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Ora sono un ospite celeste. Il verso di una poeta preferita, Marina Cvetaeva, dice: “Oltre l’attrazione terrestre esiste l’attrazione celeste”. Esiste, non è immagine poetica, ma una precisa osservazione naturale. C’è una forza che preme dal basso verso l’alto a contrasto della gravità. La trovo nelle eruzioni, nelle maree, nelle correnti d’aria che risalgono pareti di montagne al sole. Sta nell’albero che cerca posto in alto, nella neve che evapora e ritorna nuvola. [Erri De Luca] Io aggiungo che anche le opere fatte con grande passione, con grande ispirazione, possono essere una spinta verso l’alto e quegli amici che hanno costruito il presepe alle Forna sono saliti, anche se per un attimo, verso l’alto. Ma chi sono quei ponzesi che ogni anno si incontrano nella chiesa di Le Forna per costruire il presepe? Ci sarà un regista, uno scenografo , un tecnico delle luci, un falegname uno che si occupa di raccogliere i materiali e poi quante ore lavorano? Lavorano di sera, di notte? Alle Forna ci sono dei ponzesi che riescono a trovare l’armonia tra di loro per allestire dei presepi che hanno bisogno di tempo, di passione, di capacità artistiche notevoli. Qualche anno fa questi amici Fornesi localizzarono il loro presepe a Cala Dell’Acqua. Quella rada distrutta per anni dallo sfruttamento minerario entrava di forza a Natale nella chiesa di Le Forna. Ma quella rada era stata arricchita dalla fantasia dei nostri artisti, dalla “nascita di un porto”. Qualcuno si chiese che c’entrasse Gesù con il porto! Si parlò in quel caso di mischiare il sacro con il profano ma quel presepe rimase esposto per molto tempo quasi a voler dire: “in ogni momento della sua vita, l’uomo mischia il sacro con il profano a volte lo fa inconsapevolmente a volte invece con una motivazione ma dovunque si inserisca quella povera capanna con quella mangiatoia riscaldata da un bue e un asinello lì si rinnova la nascita del bambino che ha dato una nuova prospettiva a milioni di uomini di questo mondo.” E infatti, si recita in chiesa “non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua chiesa”, per dire: “siamo peccatori, deragliamo spesso dalla strada che ci hai insegnato, facciamo cadere molto spesso a terra la tua croce ma almeno ci proviamo, e a volte, quando lo facciamo con convinzione, vediamo nascere, tra di noi, il miracolo della collaborazione, della comprensione e riusciamo a occupare il nostro tempo per onorare la nostra vera vita producendo arte, producendo bellezza, producendo pensieri e anche opere che ci fanno rivedere per un attimo la strada da seguire: saliamo verso l’alto contro la forza di gravità.
Anche questo allestimento potrebbe essere oggetto di mille interpretazioni ma io voglio fermarmi a questa interpretazione: “c’è un solo posto sulla nostra isola che ci ricorda la nostra breve comparsa su questa terra. Questo posto è il nostro cimitero. Il rispetto per il nostro cimitero dove sono sotterrati i nostri morti è rispetto verso noi stessi oggi che siamo vivi e domani che saremo polvere. Fare nascere Gesù nelle Grotte di Pilato è stato un colpo di genio; grotte destinate a crollare come tutto è destinato a crollare ma tutto è anche possibile farlo sopravvivere nella nostra memoria e in quella dei nostri nipoti. Tutto può rinascere se c’è fede. Penso che questi ponzesi che hanno allestito questo bellissimo presepe meritano un nostro ringraziamento.
Ora io sono un ospite celeste nel tuo paese. Ho visto l’insonnia del bosco e dei campi il sonno. Da qualche parte nella notte gli zoccoli strappano l’erba. Pesante è il sospiro di una mucca nella stalla assonnata. Io ti dirò con tutta la tenerezza e la malinconia dell’oca guardiana e delle oche che dormono. Le mani affogate nel pelo del cane, il cane canuto, Poi, verso le sei, l’alba è arrivata.
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Grazie caro Vincenzo, e grazie a Rossano per le bellissime immagini, suggestive e poetiche. Avremmo perso molto, noi che al momento non siamo a Ponza, se non ne fossimo stati messi a parte. Davvero bella e toccante l’idea che i ragazzi de Le Forna hanno avuto per il Natale 2015: in un’isola straordinaria e unica come la nostra non poteva essere realizzato presepe più straordinario e unico di questo. La Natività nella grotta di Pilato, e sopra di essa il nostro cimitero, vero cuore e centralità di affetti per tutti noi. Un luogo pieno sì di nostalgia, ma soprattutto di ricordi e di tenerezza: il primo richiamo ogni volta che metto piede a Ponza. Lì non solo i miei cari, ma tutti gli amici e i conoscenti che non ci sono più, mi sorridono: li ritrovo. E questo presepe me li fa sentire ancora più vicini. Ancora grazie.