendo certi periodi della descrizione di quest’isola sono rimasto un po’ sconcertato, è probabile che su qualche aspetto della geografia o delle vicende citate (v. spiaggia di Chiaia di Luna) il nostro ospite sia stato male informato.

Ma iniziamo questa escursione insieme a Derek…

“Probabilmente entriamo in un porto e sbarchiamo”.
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Vaghiamo senza meta per le strade di questa nuova cittadina fino a che troviamo un posto dove cercare alloggio per i prossimi giorni. …

Quest’isola è conosciuta per una nota spiaggia spettacolare, ma pochi anni fa molte persone vi erano sdraiate ad abbronzarsi al sole, quando dalla falesia caddero i massi che le uccisero. Una parte della parete rocciosa è stata drappeggiata da una rete metallica, ma resta ancora chiusa per paura che (il disastro) possa ripetersi ancora. Finché era aperta, c’era una sola via di accesso alla spiaggia (oltre che in barca), da un tunnel costruito più o meno 2000 anni fa – ma nel tentativo di rinnovare questo tunnel (con esplosivi) fecero crollare un’altra sua sezione storica, così anche il tunnel fu bloccato. Ci avviamo per la strada finché ci troviamo in cima alla parete rocciosa, da cui si ammira in basso questa spiaggia.”

Leggendo attentamente, notiamo che Chiaia di Luna, secondo Derek, fu chiusa perché parte della falesia, franando, uccise molte persone, invece sappiamo che le vittime furono due, in tempi diversi: uno era operaio che precipitò dall’alto della parete mentre lavorava a posizionare la rete di sicurezza; l’altra, in epoca successiva, era una ragazza che si crogiolava al sole, troppo sotto alla falesia, noncurante di recinzioni e cartelli, che fu colpita in testa da un sasso caduto dall’alto.

Non mi risulta, inoltre, che durante i lavori di restauro conservativo del tunnel di Chiaia di Luna siano stati impiegati degli esplosivi e che sia crollata un’altra sua sezione storica. Né questo mi sembra il motivo per cui anche il tunnel fu chiuso. Semmai gli esplosivi furono impiegati durante i lavori della rete fognaria, sotto un altro tunnel: Santa Maria.

Più esatta e suggestiva, invece, è la descrizione del “Mito di Circe”:

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“Quest’isola è anche nota perché descritta in un poema epico circa 2800 anni fa, sebbene allora il suo nome (nel libro) avesse 5 vocali (Aeaea in latino N.d.T.) e nessuna consonante. L’eroe di questo poema viene sedotto da una maga che trasforma i suoi uomini in porci e così su quest’isola, per un anno, egli ha con lei una relazione per ottenere che i maiali ritornino uomini. Questa maga viveva in una grotta che guardava su questa spiaggia, la grotta potrebbe essere questa, ma potrei sbagliarmi”.

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Foto e video ripresi dalle grotte sovrastanti la spiaggia di Chiaia di Luna; il video è visibile nel testo originale, nel link citato sopra  

“Nel libro che sto leggendo, ora c’è anche un intreccio amoroso…”

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Note
Il testo in corsivo (tradotto) è di Derek White; i commenti di S. Lamonica sono in carattere normale
Le foto sono di Derek White

File .pdf dela traduzione completa della prima parte: 1. Le stelle fisse. Testo italiano (prima parte) [8]

 

[Leggendo “The Fixed Stars” di Brian Conn. 1 – Continua]