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Scende la pioggia, ma che fa…

di Gabriella Nardacci

pioggia [1]

Ringrazio Silverio Lamonica che con la sua traduzione di “La pioggia” di W. H. Davies” (leggi qui [2]) mi ha stimolato il ricordo di un giorno di pioggia a scuola.
G. N.

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Capita alla maggioranza delle persone di pensare alla pioggia e associare questa alla tristezza, alla malinconia, alla passione e ad altri sentimenti che spesso si allontanano dalle “regole”.

A me la pioggia è sempre piaciuta. Mi ha sempre fatto sentire la voglia di casa, di calore, d’intimità. Adoro il rumore della pioggia… Se nel bel mezzo della notte mi sveglia, la sento amica perché sembra ricordarmi com’è bello starsene sotto le coperte e se capita di giorno, mi suggerisce le parole per una poesia o per un racconto o per una lettura.

Parlo di pioggia dolce e non di tempeste o temporali devastanti.

Mentre eravamo a scuola, è capitato che un temporale all’improvviso si sia “intromesso” dentro una lezione di storia. I bambini sono sempre impauriti da questo fenomeno. Di solito cercano di vivere questi temporali, parlando, perché i bambini con le parole cercano di attutire la paura.

temporale [3]

Quel giorno ho voluto soffermarmi sulla pioggia ascoltando i loro commenti e i loro silenzi. Qualcuno si è tappato le orecchie al fragore dei tuoni e altri avevano paura anche del vento che piegava gli alberi del giardino circostante l’edificio scolastico e che sbatteva le gocce di pioggia contro i vetri della finestra.

Sono certa che in quei momenti, il desiderio di ogni bambino è di stare in casa accanto alla mamma. Fino a quando il temporale imperversa, è meglio togliersi dalla mente l’idea di spiegare qualsiasi cosa. Tutti vogliono esprimersi e giustificare la paura e sono capaci di tirar fuori, tra il serio e il faceto, catastrofi gigantesche che finiscono in piccoli litigi per ragioni da darsi e torti da restituire.

Quando piove, c’è sempre qualche bambino/a che ascolta attento il ticchettio della pioggia e lascia cullare i suoi sogni a quel ritmo. Qualcuno, con gli occhi sgranati continua a guardare la furia che imperversa di fuori e qualcuno chiede di andare in bagno per distrarsi da certe nostalgie. Di solito non interrompo mai questo intimo parlare con se stessi e quella volta, aspettai fiduciosa che il temporale si placasse e provocai una conversazione. 

Ne son venuti fuori pensieri di ogni tipo. Un bambino mi disse che, quando piove, la sua attenzione è catturata da come le gocce di pioggia scendono giù. Mi disse, con parole semplici, che la traiettoria delle gocce torna a essere perpendicolare quando altri fenomeni atmosferici, quali il vento o la neve sono assenti e disse che le gocce di pioggia non sono pesanti e non hanno la forma di una pera. A volte sono come tanti spaghettini spezzati e altre volte sono rotonde. Questa cosa non trovò concordi tutti e ciascuno disse la sua. Una bambina asserì con convinzione, che per lei le gocce della pioggia somigliano proprio alle pere e alle lacrime.

gocce come lacrime [4]

“…e quando spunta il sole/ la Pioggia finirà/ le gocce tonde e buie/ di Luce inonderà…/ W.H. Davies (traduzione Silverio Lamonica).

La spiegazione circa la forma delle gocce di pioggia che non sono come le lacrime e neanche come le pere ma sferiche se sono di piccole dimensioni, a forma di pagnotta con la parte che cade verso il suolo schiacciata per la resistenza dell’aria quelle più grandi e altre a forma di paracadute… è stata accolta con la meraviglia della novità e nei loro disegni, si è scatenata la fantasia.

Dal cielo pioveva di tutto: paracaduti, panini con la base rivolta all’ingiù, piccole sfere e bambini sui prati con il naso all’insù. Qualcuno si è disegnato sotto un ombrello, altri al riparo sotto una tettoia, altri a “sguazzare” nelle pozzanghere. Materiale interessante per la psicologia…

Ci sono alcuni test, infatti, adatti ai bambini, che sono utilizzati in ambito clinico per vedere quali reazioni provoca la presenza o l’assenza di un oggetto, quale potrebbe essere un ombrello, in situazioni di pioggia.  Sotto la pioggia come si disegna un bambino? Con l’impermeabile o con l’ombrello? Porta con  un ombrello chiuso o aperto? E’ un acquazzone o una pioggerella? L’ombrello si rompe? E’ un bambino senza ombrello? E’ da solo o in compagnia di qualcuno?

disegno sulla pioggia [5]

Suggerimenti per sondare la reazione dei bambini alle difficoltà della vita…

E’ accaduto che la conversazione s’incanalasse verso canzoni e poesie sulla pioggia:

“…piove, guarda come piove, Madonna come piove, guarda come viene giù…” (Jovanotti)…
Ancora “…scende la pioggia ma che fa…” (Morandi). E ancora “…senti che fuori piove, senti che bel rumore…” (Vasco Rossi). 

Qualcuno ha scritto una storiella, altri ne hanno fatto un testo, altri si sono dilettati a leggere qualche brano o qualche poesia attinente a questo fenomeno atmosferico.

Avrei voluto leggere loro “La Pioggia nel pineto” di D’annunzio e far capire come le cose viste e toccate, ritornano alla loro natura… Oppure parlare della pioggia purificatrice del Manzoni o della pioggia silenziosa di Garcia Lorca che dona all’anima le stesse risonanze che lascia nell’anima addormentata del paesaggio… o della pioggia nemica  “ettema, maladetta,fredda e greve…” di Dante nell’eterno dolore dei Golosi del VI canto dell’Inferno.

Avrei voluto parlare dei “baci piovosi” in alcuni film come “Nove settimane e ½”, “Ballando sotto la pioggia”, “Colazione da Tiffany”, “Quattro matrimoni e un funerale”… ma non è tempo ora, così come non è tempo di renderli partecipi di una frase nel testo di una canzone di De Andrè che dice: “…C’è chi aspetta la pioggia/ per non piangere da solo…”.
Hanno solo otto anni!
singin-in-the-rain-original [6]

Ne sono uscite, da parte loro però, conoscenze studiate circa l’erosione di alcune rocce, l’acqua e i suoi stati e sulla pioggia che può “pulire” l’aria.

E a tal proposito mi sovvengono versi di autori famosi:

“…discende a lavare le aridità/ i detriti, gli strati di polvere del mondo…” (Whitman).  E ancora: “…il verde diventava più verde/ il giallo più giallo/ il nero più nero…” (Tolstoj).

Leggo Govoni per loro: “…il cielo sulle cose era già terso/ e nei vetri appannati del tinello /risorrise il paese ad acquerello…”. Chi, di noi, da bambino, non ha disegnato una casetta sui vetri appannati mentre fuori pioveva con un sole grande su un cielo senza nuvole e con “…quell’intima malinconia/ di quella pioggia che cade…” (Novi)?

Io sì che ho disegnato tante volte sui vetri appannati e disegnavo la nostalgia dei giochi per la strada perché la Tv dei ragazzi durava poco tempo e non avevo giochi elettronici.

“Quando il sabato e la domenica piove, mi faccio tante partite con la Playstation 4…” (chissà a che numero arriverà se andiamo avanti di questo passo…) – mi dice un alunno. 

Sfogliamo insieme il libro di lettura per cercare brani e poesie che abbiano per protagonista la pioggia. Ci sono due poesie e loro ne scelgono una da leggere e da spiegare.

Piove
Piove da un’ora soltanto/ ma il bimbo pensa che già/ piova da tanto, da tanto/ sopra la grande città./ Piove sui tetti e sui muri/ piove sul lungo viale/ piove sugli alberi oscuri/ con ritmo triste e uguale (Ada Negri).

Dicono che questa poetessa è stata proprio attenta a vedere la pioggia e anche a sentirla. Un bambino ha detto che quel “da tanto…” doveva essere ripetuto per almeno altre quattro volte!

– E che ne pensate di una giornata di sole? – domando

A mae’… Quando è una bella giornata di sole, andiamo fuori!

Certo, la felicità basta a se stessa.

appena dopo la pioggia [7]