- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Se ne vanno

di Francesco De Luca

il-cammino-a18403894 [1]

.

Retaggio dell’educazione religiosa porta a sentenziare: se ne vanno sempre i migliori.

Nella esclusiva dimensione umana nessuno è migliore dell’altro, a meno che il giudizio non sia pertinente ad un segmento dell’operatività e della conoscenza umane. Così come il sole che presto tramonta a dicembre non è peggiore di quello che a giugno ti permette di stirare le ore di luce fino allo stremo. Di fronte alla morte si è tutti uguali.

E’ la vita che permette e tollera distinzioni e tabelle. E’ in questa vita che è possibile (auspicabile) per il politico operare per il bene della comunità e non per trarre vanto, così come per l’operatore economico coniugare il proprio guadagno con la soddisfazione dei clienti, e per il religioso additare di dio la misericordia e non la spietatezza, per l’intellettuale evidenziare la pochezza delle sue certezze in confronto con l’immensità dello scibile.

Non i peggiori sono quelli che restano. Anzi, essi hanno l’agio di diventare migliori. Perché è in questa vita che si colgono i fiori, dell’altra non si ha notizia di alcun giardino. E se si incappa in eventi dolorosi questi si affrontano con dignità e non con piagnistei.
Infine, se proprio ci si vuole gonfiare di ottimismo si pensi alla fortuna di vivere in una dimensione democratica, dove gli uomini nella loro socialità edificano le strutture civili in cui vivere, lottano i pregiudizi, migliorano le condizioni esistenziali.

A chi ci ha lasciato bisogna essere grati. Consegnano una eredità di sentimenti e di opere. Da essi si può apprendere ciò che serve ed è appropriato, si può distogliere lo sguardo dalle brutture prodotte.

Decette ‘a maruzza quanno sapette ca era muorte ‘u cavallo: mo provo io a corre!