Ambiente e Natura

Il sogno dello Sri-Lanka

di Sandro Russo

 

“In questi giorni mi sveglio presto al mattino…” in attesa di recuperare il ritmo scombinato dal fuso orario.
Spesso i risvegli sono preceduti da un dormiveglia agitato illuminato da flash in cui sprazzi di realtà e ricordi si confondono con il sogno. Spesso non me ne rammento al mattino; ma qualche volta sì.
Sono soprattutto colori.
Color pavone
Sprazzi di luce tra le foglie di tutte le variazioni di verde, le colline del thè e i campi di riso; il prezioso blu e verde delle penne dei pavoni, il cremisi e le sfumature dei batik di Jezima.

I batik di Jezima
A volte mi tornano in mente le città: i versi di tutte le creature del creato nei pochi minuti che precedono l’alba, sentiti la prima volta 25 anni fa a Kandy, l’antica capitale dell’interno, tra le colline, e mai più riascoltati da allora; men che mai adesso che alla stessa ora si risveglia il mostro del traffico cittadino, con il suo ronzare mefitico.

Mi sovvengono anche le sere che rientravo dalle lezioni di singalese, alla periferia di Matara che era già notte. Era nel 2001, circa, prima dello Tsunami: dalle poche case in muratura ma anche dalle baracche di legno occhieggiavano i colori freddi delle prime televisioni e dalle locande veniva il ritmico sbattere dei coltelli che preparavano il tipico cibo locale (Kottu roti).
Nella notte il rullare frenetico dei tamburi di una devil dance: prima un’usanza locale, ora sempre più uno spettacolo a beneficio del turisti.

Notturno con banani

Spiaggia a Matara. West coast

Mai mai ho avuto nostalgia di Colombo, la capitale, con il suo traffico caotico, le puzze e il sole velato tipico delle grandi città asiatiche, ma ancora sento gli echi delle caverne dei mille Buddha di Dambulla.

Buddha caves at Dambulla

Il sole che incide al mattino sulle colline del thè a Newara Eliya e transillumina di verde splendente le foglioline giovani delle piante.

Colline del the.3

Colline del the.2

Colline del the.1

E la maestà del grande Buddha disteso di Polonnaruwa, le scimmie e le rovine che sorgono tra una vegetazione lussureggiante…

Rovine a Polonnaruwa

Il Buddha disteso di Polonnaruwa

Nel dormiveglia la memoria di questo più recente viaggio su sovrappone a quella di tutti gli altri, ma a mente sveglia un’analisi si impone.

Nato nel nostro piccolo gruppo di ‘scopritori’ come il coronamento della ricerca del paradiso perduto, neanche lo Sri-Lanka è rimasto indenne dai cambiamenti che in una ventina d’anni hanno cambiato tutto il mondo come lo conoscevamo.

Allora c’era la minaccia degli attentati Tamil; poi quella rivolta è stata stroncata nel modo più crudele e definitivo possibile, tanto che da più parti si è parlato di un vero genocidio.
Adesso il nord-est del paese è ‘terra bruciata’: chissà se mai si riprenderà, e altri spettri ne hanno preso il posto, agitando la nostra cattiva coscienza di Occidentali.

Ma il paese ha subito un’involuzione estetica e della qualità della vita, rispetto a come l’avevamo conosciuto agli inizi.
A distanza di cinque anni dalla visita precedente, ho trovato il traffico fuori controllo, a condizionare pesantemente gli spostamenti e il raggiungimento di qualunque meta turistica: non c’è monumento e paradiso naturale che compensi di cinque-sette ore di traffico caotico per raggiungerlo! L’architettura delle città in sviluppo, con i suoi edifici verticali colorati di verde e fucsia ‘pennarello’ è orripilante.

Market

Mercato a Matara

Sri Lanka. King coconut

Ma la vita delle persone e i sorrisi della gente intorno casa sono gli stessi; anche la vivacità dei mercati, il calore dell’accoglienza e delle amicizie che si sono mantenute immutate negli anni.

Si incontrano ancora i varani, e i pavoni liberi nei capi di riso (non troppo ben visti dagli agricoltori: pare che ciascuno di essi mangi un chilo di riso al giorno!).

Water monitor

Peacock in a paddy field

Come mi succede anche per altri posti, sono ancora indeciso dove tenere lo Sri-Lanka: se tra i ricordi o nella vita; nella dimensione del sogno o nella categoria dei luoghi reali… Oscillo!

Ponte sospeso

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